IL RE DEI GIUDEI
Hanno dovuto metterti un cartello sopra la testa, altrimenti nessuno ti avrebbe riconosciuto: “Il re dei Giudei”. Hai deluso tutti. Le tue parole e i tuoi gesti hanno sparso il profumo della libertà e della vita, li hai entusiasmati, hai fatto esplodere un sussulto di novità, ma ora ti hanno appeso ad una croce.
Tutto è finito. Hai deluso tutti.
I tuoi, quelli che tu hai scelto uno per uno chiamandoli per nome, ti hanno lasciato solo. Sono scappati. Forse per paura, forse perché sono codardi; o forse perché si sono sentiti traditi. Sí, traditi. Si aspettavano un re vittorioso, speravano che finalmente fosse arrivato il momento di restaurare del Regno di Israele, ma si sono sbagliati. Li hai delusi: si aspettavano un altro Dio. Cosa se ne fanno di un Dio che si mette in ginocchio e lava i piedi? Cosa se ne fanno di un Dio che si fa catturare come un sacco di patate dai soldati romani? Loro volevano un Dio potente, un Dio vittorioso, non un Dio che cavalca un asino e si riveste di un grembiule.
I discepoli, delusi, ti hanno lasciato solo. Giuda si è sentito tradito e ti ha venduto. Pietro ha ripetuto per tre volte che non ti conosce. Ed è vero: non ti conosce, non sa chi sei. Non sa ancora chi sei.
Sono passati più di duemila anni e sei ancora lì, su quella croce. Ancora lo stesso cartello. E ancora non ti conosciamo. Ci sentiamo delusi, come i discepoli. Vogliamo un Dio con la bacchetta magica che sistema tutti nostri casini e i nostri errori. Non ti sopportiamo quando ci tratti da adulti, ci prendi sul serio e ci fai ricordare che la vita è nelle nostre mani, che ci hai fatti liberi di amare e di odiare, di fare la pace o fare la guerra, e che la colpa non è tua se dai nostri errori non siamo capaci di imparare nulla.
Ci sentiamo traditi, come Giuda. Ti abbiamo svenduto. Chi piú chi meno, tutti ti abbiamo svenduto. Preferiamo altri dei, preferiamo cammini meno esigenti e con ricompense piú allettanti. Preferiamo sgambettare nell’acqua bassa, non correre troppi rischi, stare al sicuro. Giuda si è messo al sicuro con trenta denari, molti dei suoi seguaci ti hanno tradito anche per molto meno.
Ci sentiamo come Pietro. Meglio: siamo come Pietro. Non ha mentito quando ha detto che non ti conosce, nemmeno noi ti conosciamo. Forse ci illudiamo di conoscerti, di sapere qualcosa di te, di aver letto qualche libro o aver ascoltato qualche riflessione che ci ha fatto intuire qualcosa di te. Però no, non ti conosciamo. Se solo ti conoscessimo un pochettino, la nostra vita sarebbe molto diversa.
Siamo un disastro, Gesù.
Ma tu, da quella croce, non giudichi nessuno.
Ti sei fatto carne della nostra carne, sei entrato dentro la nostra storia, sei salito su quella croce, hai scelto il posto più lontano da Dio perché nessuno si senta più lontano da Lui. Su quella Croce, insieme a tutti i crocifissi della storia piantati nel cuore del mondo, si consuma il delitto più atroce della storia: si uccide Dio. Ma allo stesso tempo, si svela la verità più luminosa della storia: Dio è amore.
Un abbraccio,
don Roberto
PS. Per le vostre letture quaresimali e pasquali, mi permetto di proporvi un mio libro edito con Ancora alcuni anni fa: Risorgere e altri “ri” del Vangelo. Spero vi aiuti a riscoprire la presenza di Cristo nella vostra vita rilanciarla sulle strade della missione …
Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.
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