MOLTIPLICARE L’AMORE
Leggo e rileggo questa parabola geniale di Gesú, mi sorprende la sua attualità. Davvero la Parola è viva ed efficace, tagliente come una spada a doppio taglio (Eb 4,12).
Il talento era una moneta che poteva pesare anche trentasei chilogrammi e il suo valore era di circa seimila denari. Visto che un denaro era la paga quotidiana di un operaio dei tempi di Gesù, un talento corrispondeva circa a diciassette anni di stipendio. Al primo servo, dunque, il padrone consegna l’equivalente di centosettanta anni di retribuzione, al secondo l’equivalente di ottantacinque anni e, all’ultimo, l’equivalente di diciassette anni.
Questa esagerazione, tipica di molte parabole di Gesú, ci fanno intuire la grandezza, la sproporzione e l’esagerazione dell’amore del Padre per ciascuno di noi. Non ci ha amato con il contagocce, non ha impaccato un regalo riciclato. Il Padre ci dà tutto, ci dà suo Figlio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16).
Questo è il talento che abbiamo ricevuto: lo Spirito del Figlio che ci fa vivere da fratelli. E cosa ne abbiamo fatto? A chi assomigliamo: ai primi due servi o all’ultimo? Che cosa stiamo facendo con lo Spirito del Figlio che abita in noi? Lo facciamo fruttificare o lo abbiamo sotterrato tra le macerie delle nostre paure e delle nostre pigrizie?
E forse dovremmo provare a interrogarci anche come comunità e non solo come singoli. Possiamo correre il rischio di cedere comunitariamente all’insidia della paura e accontentarci bonariamente del bel talento sotterrato dalla ripetitività e dalla tiepidezza.
Avanti dove l’acqua è bassa.
Si è sempre fatto così.
L’importante è mantenere le apparenze.
Se Gesù avesse seguito questo progetto pastorale sarebbe morto a 102 anni seduto comodamente su una bella poltrona…
Coraggio, cari amici! Non dobbiamo avere paura, facciamo fruttificare il dono inestimabile che abbiamo ricevuto. Moltiplichiamo l’amore, la misericordia e la tenerezza. Su questo saremo giudicati. Nel giorno del giudizio il Padre non conterà i nostri peccati, ma l’amore. L’amore che abbiamo donato, l’amore che abbiamo accolto, l’amore che abbiamo fatto germogliare nei sentieri della nostra esistenza.
Un abbraccio
don Roberto
Se vuoi leggere qualcosa per nutrire lo spirito, mi permetto di consigliarti il mio libro: “A mani vuote, l’alfabeto della preghiera”, edito con Ancora. È un libro piccino, da leggere e da sperimentare. È disponibile anche in formato e-book.
Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.
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