La fede è una scelta che va sempre sottoposta a verifica –
San Domenico
L’evangelista Matteo sceglie un luogo significativo come Cesarea di Filippo per narrare il dialogo tra Gesù e i suoi discepoli in cui fare una sorta di verifica circa la relazione con lui. La verifica è una tappa importante in ogni cammino formativo perché chiude una fase per poterne aprire un’altra. In questo caso Gesù ha maturato la convinzione che il Padre lo chiama ad una missione altissima, la salvezza dell’uomo, ma attraverso la sofferenza e la morte. Dio Padre sta rivelando gradualmente al Figlio la via da percorrere. Quest’opera di discernimento della propria vocazione può avvenire solamente in un contesto di preghiera che non è da ridurre semplicemente ai riti, ma è una disposizione permanente di ascolto della voce del Padre e docilità ad attuare la sua volontà.
La verifica avviene alle sorgenti del fiume Giordano che letteralmente significa “Colui che scende”. Nella storia biblica il Giordano ha significato sempre momenti di passaggio da una condizione precedente ad una nuova. Così per il popolo d’Israele il passaggio del Giordano segnò la conclusione del pellegrinaggio nel deserto e l’ingresso nella Terra Promessa. L’immersione nel Giordano segno il termine dei trent’anni di silenzio e l’inizio della missione di Gesù. Prima di attraversare il Giordano Giosuè chiese al popolo di decidere chi amare/servire: Dio d’Israele o gli dei dell’Egitto. Ecco che la verifica consiste nel domandarsi di chi essere discepoli per scegliere chi seguire o da chi lasciarsi guidare. Ecco allora che Gesù, come Giosuè, prima di iniziare la fase decisiva del cammino del discepolato, domanda: chi sono per voi?
La risposta di Pietro è chiara, teologicamente perfetta, è ispirata. Pietro non esprime il suo pensiero, ma fa la professione di fede della chiesa. La professione di fede non è un’opinione personale, ma è una verità non manipolabile in base ai gusti dei singoli. Chi fa la professione di fede dà voce alla parola del Padre: tu sei il Cristo, il Figlio di Dio. Il problema nasce quando si parla partendo dai ragionamenti comuni che aborriscono a priori la sofferenza e la morte considerata una iattura da esorcizzare evitando persino di parlarne.
Che fede è quella che seleziona gli articoli del credo separando la gloria dalla sofferenza, Dio dall’uomo, la giustizia dalla misericordia? Satana, l’avversario, è il Diavolo, colui che divide. Il demonio, prima che separare contrapponendo le persone, agisce interiormente per operare una scissione di cose che per loro natura sono complementari e non potrebbero vivere da sole o assolutizzate. Il male s’inserisce dentro di noi sfruttando le fratture che operiamo quando scindiamo la fede dalla vita, la sfera privata dalla vita pubblica, ciò che pensiamo e quello che diciamo, quello che abbiamo ricevuto da quello che dovremmo restituire. Ogni qualvolta giudichiamo separando l’immaginario di una persona da quello che realmente è, la riduciamo a oggetto, idealizzato se ci è utile, demonizzato se non lo è più.
Lasciamoci interpellare dalla parola di Dio perché ognuno possa verificare se lo stia seguendo veramente oppure se i ragionamenti umani, ispirati da Satana, sono un ostacolo affinché il Signore possa trasformarlo in pietra d’angolo che sostiene la sua Chiesa.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
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Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16, 13-23
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Parola del Signore.