TUTTO È DONO
Eccoci nuovamente con una parabola meravigliosa. Il maestro non smette di sorprenderci!
Il padrone di casa esce all’alba per cercare operai per la sua vigna. Alle sei di mattino arruola il primo gruppo e stabilisce la paga: un denaro, una cifra niente male. Poi esce alle nove, a mezzogiorno, alle tre e alle cinque, e ogni volta arruola nuovi operai, ma senza parlare della ricompensa. Alla fine della giornata, al momento del pagamento, il padrone inizia dagli operai delle cinque del pomeriggio e li ricompensa con un denaro. A questo punto, l’abile penna di Matteo crea la suspence: se agli ultimi viene dato un denaro, ai primi che hanno lavorato tutto il giorno cosa darà il padrone?
Ma le speranze dei lavoratori della prima ora vengono subito sgonfiate: anche a loro, infatti, viene consegnato un denaro, il prezzo stabilito al momento dell’ingaggio.
Proprio qui, in quest’ultimo passaggio, sta il centro della parabola. Gli operai della prima ora si aspettavano qualcosa in più, erano convinti di essersi meritati una paga più alta. La parabola mette in luce una tentazione sempre attuale nel nostro cammino di fede. Il rischio è quello di imbarcarsi con Dio in un rapporto di tipo sindacale e lasciarsi guidare dalla logica del merito. Il profeta Isaia, nella prima lettura, ci ricorda che Dio ragiona in un altro modo: “Le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri” (Isaia 55,8).
La logica di Dio non è quella del merito, ma quella della grazia.
Noi ci preoccupiamo di comportarci bene, di meritarci i suoi favori, di conquistare la vita eterna, e Lui continua a sorprenderci, a scardinare le nostre logiche umane ristrette e zoppicanti. Basta sfogliare il Vangelo: il figlio fuggitivo della parabola si è forse meritato l’accoglienza strabordante del padre? Zaccheo cosa ha fatto di speciale per meritarsi il privilegio di ricevere il maestro in casa sua? I dodici discepoli che meriti potevano vantare per essere arruolati dal maestro?
La samaritana aveva forse qualche merito speciale per ricevere il segreto dell’acqua viva? E solo per fare qualche esempio…
La nuova e dirompente logica di Dio che questa parabola ci mette davanti agli occhi, dovrebbe “punzecchiare” soprattutto quelli che si sentono giusti, a posto, meritevoli; come gli operai della prima ora o il fratello maggiore della parabola del padre misericordioso.
Gesù ci mette in guardia dall’orgoglio spirituale e ci chiede una profonda conversione: dalla logica del merito alla logica della grazia.
Coraggio amici, tutto è un dono, tutto è grazia, ma per riceverlo dobbiamo imparare a stare a mani vuote.
Un abbraccio
Uniti nella preghiera
Don Roberto
Se vuoi leggere qualcosa per nutrire lo spirito, mi permetto di consigliarti il mio libro: “A mani vuote, l’alfabeto della preghiera”, edito con Ancora. È un libro piccino, da leggere e da sperimentare. È disponibile anche in formato e-book.
Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web
Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.
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