IL NOSTRO RE
Oggi festeggiamo il nostro re.
Un re sorprendente.
Un re che nessuno sarebbe mai stato capace di immaginare.
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Un re che viene non per essere servito, ma per servire.
Un re che tocca gli intoccabili, che entra nelle case degli ammalati, che banchetta con peccatori, poveri e prostitute.
Un re che entra a Gerusalemme in groppa a un asinello e lava i piedoni dei suoi discepoli.
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Un re che ha per trono una croce.
Un re che si mette nelle mani tutti, dà la vita per tutti e perdona tutti.
Un re che non compie le nostre attese, ma le stravolge completamente.
Un re che nel giorno del giudizio ci farà una sola domanda.
L’unica che conta.
L’unica che può dare peso alla vita dell’uomo.
Quanto hai amato?
Già, quanto abbiamo amato. A color che sono chiamati «benedetti del Padre mio» vengono riconosciute azione che non hanno nulla di specificamente religioso. Si tratta di amare con gesti concreti e profondamente umani e, proprio per questo, meravigliosamente divini. Ed è interessante notare che Gesù si identifica con i piccoli che hanno ricevuto i gesti di compassione e di amore gratuiti. Tutti, anche coloro che non conoscono direttamente Gesù, anche coloro che magari in qualche modo lo hanno rifiutato a parole, lo hanno servito e amato nei piú piccoli e indifesi.
Mi sembra davvero affascinante che in questa domenica, celebrando la festa di Cristo Re, la madre Chiesa ci inviti a contemplare il nostro re che si identifica con i piú piccoli, con gli umili, con gli abbandonati. Anche nella sua funzione di giudice universale, Gesù rimane fedele allo stile che ha ispirato tutta la sua vita e la sua missione. La Gloria del Cristo Re è quella dell’amore e della dedizione ai piú piccoli e agli ultimi.
L’ unica forma di incontrarlo e di entrare tra coloro che potranno sperimentare la bellezza del Regno del Padre, è amare, è vivere gesti concreti e gratuiti di accoglienza.
Il nostro Re, dal trono della sua Croce, rivestito con il grembiule dell’ultima cena, ci svela che l’essenziale della vita cristiana non è il dire, ma il fare; non è confessare il Cristo con belle parole, ma regalare tempo e amore agli ultimi e ai poveri, ai dimenticati.
Un abbraccio
Don Roberto
Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.
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