Se Lo cerchi, lo trovi โฆ quando lo trovi, scegli di amarLo – EPIFANIA DEL SIGNORE โ Lectio divina
Dal libro del profeta Isaรฌaย (Is 60,1-6)
La gloria del Signore brilla sopra di te.
รlzati, rivestiti di luce, perchรฉ viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
- Pubblicitร -
Poichรฉ, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
- Pubblicitร -
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterร e si dilaterร il tuo cuore,
perchรฉ lโabbondanza del mare si riverserร su di te,
verrร a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderร ,
dromedari di Mร dian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.
La luce splende nelle tenebre
Lโautore di questo oracolo profetico riprende il messaggio consolatore dei capitoli 40-55 rivolto alla comunitร dโIsraele invitata a ritornare nella propria terra, da cui era stata deportata, accogliendo lโinvito del Signore. Dio aveva inviato nella terra di esilio i messaggeri per annunciare al popolo lโimminente venuta del Signore che, come un pastore, avrebbe ricondotto a casa le pecore perdute dโIsraele. In questo oracolo domina lโimmagine della luce.
ร il simbolo della gloria di Dio che si manifesta nellโatto di partecipare al popolo il suo splendore e la ricchezza del suo amore. Spogliato della sua dignitร e privato di tutto con lโesilio, Israele diventa oggetto di benevolenza di Dio che si rivela come aiuto dei deboli, difensore dei poveri. Se il peccato riporta il mondo nella condizione caotica antecedente alla creazione, lโintervento di Dio, che viene a salvare, ricostituisce lโuomo nella sua dignitร di partner dellโalleanza con Lui.
Come Dio aveva rivestito Adamo ed Eva dopo il loro peccato (Gn 3,21), cosรฌ Egli offre ai suoi figli il vestito di luce. Lโoracolo di Isaia puรฒ essere letto in chiave battesimale. Gesรน, avvolto nelle bende, si riveste dellโumanitร ferita dal peccato. Dio viene nel mondo immerso nelle tenebre come luce, affinchรฉ la vista annebbiata dal peccato diventi visione contemplativa del mistero di Dio.
Lo sguardo sconsolato e depresso, rivolto in sรฉ stessi, si alza a riconoscere che non si รจ piรน abbandonati al proprio destino ma che Dio sta venendo incontro per fare del suo popolo un faro di speranza e di consolazione per tutti i popoli. La tenebra del peccato chiude nellโisolamento ed erige un muro di separazione, al contrario la luce che viene dallโalto, diradando il buio, opera la riconciliazione.
Da qui lโinvito ad abbassare le difese e ad accogliere la luce che viene da Dio e le ricchezze che gli uomini si scambiano per crescere nella fraternitร che รจ il segno piรน bello della presenza di Dio in mezzo al mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesรฌniย (Ef 3,2-3.5-6)
Ora รจ stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesรน, a condividere la stessa ereditร .
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi รจ stato fatto conoscere il mistero.
Esso non รจ stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora รจ stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesรน, a condividere la stessa ereditร , a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
Il sogno di Dio: unica famiglia umana
Paolo si presenta agli Efesini come ยซil prigioniero di Cristo per voi paganiยป. Il legame che unisce Paolo a Gesรน รจ forte come le catene che assicurano il prigioniero al ceppo della sua cella. Saldo รจ anche il rapporto che lโapostolo ha con la Chiesa dalla quale non fugge anche se soffre. Si sente talmente vincolato dallโamore di Cristo e per la Chiesa che, nonostante tutte le difficoltร rimane fedele alla missione che ha ricevuto.
Egli รจ diventato banditore del vangelo della gioia che รจ piรน grande delle sofferenze che si trova a patire, insieme a tutti i fratelli nella fede. Egli sa di partecipare alla passione di Cristo per condividere con Lui anche la gioia della risurrezione che non รจ una realtร futura ma una grazia presente nellโoggi del comune pellegrinaggio terreno. Paolo, messo a parte della Veritร per la quale Gesรน Cristo รจ morto ed รจ risorto per abbattere tutti i muri separatori e fare di tutti un popolo solo che renda gloria a Dio, riceve anche la missione di essere annunciatore della universale vocazione alla santitร .
Tutti sono destinatari del dono di Grazia mediante il quale si diventa consustanziali di Dio, figli suoi, membra del suo corpo che รจ la Chiesa. Paolo, dunque, interpreta la sua missione non semplicemente come un divulgatore di una dottrina, ma come un uomo che si rivolge ai suoi fratelli, senza distinzione di razza, cultura o religione, per narrare il Vangelo a partire dalla propria esperienza di โgraziatoโ. Amato dal Padre, Illuminato da Cristo, istruito dallo Spirito Santo, Paolo svolge il suo ministero andando incontro a tutti affinchรฉ ognuno possa trovare la strada che lo conduce alla pace della comunione con Dio e alla gioia della riconciliazione nella Chiesa.ย
+ Dal Vangelo secondo Matteoย Mt 2,1-12
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.
Nato Gesรน a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: ยซDovโรจ colui che รจ nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarloยป. Allโudire questo, il re Erode restรฒ turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: ยซA Betlemme di Giudea, perchรฉ cosรฌ รจ scritto per mezzo del profeta: โE tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero lโultima delle cittร principali di Giuda: da te infatti uscirร un capo che sarร il pastore del mio popolo, Israeleโยป.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviรฒ a Betlemme dicendo: ยซAndate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando lโavrete trovato, fatemelo sapere, perchรฉ anchโio venga ad adorarloยป.
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finchรฉ giunse e si fermรฒ sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per unโaltra strada fecero ritorno al loro paese.
LECTIO
Lโevangelista Matteo, dopo aver narrato la nascita di Gesรน, presentando lโevento dal punto di vista di Giuseppe, passa a raccontare lโincontro con il bambino da parte di un gruppo di personaggi appartenenti alla categoria dei ยซMagiยป. Nella narrazione si creano delle relazioni tra i personaggi che sโinseriscono nellโintreccio delle categorie del tempo e dello spazio. La trama del racconto prende avvio da una introduzione in cui lโevangelista contestualizza i due incontri, con Erode a Gerusalemme e quello col bambino a Betlemme.
I primi giorni del re dei Giudei si sovrappongono agli ultimi del re Erode quasi a creare un raffronto tra colui a cui appartengono le persone, sulle quali รจ chiamato ad esercitare il governo, e chi, invece, si reputa possessore della terra, riducendo tutto ad oggetto. Si crea una tensione tra il sorgere e il tramontare, lโinizio di unโera nuova e dinamica e la fine di unโepoca oramai vecchia e statica. I Magi sono uomini in cammino di ricerca, non di segreti nascosti nella natura, ma del ยซre dei Giudeiยป. Il loro viaggio รจ di andata e di ritorno ma con itinerari diversi. Il viaggio di andata ha delle tappe. Senza scendere nei particolari, la prima scena si svolge a Gerusalemme che fa da scenario al primo incontro. Si nota un gioco di parole nel testo greco.
I Magi provengono da oriente, ovvero dal luogo in cui sorge il sole, e hanno visto ยซsorgereยป la stella del ยซre dei Giudeiยป che รจ il nuovo sole, quello che non tramonta. Erode vive come se i suoi giorni non avranno fine e presume di essere il solo potente come il sole. Nelle parole dei Magi sembra esserci un richiamo implicito alla profezia di Balaam la cui vicenda รจ riportata nel Libro dei Numeri nei capitoli 22 e seguenti. Si narra di un โmagoโ, proveniente dalle sponde dellโEufrate, che riconosce YHWH come suo Dio e benedice Israele, nonostante il re Moabita Balak, acerrimo nemico dโIsraele, voglia costringerlo a maledire le tribรน di Giacobbe.
Il mago Balaam nellโultima delle visioni in cui contempla lโopera benedicente di Dio su Israele, dice: ยซIo lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israeleโฆยป (Nm 24, 17). Ciรฒ che il mago Balaam vede in un futuro lontano, i magi vedono nel presente. Anchโessi hanno una visione di un segno che interpretano come la nascita del re dei Giudei come aveva profetizzato il loro predecessore Balaam. La profezia pronunciata da uno straniero rivela che Dio orienta il cammino di tutti, anche di coloro che sono distanti e diversi da Israele, verso lโincontro con Lui. La rettitudine della coscienza e la luciditร di giudizio sono doni e capacitร dati potenzialmente a tutti e non un privilegio riservato a pochi eletti.
Qualche esegeta ha intravisto nella figura dei magi i Giudei deportati che erano rimasti in terra di esilio e che avevano perso tutto, ma avevano conservato nel cuore la speranza. Grazie ad essa trovano forza nel segno che li attrae e li chiama verso lโincontro. Tra i destinatari del vangelo di Matteo ci sono anche quei cristiani, di origine ebraica, che a causa delle persecuzioni a Gerusalemme, o del pericolo dovuto alle ribellioni contro il governo romano, erano fuggiti lasciando la loro casa e trapiantandosi in terre straniere. Anchโessi avevano perso tutto, ma identificandosi con i Magi, possono riconoscere che anche in loro alberga la speranza, luce che permette di vedere e intraprendere la strada della salvezza che Dio traccia anche nel deserto. ร interessante notare la concatenazione delle domande e lโaccumulo dei titoli attraverso i quali viene delineata la speranza dโIsraele e del mondo intero. I Magi, rivolgendosi a Erode, cercano il luogo nel quale รจ nato il ยซre dei Giudeiยป. A sua volta il re interroga i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo sul luogo della nascita del Messia. Essi, citando la Scrittura, confermano il dato giร anticipato da Matteo.
Le profezie concordano nellโindicare a Betlemme, la cittร di Davide, il luogo dโorigine di colui che รจ chiamato da Dio a governare il popolo come il โPastoreโ. Lโevangelista pone le basi per quel cammino di fede, a cui sono chiamati tutti gli uomini che conservano nel cuore la speranza, nel quale rispondere alla vocazione di seguirlo fino allโora della croce a Gerusalemme, per poi lasciarsi radunare in Galilea dal Crocifisso risorto, dopo essere stati dispersi a causa della prova, e finalmente andare sulle strade del mondo stracciate dal Signore ad evangelizzare. I magi, dunque, sono immagine dellโuomo in ricerca di Dio che ha posto in essi il seme della speranza. Essa conferisce allโumiltร un grande valore.
La speranza coniuga la consapevolezza della propria insufficienza e povertร con il bisogno di salvezza. Essi si sentono mancati, bisognosi, dโincontrare quel re, pastore buono, che non esige nulla ma al quale offrire il tesoro della propria vita. La speranza รจ qualcosa di piรน del bisogno o del desiderio, ma รจ la forza attrattiva dellโamore che determina il cammino di ricerca di colui al quale donare la propria vita. Lโitinerario di fede diventa cammino di amore che matura come servizio donato e non semplicemente prestato. La stella รจ la voce di Dio nella propria coscienza che nel silenzio si propone allโattenzione di chi educa il proprio cuore allโascolto.
I magi diventano inconsapevoli messaggeri del vangelo. Il lettore, mettendosi nei panni del giusto Giuseppe, sa che il bambino, generato in Maria dallo Spirito Santo e nato a Betlemme, รจ il segno della venuta di Dio in mezzo al suo popolo, come aveva promesso. Lo sa anche Erode che Dio aveva promesso di inviare il Messia che lui percepisce come avversario. La reazione di Erode รจ simile a quella degli indemoniati che temono il potere di Dio. La salvezza รจ percepita come dannazione perchรฉ in essi non regna la speranza ma la disperazione in quanto il loro cuore piรน che tendere verso qualcuno da amare รจ avido di possesso.
Gerusalemme appare come una cittร spenta, come una lampada priva di olio. La stella non brilla su Gerusalemme perchรฉ la Parola di Dio รจ lettera morta. Non basta conoscere la Scrittura. Se essa non accende la speranza la profezia non ha piรน il sapore del vangelo ma di un annuncio di sciagura da cui difendersi in qualche modo. Dopo lโincontro con la cittร avviene quello con Erode che si sforza di appropriarsi nel potere dellโinformazione. I dati dellโinformazione sono utilizzati per il raggiungimento delle intenzioni segrete e inconfessabili. Dopo aver consultato i falsi sapienti, quelli cioรจ che mettono a servizio del potente la loro conoscenza, Erode si finge interessato alla ricerca dei magi e li invia come esploratori a Betlemme. Alla sinceritร dei magi, che si mettono sulle tracce della stella per raggiungere il bambino e adorarlo, si contrappone lโipocrisia e la falsitร di Erode che si serve di loro non per servire il re messia ma per avere il controllo anche su di lui. Lโinvio missionario dei magi non รจ come quello di Dio.
Quello dei magi รจ un viaggio missionario che nasce dal proprio cuore dove sorge la stella della parola di Dio nel firmamento della propria coscienza. Per quanto siano esatte le informazioni ricevute, non bastano per trovare la strada giusta. La chiesa deve verificare sรฉ stessa e riconoscere che a volte assomiglia alla cittร di Gerusalemme e il suo atteggiamento ricalca quello di Erode che, non avendo in sรฉ speranza, offre indicazioni ma senza coinvolgersi. Gesรน, il re dei Giudei, non impartisce ordini e disposizioni, ma si accompagna nel cammino dei missionari. Tuttavia, la vicenda mostra che anche da una Chiesa spenta e ripetitiva, in cui si insinuano segretamente logiche di potere, puรฒ venire un aiuto che indirizza il proprio cammino di fede.
I magi colgono nelle parole di Erode quello che รจ utile alla loro ricerca e al raggiungimento del loro obiettivo. Anche se notano qualcosa di strano, non si lasciano distrarre con il facile giudizio, dalla meta del loro pellegrinaggio e dal fine dei loro sacrifici. Lโesperienza, anche quella piรน contraddittoria, ha qualcosa da insegnare e la speranza ritorna a guidare i passi dei pellegrini, rianima la ricerca e la indirizza verso lโincontro con il bambino e sua madre Maria. I magi ritrovano la compagnia della stella che non li aveva mai abbandonati.
La luce che avevano visto nel suo nascere ora la contemplano nellโatto di precederli e fermarsi per attenderli. Ciรฒ che avviene a Gerusalemme รจ profezia della passione in cui la parola di Dio viene usata e trattata come un oggetto. La luce della sapienza divina sembra soccombere sotto i colpi di chi vorrebbe eliminarla del tutto. Con la risurrezione la luce si manifesta di nuovo. ร il Cristo risorto, il pastore che, come aveva preannunciato durante lโultima cena, dopo essere stato percosso e le pecore sono state disperse, le raduna di nuovo in Galilea.
A Betlemme che il re dei Giudei che li attende, come il Cristo Signore precede e attende i suoi apostoli sul monte della Galilea. I Magi, come gli apostoli, rispondono allโinvito loro rivolto mediante la parola del Vangelo che diventa luce che illumina di senso le parole della profezia che si compie. Colui che deve nascere a Betlemme รจ lo stesso pastore che deve essere percosso ma in fine radunare il suo gregge per percorrere le strade del mondo รจ annunciare il vangelo.
Il vertice del racconto si tocca quando i magi, seguendo la stella, giungono a destinazione. Essi entrano nella casa dove finalmente trovano il bambino che cercavano per adorarlo. Ciรฒ che ha mosso e accompagnato il cammino dei magi รจ stato il desiderio dโincontrare nel bambino il re dei Giudei. Per essi non รจ semplicemente lโerede al trono di una nazione, tra lโaltro tra le piรน piccole e senza una rilevanza particolare, ma riconoscono in lui il compimento della promessa di Dio di essere Lui stesso il Pastore dโIsraele, Colui che avrebbe fatto del suo popolo lo strumento attraverso il quale tutti i popoli lo avrebbero riconosciuto come loro Signore. La stella nel suo sorgere offre unโindicazione di tempo: รจ iniziato il tempo del compimento. La stella col suo precedere e fermarsi indica la direzione del cammino e lo spazio nel quale la ricerca trova il suo compimento. Il bambino รจ compimento della promessa di Dio e del desiderio dellโuomo. Nel bambino sโincontrano il mistero di Dio e quello dellโuomo.
Erode, venuto a sapere della nascita del Messia, cerca di conoscere il luogo segreto in cui รจ custodito. Per lui il bambino รจ un bottino da conquistare mentre per i magi รจ colui davanti al quale aprire il tesoro del cuore per mostrarlo e donarglielo. Lโingresso nella casa indica lโiniziazione nel mistero di Dio che fondamentalmente รจ relazione di amore come quella che unisce un bambino a sua madre. I magi, pellegrini della veritร , giungono al tempio in cui abita il Dio della tenerezza e dellโamore. Non sono registrati dialoghi verbali tra i magi e la madre di Gesรน ma nello sguardo silenzioso e contemplativo dei saggi orientali รจ contenuto tutto il tesoro di grazia che essi ricevono e offrono. Essi accolgono la rivelazione di Dio nella piccolezza del bambino e la tenerezza della madre. ร talmente profondo questo mistero che essi non possono restare in piedi ma devono piegarsi, farsi a loro volta piccoli, per lasciarsi rivestire dello splendore di quel dono incommensurabile che รจ lโamore di Dio.
I magi offrono al bambino ciรฒ che riconoscono di aver ricevuto da Dio. La loro missione non si esaurisce nel vedere ma culmina con lโofferta. Il tesoro รจ dono ricevuto e offerto. Come essi gratuitamente hanno ricevuto, cosรฌ gratuitamente danno. Lโadorazione รจ un atto di gratitudine e gratuitร , di riconoscimento umile dellโautoritร ed esercizio libero e consapevole del potere del servizio.
MEDITATIO
Se Lo cerchi, lo trovi โฆ quando lo trovi, scegli di amarLo
Erode aveva fatto di Gerusalemme una cittร meravigliosa il cui centro era il grandioso tempio. In realtร con la nascita di Gesรน a Betlemme era spuntata una stella ad indicare lโavvento del Messia il vero re dei Giudei. Questo รจ il grande evento che fa nascere uno stupore piรน grande della meraviglia suscitata davanti alla bellezza artistica di Gerusalemme. Si compivano cosรฌ le Scritture che, attraverso i profeti, avevano annunciato lโintervento divino volto a strappare da Gerusalemme lโabito del lutto per rivestirla di luce e ricolmarla di gioia.
Dopo saccheggi, devastazioni e umiliazioni, Gerusalemme era stata riedificata e rinobilitata da Erode. Ma si era trattato solo di un restauro senza un vero rinnovamento. La sua bellezza era solamente esteriore nascondendo dietro di essa il male che anche nel passato lโaveva portata alla desolazione. Isaia parla della luce che viene, annuncia lโavvento della gloria del Signore che brilla. Da qui lโinvito ad accoglierlo per lasciarsi illuminare dal di dentro e diventare segno luminoso per tutti. Dio accende la luce della speranza non dove vogliamo noi.
Non realizza i nostri sogni ma la sua volontร . Gesรน non nasce nel palazzo reale di Gerusalemme, ma in una stalla della periferica Betlemme. Mentre Erode รจ impegnato nel realizzare i suoi progetti di gloria Dio compie la sua promessa di salvezza. La visita inaspettata degli stranieri, che si erano fatti pellegrini per adorare il neonato re dei Giudei, getta nella confusione Erode e con lui tutta la cittร . La promessa di Dio di inviare a Israele un vero re e pastore era suonata come una utopia chiusa negli scaffali polverosi di biblioteche piene di libri scritti con una lingua che si pensava fosse ormai morta. Erode aveva preteso di incarnare quella promessa e di vestire i panni del re.
Le autoritร religiose si erano lasciate sedurre dalla bellezza della mondanitร e soggiogare dal fascino del potere. La Parola di Dio era diventata per loro unโopera letteraria da conoscere, non una speranza da coltivare. I Magi annunciano invece che la parola di Dio, sebbene sembrasse cenere, invece era fuoco vivo che aveva ripreso ad ardere. Essi fanno risuonare una parola dimenticata, una promessa sepolta sotto la coltre dellโindifferenza.
La paura di Erode ci mette in guardia dal materialismo che diventa criterio di base per costruire la vita sullโambizione e lโaviditร . I consiglieri religiosi di Erode denunciano con la loro inutile conoscenza delle Scritture la fede priva di slanci e di passione inibita dallโindolenza e dal fatto di accontentarsi di ricevere qualche briciola di consolazione con piccoli privilegi. I Magi, che non conoscono le Scritture, ci insegnano a decifrare i segni dellโopera di Dio e a rispondere al suo silenzioso invito ad andargli incontro. Gli occhi di questi sapienti sono vivi perchรฉ aperti e disponibili a cogliere la novitร attesa e desiderata. Essi si alzano e si mettono in cammino perchรฉ riconoscono di essere stati raggiunti da un annuncio stupendo. Lo stupore รจ proprio degli umili che si lasciano provocare e si danno da fare.
La domanda che muove i magi รจ propriamente quella che anima lโamato a cercare il volto dellโamata. La stella che brilla nel cielo della loro coscienza li rende edotti della veritร piรน bella: Dio cerca lโuomo per offrirgli il suo amore. Tutta la creazione parla di questo amore gratuito di Dio e Gesรน Cristo รจ la parola che ne certifica la realtร . I magi non sono guidati da ideali o da interessi, ma attratti da un amore piรน grande, da una luce che รจ al di sopra dei lumi della ragione. Essi non inseguono miraggi ma si fanno discepoli della veritร , il sogno di Dio. La veritร che Dio ci ama cosรฌ tanto da dare suo Figlio รจ la luce che brilla al di sopra di ogni umana speranza. Solo questa luce dร il coraggio di metterci in discussione per farci pellegrini della veritร e non rimanere chiusi nei nostri schemi mentali, nelle nostre abitudini accomodanti, nel nostro mondo nel quale pretendiamo che gli altri si adattino, pronti a indicare ciรฒ che si dovrebbe fare ma senza coinvolgersi in prima persona. I Magi non si fermano davanti al cattivo esempio e non trovano scuse nel comportamento scorretto degli altri per tornare indietro o rinunciare alla loro ricerca. Si rimettono in cammino facendo tesoro di quello che ascoltano e dellโesperienza che fanno.
Essi non giudicano, ma ascoltano e proseguono. La luce della fede, anche quando ci appare spenta, appare davanti ai nostri occhi anche in quelle occasioni che non brillano per coerenza e trasparenza ma che chiaramente sono viziate dal male che inquina. La fede che fa ardere il loro cuore li conduce fino ad un paese straniero per adorare il re che non รจ espressione del potere umano ma รจ riconosciuto come dono dal Cielo. I Magi fanno dellโadorazione il fine del loro cammino. Essi, prostrandosi davanti al bambino, sโinchinano al cospetto del Mistero. Il loro cuore, privo del desiderio di possesso, diventa come quello del bambino che adorano. I loro doni diventano profezia dellโofferta che Gesรน farร di sรฉ per tutti gli uomini.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“