Ci ricordava Giovanni Paolo II: โIl Vangelo di Giovanni, laddove i Sinottici narrano lโistituzione dellโEucaristia, propone, illustrandone cosรฌ il significato profondo, il racconto della lavanda dei piedi, in cui Gesรน si fa maestro di comunione e di servizio (Cf. Gv 13,1-20)โ (Ecclesia de Eucharistia, 2003, n. 20).
Giovanni non trascura certamente lโimportanza dellโEucarestia, cui ampio spazio dedica in altra parte del suo Vangelo: egli vuole insegnare che la migliore comprensione dellโEucarestia รจ il racconto di Gesรน che si mette a lavare i piedi ai discepoli! Giovanni volutamente il gesto della lavanda dei piedi lo pone al posto dellโistituzione eucaristica: โLโEucarestia รจ il sacramento della caritร e del servizio, รจ il sacramento di Cristo-servoโ (J. Dupont).
Quanto Gesรน sta per fare รจ la vera Pasqua, egli รจ pienamente consapevole della imminenza della Passione e del fatto che la Croce รจ il โpassaggioโ al Padre, non morte ma ascensione. Se lโamore per i suoi, coloro che formano la nuova comunitร , รจ stato evidente mentre era con loro, esso splenderร in modo eminente nella sua morte. Sino alla fine, cioรจ fino a dare tutto di sรฉ, fino allโautoannientamento, alla morte, alla kenosis, svuotamento che indica la rinuncia di Cristo alla sua originaria uguaglianza con Dio, per presentarsi nella forma di Servo, fino alla morte
Il gesto della lavanda dei piedi che questa sera si svolge in tante parrocchie, รจ il piรน forte e simbolico, segno di sottomissione al Padre e al servizio degli uomini. Potremmo dire che Gesรน si mette sotto i piedi degli apostoli, anche tra quelli che lo avrebbero tradito e chi rifiuta di essere lavato. Giuda, nonostante Gesรน gli porge un boccone intinto, โun segno di alleanza, di ospitalitร , un gesto che dice la volontร di comunione che anima il maestro persino di fronte a chi lo tradirร . Giuda, in fondo, รจ un uomo lasciato soloโ (AS).
Pietro che conosce lโora dello smarrimento e piange: โUna grande passione abita il cuore di Pietro: riuscire a fare qualcosa per Gesรน. Tuttavia, proprio non riesce ad accettare che Gesรน possa fare qualcosa per lui. Pietro fatica ad accettare la propria condizione di povertร e il relativo bisogno di salvezza. ร il classico tipo che ritiene di non aver bisogno, di essere migliore: se tutti dovesseroโฆ io no..โ (AS). Lโevangelista Giovanni ha voluto raccontarci il rito della purificazione o del bagno, per fare sintesi del ministero terreno di Gesรน che giunge al culmine, al cui vertice cโรจ il dono di sรฉ.
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Da lรฌ in poi, si metterร nelle mani degli uomini, dopo che si รจ abbandonato al Padre, e gli uomini non lo tratteranno con i guanti bianchi. Perchรฉ Gesรน ha svolto il rito dello schiavo, capovolgendo lo schema, quando dovevano essere gli apostoli a lavargli i piedi? Egli รจ il Servo, รจ lโUnto, รจ il Figlio di Dio, e il suo gesto รจ il testamento per i discepoli futuri, per la Chiesa e per tutti i credenti. Servo, non รจ un titolo onorario, ma una vita vissuta dal basso. Non cโรจ potere, non cโรจ esibizione, non cโรจ nessuna passerella. Gesรน Cristo mostra fino in fondo la volontร salvifica nella lavanda dei piedi, umilia se stesso e assume la forma del Servo, un amore senza confini, il piรน alto che si possa immaginare.
Un gesto di grande umiltร , di abbassamento, visto che neppure gli schiavi ebrei erano tenuti a farlo! Quello di Gesรน non รจ solo un gesto di umiltร , ma di rivelazione, cioรจ fa scorgere il volto del Dio che Gesรน manifesta, del Dio cristiano. Il termine centrale รจ agapร n, e non filรฉin (lโamore umano). Con questo Giovanni sottolinea gli aspetti religiosi dellโamore.
Agapร n infatti vuole significare un amore religioso, nel senso di un amore che viene da Dio e si modella su quello di Dio, amore gratuito, totale, immutabile e definitivo. Agร pe indica lโamore di Dio per gli uomini, quale si realizza in Cristo, e lโamore degli uomini per Dio e per il prossimo, come frutto della presenza dello Spirito in essi. Il luogo per comprendere il significato dellโagape non รจ perciรฒ lโesperienza umana, ma lโalleanza di Dio, in concreto lโintera esistenza del Cristo con particolare riferimento alla Croce.
Come io vi ho amati, .. Gesรน non dร loro nessuna stola, ma solo un grembiule perchรฉ si facciano servi. Scriveva cosรฌ, il vescovo di Molfetta, don Tonino Bello: โLe nostre Chiese, purtroppo, celebrano liturgie splendide, anche vere, ma โ quando si tratta di rimboccarsi le maniche โ cโรจ sempre un asciugatoio che manca, una brocca che รจ vuota dโacqua, un catino che non si trovaโฆ
Quando sono stato nominato vescovo, mi hanno messo lโanello al dito, mi hanno dato il pastorale tra le mani, la Bibbia: sono i simboli del vescovo. Sarebbe bello che nel cerimoniale nuovo si donassero al vescovo una brocca, un catino e un asciugatoio. Per lavare i piedi al mondo senza chiedere come contropartita che creda in Dio. Tu, Chiesa, lava i piedi al mondo e poi lascia fare: lo Spirito di Dio condurrร i viandanti dove vuole luiโ.
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Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link allโarticolo del suo blog
Don Vincenzo รจ nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nellโUniversitร Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Universitร Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesรน. [โฆ]