La gioia è Vangelo
Il termine “Visitazione”, che definisce la festa di oggi, fa riferimento all’incontro tra le due donne accomunate, non solo dalla parentela, ma soprattutto dal fatto di essere state “visitate” dalla misericordia di Dio e benedette dal dono della maternità.
Nell’Antico Testamento il verbo visitare, attribuito a Dio, spesso ha un significato ispettivo. Questa accezione è rimasta nel nostro linguaggio quando ci riferiamo per esempio ad una visita medica per indagare sulla causa di alcuni sintomi. Tuttavia la visita esprime anche il desiderio di rendersi presenti all’altro per dargli conforto soprattutto in momenti di particolare dolore o gioia. Come nel racconto dell’evangelista Luca, visitare significa farsi prossimo con sollecitudine e delicatezza per condividere gioie e dolori e comunicare una parola che apre alla speranza e alla riconoscenza.
L’annunciazione a Zaccaria nel tempio di Gerusalemme e a Maria nella casa di Nazaret sono due esperienze di visitazione di Dio che, con la Sua Parola, benedice e rivoluziona il cuore di chi l’accoglie riempiendolo di gioia. Maria, credendo alla Parola di Dio e mettendosi a disposizione perché essa possa compiersi, diventa la prima missionaria e segno della visita di Dio che porta la gioia.
Elisabetta, ispirata dallo Spirito Santo, riconosce, come Davide davanti all’Arca dell’Alleanza, la presenza di Dio, apre la sua bocca per congratularsi con Maria, la benedetta, e benedire Dio. In questo incontro tutto parla di gioia semplice ma profonda. A partire dal sussulto di gioia del bimbo nel grembo di Elisabetta, passando per l’esultanza di Maria che canta la potenza della misericordia di Dio, si giunge alla benedizione entusiasta di Elisabetta. La visita di Dio contagia di gioia tutti coloro che lo incontrano attraverso i suoi apostoli.
La gioia di Dio è contemplare la bellezza della sua creatura che ama con libertà ed a sua volta generatrice di carità. La gioia dell’uomo è quella di veder realizzare il sogno di Dio sulla sua creatura. Il motivo della gioia è nient’altro che il riconoscimento e il godimento della gioia dell’altro. La gioia è già vangelo!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
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Fonte – Mater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
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Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.