don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo di oggi 23 Ottobre 2019

Il tempo del discernimento tra le aspettative di un dipendente e l’attesa di un innamorato

Mercoledì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Un operaio aspetta con ansia la sua paga e un innamorato attende il momento in cui potrà incontrare la sua amata. La differenza tra un operaio e un innamorato non consiste tanto nell’aspettativa o nel modo in cui si attende, ma nell’oggetto del desiderio. L’operaio attende la ricompensa mentre l’innamorato desidera la persona. L’aspettativa di ricevere genera una tensione che stanca e, quando si prolunga, si trasforma in rabbia. L’attesa di una persona, alimentata dal desiderio d’incontrarla per dirle e darle il proprio amore, allarga gli spazi del cuore perché, giungendo l’ora, possa accoglierla così come è e prendersi cura di lei.

Il tempo dell’attesa non è un tempo vuoto se lo si vive come opportunità di purificazione interiore e come occasione di conversione. Essa consiste nel passare dal punto di vista di chi, eseguendo dei comandi ed esercitando il suo dovere, aspetta dei risultati che lo gratificano, a quello di colui che pone al centro della sua attenzione le persone che gli sono state affidate perché se ne prenda cura. 

Il tempo della preparazione alla scelta che determina il proprio stato di vita, da sposati o da consacrati, oppure che orienta verso la professione, è tempo di discernimento nel quale si determina l’oggetto del desiderio e, di conseguenza, anche lo stile dell’attesa. 

Il tempo dell’attesa è tempo di crescita nella misura in cui la legge, la volontà del padrone di casa, viene interiorizzata e diventa quella che il servo dà a sé stesso. Una persona, da bambino prima e adolescente dopo, diventando giovane e finalmente adulto, matura gradualmente la capacità non solo di fare quello che uno più grande gli ordina, ma soprattutto fa della legge che deve applicare la volontà di prendersi cura di altre persone.  

Prepararsi alla vita coniugale o a quella sacerdotale oppure a quella di speciale consacrazione, richiede un cammino formativo che miri alla trasformazione del modo di pensare e del modo di amare. Il pragmatismo è utile solo nella misura in cui si coniuga con una crescente sensibilità alla cura delle relazioni e alla persona. 

Il sano e opportuno discernimento è l’attività propria della coscienza di ciascuno che non è delegabile a nessuno. Il discernimento dei desideri aiuta a distinguere tra le aspettative di ricevere e l’attesa dell’incontro per prendersi cura. Fatta questa distinzione si orienta l’ambizione, cioè lo slancio della volontà o verso l’accrescimento e l’accumulo per sé (ad ogni mezzo, lecito e illecito) oppure verso la responsabilità di amare, prendendosi cura dei fratelli, senza pretendere nulla da loro.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!

Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
 

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 39-48
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
 
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
 
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
 
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
 
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
 
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Parola del Signore

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