La Strada insegna a vivere
Nel racconto del paralitico guarito le parole di Gesù sono due: un indicativo che rivela l’azione di Dio e l’imperativo che provoca quella dell’uomo che è risposta alla chiamata di Gesù.
Nella pagina del vangelo di oggi c’è prima un imperativo, con relativa risposta di Matteo e poi la spiegazione che rivela l’intenzione di Dio. I comandamenti sono un invito esigente di Dio che mira non tanto a risposte formali nei quali si dà a Dio qualcosa, ma punta a fare di se un dono d’amore gratuito come il Signore fa con noi.
Come il paralitico anche Matteo rispondendo al comando di Gesù si alza, passando da uno stato di stasi, di dipendenza, di blocco, ad una dimensione di libertà. Seguire Gesù significa percorrere con lui la strada lungo la quale s’impara il senso della vita. Infatti, replicando a coloro che si scandalizzavano del fatto che mangiasse con i pubblicani e i peccatori, Gesù dice: “andate e imparate”.
La vita vera non è quella che mi costruisco entro sistemi di pensiero, di abitudini, di tradizioni, d’interessi, ma quella che vivo per strada, cioè nelle relazioni senza filtri, dogane, condizioni, pregiudizi. Matteo lavorava a Cafarnao all’ufficio della dogana dove per avere libero accesso alle strade del commercio bisognava pagare una tassa. Sulla via di Gesù s’impara che la vita non è semplicemente commercio, scambio di beni. Naturalmente questo vale anche nel rapporto con Dio.
I sacrifici potrebbero essere intesi come forme di commercio con il Signore per ricevere da lui benedizioni e benefici. Con Gesù s’impara il valore vitale della misericordia, dell’amore gratuito. È qui che s’impara l‘arte dell’accoglienza, la pazienza nell’accompagnarlo, l’umiltà nell’ascoltarlo, la cura nell’accudirlo, la libertà nel lasciarlo andare.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
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Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 9-13
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.