La lettura del Vangelo della festa di Cristo Re ci invita a fissare lo sguardo sulla Croce. Solo contemplando il Cristo crocifisso possiamo scoprire la novità inattesa e inaudita della sua regalità.
Certo: molti sono rimasti delusi, apostoli compresi. Chi si aspettava un messia potente e vittorioso, non ha potuto fare altro che burlarsi del nazareno crocifisso. Chi si aspettava un Dio con la bacchetta magica che aggiusta i problemi degli uomini, ha cercato altrove un Dio fatto a su misura. Chi si aspettava un riformatore delle liturgie del tempio, ha trovato una magra consolazione tra incensi e candele.
Solo lo scandalo della nudità crocifissa di Gesù svela il vero volto di Dio. Lui, falegname di provincia, trascrizione carnale della passione d’amore del Padre è il volto umano di Dio e il volto divino dell’uomo. L’anno liturgico finisce con una scossa di terremoto: quell’uomo appeso alla Croce è il tuo Re, il tuo Dio.
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Un Re che ha scelto una croce per trono, un Re che dà la vita per tutti e perdona tutti. Un Re che dalla croce raggiunge il luogo piú lontano da Dio stesso, perché nessuno – mai piú – si senta lontano da Lui. Un Re che muore solo, abbandonato, nudo e straziato. Un Re che muore con le braccia aperte, un abbraccio lanciato fino ai confini del mondo, un abbraccio che inaugura una nuova aurora di speranza, un grido di vittoria: “È vivo!”
Nemmeno la morte ha potuto distruggere l’amore del Re Crocifisso. Proprio quando il male crede di aver vinto, perde tutto. Crede di aver rubato la vita, crede di aver messo le mani sul Figlio di Dio, ultima preda del maligno. Ma è Lui, il Re Crocifisso, a mettersi nelle mani di tutti e, dal trono del Croce, rivela la sua vera identità: l’amore.
Questo è il nostro Re. Questo è il nostro Dio.
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don Roberto
Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.
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