Tempo di Quaresima, tempo di alleanza ritrovate e rinnovata con il nostro Dio. È bello iniziare questo tempo in preparazione alla Pasqua con il racconto del nuovo patto di alleanza del nostro Dio con Noè e il suo popolo e i suoi discendenti e, quindi, noi.
Segno di quest’alleanza è qualcosa di luminoso, colorato, è l’arco, l’arcobaleno per intenderci, quel ponte fra cielo e terra che scrisse la parola FINE del diluvio universale e che segnò la conclusione di ogni possibile rapporto di PAURA tra l’uomo e Dio, per lasciare SPAZIO a un rapporto abbracciato dall’amore, guidato dall’ascolto responsabile, fondato sulla fiducia.
Compiere i primi passi di questo tempo Quaresimale con creatività, disegnando, come ha fatto Dio, gli archi possibili tra noi e Lui, tra noi e la creazione e tra noi fratelli e sorelle.
Tempo di generazione. Tempo di vera e propria gestazione per far nascere qualcosa di nuovo. Per non deludere il nostro Dio che è il Dio dei continui inizi. Nel “grembo” del diluvio universale, Dio creava l’arco della nuova alleanza tra lui e il popolo. Questa nuova Quaresima si apre per tutti noi sotto un raggio di luce nuova e questa luce intona un canto: Concluse sono le tenebre! Carezze leniscono il dolore! Il dubbio è nuova ricerca e la penitenza, liberata dai fioretti, ritorna al Dio della tenerezza.
Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana
Con questa luce, sotto questa benedizione della nuova alleanza, ci accingiamo a compiere i primi passi sul Vangelo di questa domenica. Passi tremanti su un terreno impervio e pericoloso. Marco ci conduce con Gesù nel deserto, luogo di tentazione, di fatica, di fame e di solitudine. Luogo pericoloso abitato dai serpenti velenosi. Lì, Gesù è tentato da satana per quaranta giorni. Numero simbolico a significare una lunga attesa, una lunga prova e un tempo sufficiente per vedere le opere di Dio. Tempo e spazio prezioso in cui giocarsi, nel quale è necessario decidersi ad assumere le proprie responsabilità senza ulteriori rimandi. Abbà Antonio del deserto scriveva: «Togliete le tentazioni e nessuno si salverà più».
Il deserto è il tempo e lo spazio delle decisioni mature, del discernimento, della verifica dell’amore. Tempo durante il quale Gesù e, con Lui, noi siamo invitati a scegliere quale amore seguire. Il deserto e i quaranta giorni rappresentano lo spazio e il tempo della vita di ogni uomo e donna chiamati ogni giorno a scegliere la Via fra le tante vie, la Voce fra le tante voci, l’Amore fra i tanti amori che ci attraversano. Ecco che cos’è la tentazione: decidere fra due amori, l’amore per Dio che è amore-per-tutti e l’amore-solo-di-sé.
Marco, poi, a differenza di Matteo e Luca non descrive le tentazioni che Gesù subisce. Per Marco era importante trasmettere il motivo per cui Gesù va nel deserto: fu sospinto dallo Spirito. Il verbo sospingere indica uno spingere avanti, per lo più con dolcezza, senza scosse. Significa spingere senza forza verso l’alto. Questo verbo indica con quanta libertà Gesù abbia accolto questa battaglia che lo aspettava. Gesù non è stato obbligato, ma è stato persuaso, con amore, dallo Spirito a entrare nel deserto. Da qui si comprende quanta fiducia il Signore aveva nel cuore verso il Padre.
Il tempo di Quaresima diventa un tempo per andare e rimanere, con fiducia, in quei deserti della nostra vita che ci attraversano. Deserti di provvisorietà, di paura, di lacrime, di dubbi, di domande, di silenzio, di aridità, di assenza, di morte.
Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo
Dal deserto prende avvio l’annuncio di Gesù, il suo sogno di vita. Il contenuto dell’annuncio è il Vangelo di Dio. Dio come una bella notizia. Convertitevi, come a dire: giratevi verso la luce, perché la luce è già qui.Ma voglio lasciarvi con un’altra parola: Metanoia, che è la parola greca corrispondente a conversione. Essa ci offre una direzione nuova per vivere la Quaresima. Metanoia – dicono i padri cappadoci – significa al di là del pensiero, μετα- «meta-» e νοέω «intendere, pensare». Un esempio: fino a questo momento ho avuto un pensiero, poi ho pregato, ho meditato, ho avuto una luce e ho incontrato una persona che mi ha rivelato qualcosa di nuovo e il mio pensiero è sprofondato un po’più avanti. Questa è la conversione: vedere sempre un po’ di più, non fermarsi mai, non abituarsi a un’idea, ma vedere sempre di più, sempre un po’ più in là. Ho avuto una visione su una persona, un pensiero su una situazione, poi ho avuto una luce e ho visto più lontano. Cosa significa convertirsi? Vedere sempre di più, approfondendo, senza arroccarsi mai in nessuna idea e posizione.
Commento alla Parola della domenica a cura di don Vanio Garbujo. Visita il suo sito www.igiornidelrischio.com