ATTENZIONE ALLA PORTA STRETTA
Il tema della salvezza ha da sempre attirato l’attenzione (e la curiosità) di molti uomini religiosi. Anche ai tempi di Gesù era un tema molto dibattuto e ne è la prova la domanda a bruciapelo lanciata al maestro: sono pochi quelli che si salvano? Ovvero: la salvezza è solo per Israele? È solo per i giusti? È solo per gli osservanti? E per tutti gli altri?
Come spesso capita, Gesù non risponde direttamente alla domanda, ma racconta una parabola. Il problema, quello vero, non è se si salveranno pochi o molti o tutti. Gesù vuole far capire che nessuno ha salvezza assicurata, questo è il tema centrale della parabola.
La salvezza è come una porta stretta. Se vuoi attraversarla devi sapere che non sarà facile, dovrai liberarti da tutte le tue zavorre, essere leggero e agile. La porta stretta è un richiamo all’essenzialità, a riempire la vita solo con ciò che davvero conta e lasciare da parte tutto il resto. Il maestro ti avvisa che dovrai lasciarti alle spalle l’uomo vecchio per attraversare la porta stretta della rinascita evangelica. Mi viene spontaneo ripensare all’esperienza umana e spirituale di Paolo. Anche lui è passato per questa porta stretta e lo racconta cosí: “Ritengo che tutto sia una perdita a motivo di Cristo, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo” (Fil 3,8).
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Attenzione: la porta non solo è stretta, ma rimane aperta per poco tempo. Il maestro ci invita a non rimandare, a vivere il presente come un’occasione unica e irripetibile. Non c’è tempo da perdere. Nessuno ha la salvezza assicurata, tutti dobbiamo metterci in cammino, adesso, ora. Non aspettare che l’angelo Gabriele ti mandi una mail o che il papa Francesco ti faccia una telefonata dal Vaticano…
Coloro che rimangono chiusi fuori gridano: “Signore, aprici!”. Ecco: iniziamo adesso a rivolgere al Signore questa preghiera: “Signore, aprici! Apri il nostro cuore tiepido e riempilo del fuoco dell’amore. Apri le nostre menti ottuse e illuminaci con i doni del tuo Spirito. Apri le nostre orecchie e facci attenti ascoltatori della tua Parola. Apri le nostre mani chiuse nel possesso e insegnaci l’arte del servizio e della compassione. Apri le nostre labbra e insegnaci parole di misericordia, di speranza e di perdono. Apri i nostri occhi e facci capaci di riconoscere il tuo volto nel volto dei poveri, degli ultimi e degli abbandonati.”
Un abbraccio,
don Roberto
Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.
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