Al tempo della schiavitù c’era qualcosa di orribile che accadeva nei campi degli schiavi, il rito della marchiatura degli uomini e delle donne appena acquistati al mercato degli incatenati. Un rito che si ripeteva ogni volta che giungevano nuove forze lavoro al podere dei padroni. Un rito orribile, che non solo imprimeva e lasciava per sempre il suo marchio a fuoco sulla pelle e nella carne della persona diventata oggetto di proprietà, ma che si imprimeva nell’olfatto di tutti, comprati e compratori: l’odore di carne bruciata.
Tra i sensi che si possono dire di contatto, il gusto e il tatto, e quelli di distanza tra le persone, la vista e l’udito, l’olfatto si pone come la via di mezzo tra l’una e l’altra coppia di sensi. L’approccio alla vita propria o altrui avviene sempre ed anche attraverso il naso e, forse, rispetto alle altre parti del corpo di una persona, il naso è quell’organo estremamente sensibile, lucido e dal giudizio infallibile. Come senso di mezzo, l’olfatto non solo non può essere ingannato ma, anzi, molto spesso porta alla luce gli inganni più impensabili e già maleodoranti.
Avere naso nella vita diventa una capacità sensoriale molto importante, lo sviluppo azzeccato della propria intelligenza esistenziale a percepire i pericoli nascosti, i più inimmaginabili. La fragranza di un profumo o la puzza nauseabonda diventano così gli estremi di una gamma di attenzioni da avere verso se stessi e verso gli altri.
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Ben oltre la bellezza delle parole, l’intensità delle emozioni e il calore dei sentimenti, avere naso nella vita equivale ad avere affinato la personalissima capacità di ricorrere all’olfatto esistenziale, per capire appieno quel qualcosa che distrattamente si rischierebbe di non percepire in prossimità dei pericoli.
Così, lungo il sentiero del proprio cammino esistenziale, dall’immediate vicinanze giungono o profumi o odori di ogni tipo, ed anche se la forma, il colore, la luce e la dimensione del paesaggio esercitano una forza attrattiva davvero irresistibile, la fiducia nel proprio naso aiuta ad avere una saggia visione delle più variopinte e svariate illusioni della vita. Chi ha naso a sufficienza, chi ha sviluppato l’arte di respirare il senso e il significato di tutto ciò che esiste, ha imparato che nella misura dei pericoli si ha l’educazione più vera.
Per gentile concessione di Don Sergio Carettoni dal suo blog.