MIO SIGNORE E MIO DIO
É la sera del giorno di Pasqua. Dopo che Pietro e il discepolo amato sono corsi al sepolcro, e Maria Maddalena ha annunciato a tutto il gruppo quello che il Signore le aveva detto, i discepoli rimangono blindati in casa. Hanno paura. Non sanno cosa fare. Sono smarriti come pecore senza pastore.
Ma Gesù, ancora una volta, li sorprende e si presenta in mezzo a loro. Lo hanno abbandonato e tradito, ma il Signore vuole stare con loro.
Mi commuove questa testardaggine di Gesù. I dodici ne hanno fatte davvero di tutti i colori, ma Lui non li abbandona. E come ha fatto con loro, cosí fa e farà anche con noi.
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Noi fuggiamo e ci nascondiamo, ma lui viene a cercarci. In qualunque guaio ci mettiamo, lui rimane con noi. Siamo suoi. Ci ama. A questo punto è bello ricordare le parole di Isaia: “Se dovrai attraversare le acque, saró con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, perché sono il Signore, tuo Dio” (Isaia 43, 2-3).
Sembra quasi che la bellissima professione di fede di Tommaso faccia eco alle ultime parole del profeta: Mio Signore e mio Dio. Lo chiamavano Didimo, che significa “il gemello”, anche se Giovanni non dice mai di chi. Forse l’evangelista non lo nomina perché il gemello di Tommaso sono io, sei tu, siamo noi.
Siamo suoi gemelli perché Tommaso è l’anello di congiunzione tra i primi discepoli che hanno visto il Risorto e noi che ne facciamo esperienza attraverso il loro annuncio e l’ascolto della Parola.
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Siamo suoi gemelli perché siamo in ricerca, perché non ci accontentiamo, perché vogliamo vedere e toccare il Risorto.
Siamo suoi gemelli, fratelli in Cristo, comunità di uomini e donne che si lasciano acchiappare dal suo amore paziente e testardo, Chiesa peccatrice e in cammino sulle orme del Risorto.
Un abbraccio,
don Roberto
Approfitto di questo spazio per condividere la pubblicazione del mio nuovo libro edito da Ancora: “Una carezza per tutti”. Si tratta di una riflessione sulle mani di Gesù nel Vangelo di Marco. Il Dio eterno e invisibile ha preso carne nella nostra carne, la sua passione d’amore continua a vibrare nella storia attraverso le nostre mani. Non dobbiamo dimenticarlo mai: siamo discepoli di un Dio che ha una carezza per tutti. Penso possa essere una buona lettura per il tempo di Quaresima…
Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.
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