È questione di fiducia in Dio!
Rimettendo piede a Nazareth, Gesù fa ritorno nel paese dov’è cresciuto nella casa di Maria e di Giuseppe. Conoscendolo molto bene, i suoi compaesani sono molto stupiti nel sentirlo parlare: la loro incredulità, invece di trasformarsi in fede in lui, diventa rifiuto di lui. Essendo cresciuto in mezzo a loro e conoscendo bene la sua famiglia, gli abitanti di Nazareth rifiutano di riconoscerlo come profeta: essi vedono in lui soltanto un uomo, straordinario per le opere che compie, ma pur sempre un uomo che non può sostituirsi a Dio e all’opera dei suoi grandi profeti.
Nella storia dell’umanità, così come ancora oggi nella nostra quotidianità, Dio si fa prossimo di tutte le persone. Attira la loro attenzione e invia loro dei “segni” luminosi di salvezza, espressione del suo aiuto e del suo amore di Padre.
Lo stesso Gesù di Nazareth, benché, via via, rifiutato dagli uomini, è stato il segno più concreto ed evidente della vicinanza e dell’amore di Dio per l’umanità intera, poiché egli si è reso prossimo a ciascuna persona, a noi, per aiutare ciascuno lungo il cammino della sua vita.
Entrando nel luogo della familiarità, grazie soprattutto alla preziosità della preghiera, Gesù ci parla e di aiuta a orientare i nostri passi lungo il sentiero della volontà di Dio Padre. L’incontro con lui diventa il motivo più bello per ringraziare il Padre dei Cieli per il dono del suo amore e della sua salvezza. […]
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Fonte: per gentile concessione di don Sergio Carettoni dal suo blog.