La fede rigenera
“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata” queste parole di Gesù sono il centro del brano evangelico che vede come protagonisti un uomo importante nella comunità e una donna che invece è ai margini perché sofferente di una patologia che la rende inabile a stare con gli altri.
A ben vedere c’è un padre che ha perso la propria figlia e una donna che è esclusa dalla maternità a causa della malattia di cui soffre. Entrambi non si arrendono e cercano la loro guarigione nel contatto con Gesù. Il primo gli dice: “imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà” e la seconda pensa: “Sarò salvata se riuscirò a toccare il suo mantello”.
Sono due modi di sperare ma uniti dall’unico desiderio di entrare in contatto con Gesù perché solo attraverso di Lui si giunge alla vita, lì dove il cuore tende. Se i nostri occhi spesso non vedono altro che morte il contatto con Gesù ci permettere di andare oltre e vedere l’opera di Dio. Alle parole del papà della fanciulla morta e al gesto silenzioso della donna, entrambi pieni di fede, Gesù reagisce facendosi condurre dalla preghiera dell’uomo e mostrando il suo volto a colei che gli aveva toccato da dietro il mantello.
La fede che si fa preghiera di speranza e invocazione di aiuto “smuove” il Signore, avviene veramente un contatto personale per il quale Dio non appare più distante o addirittura avversario, ma vicino, comprensivo, compagno di strada. È proprio qui che avviene il primo miracolo perché la fede ci aiuta a vincere la paura, i sensi di colpa, i pensieri negativi che ci bloccano nella rabbia e nella rassegnazione. Il Signore ci segue nei nostri percorsi, quando lo chiamiamo Lui ci guarda negli occhi e ci infonde coraggio: la tua fede può cambiare la tua vita!
Gesù ha anche atteggiamenti duri nei confronti di chi invece osteggia la fede, mortifica la speranza, umilia la carità. Sono i professionisti del lamento, quelli che intonano le nenie funebri del tutto va male. Nei momenti bui puoi trovare quelli che fomentano la rabbia, che cavalcano l’onda dello sdegno, che incitano alla aggressività, che dispensano abbracci mortali perché depressivi.
Da questi bisogna prendere le distanze, è necessario cacciarli dalla propria vita perché Dio possa invece condurci a contemplare la sua opera. Egli infatti continua a prenderci per mano e sollevarci. Quello che gli uomini e le donne senza fede vedono come una fine ineluttabile e definitiva, come un disastro senza ricostruzione, con Gesù si rivela invece come un passaggio dal sonno al risveglio, dal peccato alla comunione, dalla morte alla vita.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
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Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 18-26
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Parola del Signore.