XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) โ Lectio divina
Dal libro dellโรsodoย Es 16,2-4.12-15
Io farรฒ piovere pane dal cielo per voi.
In quei giorni, nel deserto tutta la comunitร degli Israeliti mormorรฒ contro Mosรจ e contro Aronne.
Gli Israeliti dissero loro: ยซFossimo morti per mano del Signore nella terra dโEgitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietร ! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudineยป.
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Allora il Signore disse a Mosรจ: ยซEcco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirร a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perchรฉ io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro cosรฌ: โAl tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dioโยป.
La sera le quaglie salirono e coprirono lโaccampamento; al mattino cโera uno strato di rugiada intorno allโaccampamento. Quando lo strato di rugiada svanรฌ, ecco, sulla superficie del deserto cโera una cosa fine e granulosa, minuta come รจ la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero lโun lโaltro: ยซChe cosโรจ?ยป, perchรฉ non sapevano che cosa fosse. Mosรจ disse loro: ยซร il pane che il Signore vi ha dato in ciboยป.
Una sofferenza educativa
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Il passaggio del Mar Rosso, nel quale gli Israeliti erano transitati allโasciutto mentre gli Egiziani erano periti con i loro carri e cavalli, ha inaugurato il cammino dellโesodo. Come indicato da Dio, la liberazione dalla schiavitรน dalla terra di schiavitรน era solo il primo passo dellโitinerario di conversione per essere liberi di servire Dio nella fedeltร e nella giustizia.
La missione di Mosรจ รจ di condurre il popolo allโincontro con Dio sul monte dove si era manifestato a lui. Prima la mancanza di acqua e poi quella di cibo fanno emergere le prime criticitร . Il popolo mormora contro Mosรจ accusato di una cattiva gestione della situazione. Colui che aveva compiuto dei segni, su comando di Dio, non viene riconosciuto nella sua autoritร e, invece di chiedere la sua intercessione, lo maltrattano.
Dio, da parte sua, gli conferma la fiducia e continua a parlare al popolo mediante Mosรจ. Promette di venire in aiuto al loro bisogno e al profeta confida che la provvidenza ha una finalitร educativa e terapeutica: guarire dallโaviditร di possesso. Come le dieci piaghe anche i prodigi nel deserto hanno la funzione di cambiare il cuore dellโuomo. Dio con Israele adotta una tecnica diversa da quella messa in atto con il faraone perchรฉ Egli resiste ai superbi e fa grazia agli umili. Di qui lโavvertenza di Dio rivolto al popolo a non indurire il cuore, come ha fatto il faraone, perchรฉ non qual caso si lascerebbe scappare lโoccasione della libertร .ย
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesรฌniย Ef 4,17.20-24
Rivestite lโuomo nuovo, creato secondo Dio.
Fratelli, vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi piรน come i pagani con i loro vani pensieri.
Voi non cosรฌ avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la veritร che รจ in Gesรน, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, lโuomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire lโuomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santitร .
La vita nuova
San Paolo esorta i cristiani di Efeso ad avere una condotta di vita che riveli al mondo lโopera compiuta da Dio in loro con il Battesimo. Il sacramento rappresenta lo spartiacque tra il prima e il dopo, tra lโuomo vecchio e la nuova creatura, tra un modo di vivere sotto la schiavitรน del peccato che corrompe e delle passioni carnali che ingannano e una condotta di vita che รจ invece guidata dallo Spirito, artefice della pace e artigiano di relazioni fraterne basate sullโamore reciproco. Il battesimo inaugura il cammino della Pasqua del cristiano il quale รจ responsabilizzato dalla grazia di Dio affinchรฉ imitando Gesรน, nelle parole e nei gesti, possa rendersi docile allโopera della Spirito che tutti conforma a Cristo Signore, lโuomo nuovo.
+ Dal Vangelo secondoย Giovanniย Gv 6,24-35
Chi viene a me non avrร fame e chi crede in me non avrร sete, mai!
In quel tempo, quando la folla vide che Gesรน non era piรน lร e nemmeno i suoi discepoli, salรฌ sulle barche e si diresse alla volta di Cafร rnao alla ricerca di Gesรน. Lo trovarono di lร dal mare e gli dissero: ยซRabbรฌ, quando sei venuto qua?ยป.
Gesรน rispose loro: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: voi mi cercate non perchรฉ avete visto dei segni, ma perchรฉ avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dellโuomo vi darร . Perchรฉ su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigilloยป.
Gli dissero allora: ยซChe cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?ยป. Gesรน rispose loro: ยซQuesta รจ lโopera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandatoยป.
Allora gli dissero: ยซQuale segno tu compi perchรฉ vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: โDiede loro da mangiare un pane dal cieloโยป. Rispose loro Gesรน: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: non รจ Mosรจ che vi ha dato il pane dal cielo, ma รจ il Padre mio che vi dร il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio รจ colui che discende dal cielo e dร la vita al mondoยป.
Allora gli dissero: ยซSignore, dacci sempre questo paneยป. Gesรน rispose loro: ยซIo sono il pane della vita; chi viene a me non avrร fame e chi crede in me non avrร sete, mai!ยป.
LECTIO
La pericope liturgica non รจ la diretta continuazione del brano evangelico della scorsa domenica perchรฉ la reazione della folla che ยซha smarritoยป Gesรน presuppone lโevento della traversata del lago e il cammino di Gesรน sullโacqua (vv.16-21). Questo episodio ha la funzione di raccordare il segno della moltiplicazione dei pani e il discorso nella sinagoga di Cafarnao che occupa gran parte del capitolo 6 del vangelo. Si tratta di un racconto di miracolo che culmina con unโยซepifaniaยป nella quale Gesรน rivela la sua identitร divina. Dopo la separazione tra Gesรน, che sale sul monte, e la folla con i discepoli avviene il ritrovarsi insieme. Infatti, Gesรน reagisce al tentativo della folla di prenderlo per farlo re, con la fuga verso la cima della montagna, luogo della preghiera e dellโintimitร don Dio. Invece i discepoli aspettano Gesรน fino allโimbrunire e, non vedendolo arrivare, prendono la decisione dโimbarcarsi senza di lui. Prendono due strade diverse: Gesรน sale e rimane sul monte mentre i suoi discepoli scendono e navigano sullโacqua che ben presto diventerร agitata a causa del vento che impedisce una navigazione tranquilla. In questo contesto critico Gesรน cammina sullโacqua andando incontro ai discepoli, i quali vedendolo sono presi dalla paura. Li rassicura dicendo: ยซIo sono, non temeteยป. ร chiaramente una formula che richiama il nome con il quale Dio si presenta. Vinta la paura, i discepoli esprimono la volontร di accogliere Gesรน nella barca e, prima che accada, si ritrovano sulla terra ferma come se lโacqua si fosse ritirata. Lโepisodio ha dei chiari riferimenti alla notte della Pasqua, il passaggio del mar Rosso. In questo caso piรน forte del vento impetuoso, che agita lโacqua e che minaccia lโincolumitร degli uomini, รจ la parola di Gesรน. Rileggendo la scena con gli occhi dei discepoli, Gesรน che cammina sullโacqua, rende visibile ciรฒ che affermano molti passi dellโAntico Testamento che interpretano il passaggio del Mar Rosso come manifestazione della potenza di Dio. In altri termini, Gesรน, che รจ stato capace di nutrire una moltitudine di gente, non รจ solo un profeta che il popolo vorrebbe eleggere come re, ma รจ il Signore che sโimpone sulle forze del male per condurre a salvezza il suo popolo.
La narrazione riprende dalla mattina del giorno dopo ritornando sul luogo in cui era rimasta la folla saziata con i pani e i pesci dati da Gesรน. Gesรน aveva intuito le intenzioni della gente e fugge per sottrarsi a quella strategia che lo avrebbe portato ad essere ยซostaggioยป della folla. Infatti, innalzandolo alla dignitร regale la gente pensava che avrebbe potuto tenerlo sotto controllo. Riconoscere unโautoritร non sempre significa sottomettersi ad essa e obbedirgli, spesso invece comporta la volontร di dominio e di sottomissione. Questa รจ la strategia diabolica che promette potere e successo in cambio della totale consegna della propria volontร nelle sue mani. Gesรน, invece, consegna la sua libertร nelle mani di Dio, scende verso gli uomini per offrirsi a loro e per questo viene innalzato dal Padre affinchรฉ la sua gloria sia condivisa anche da coloro che lo seguono e lo imitano. Dunque, dopo aver mostrato il cammino di Gesรน e dei discepoli, lโattenzione dellโevangelista ritorna sulla folla che era rimasta sulla sponda. Probabilmente i discepoli avevano incaricato qualcuno di aspettare Gesรน quando sarebbe sceso dal monte e di accompagnarlo allโaltra riva verso cui essi lo avrebbero preceduto. Lโattesa, durata tutta la notte, era passata senza che Gesรน si fosse visto. Nel frattempo, altra gente, saputo del fatto dei pani si era imbarcata dai paesi vicini per andare da Gesรน. Tutti lo cercano senza trovarlo e allora si decide di imbarcarsi verso la riva dove la sera prima erano diretti i discepoli di Gesรน.
Fatta questa necessaria premessa, si puรฒ passare ad analizzare la pericope liturgica che funge da primo atto del discorso di Gesรน il quale risulta incorniciato da due riferimenti a Cafarnao (v. 24.59). Dal v. 59 sappiamo che lโinsegnamento di Gesรน avviene nella sinagoga. Nel luogo dedicato allโascolto della Parola, Gesรน si confronta prima con la folla (vv. 24-40) che lo cerca perchรฉ ha visto i segni compiuti da lui e ne chiede altri, e dopo con i Giudei (vv. 41-51.52-58) che si manifestano refrattari e ostili allโinsegnamento del Maestro. Lโinsieme del discorso sembra essere unโomelia di tipo rabbinico. Si parte, infatti, con un brano della Torร (v. 31 in cui รจ citato Es 16,4), che รจ discusso e interpretato (vv. 32-42), per passare alla seconda lettura tratta dai Profeti (v. 45 cita Is 54,13) che illustra quanto detto precedentemente (vv. 43-52), e si finisce con la sintesi e lโapplicazione (vv. 53-58). Lโinsegnamento di Gesรน รจ imbastito attorno alle due autorivelazioni che fungono dai due fuochi di unโellisse: ยซIo sono il pane della vitaยป (v. 35.48).
La pericope liturgica si apre con lโannotazione dellโevangelista del viaggio della folla alla ricerca di Gesรน al quale, appena trovatolo, chiede: ยซQuando sei giunto qui?ยป. A partire da questa domanda si sviluppa il discorso-dialogo tra Gesรน e la folla che consta di quattro battute (vv. 25-27.28-29.30-33.34-40). Nella prima Gesรน replica alla folla rivelando le sue intenzioni nel cercarlo. La gente vuole colmare un vuoto conoscitivo: essi non sanno quando e come Gesรน si trovi a Cafarnao e vorrebbero apprenderlo da lui. Il Maestro, introducendo la risposta alla domanda della folla, attesta che lui รจ in possesso di una veritร che li riguarda: egli li conosce nellโintimo e sa leggere nel cuore le loro intenzioni. Ciรฒ che spinge gli uomini a cercare Gesรน non รจ la speranza di vedere Dio e il desiderio di incontrarlo, ma il bisogno di nutrirsi. Quando si parla di cibo si fa riferimento al bisogno primario, condizione di base per vivere. Gesรน non biasima la folla ma lโaiuta a leggersi dentro e a distinguere tra il bisogno e la speranza. Allโindicativo, che rivela la condizione di vita nella quale si รจ sperimentata la propria povertร e la provvidenza, segue lโimperativo ยซoperate/lavorateยป o ยซdatevi da fareยป, per quale fine? Per ottenere un cibo i cui effetti non sono passeggeri ma duraturi. Il cibo materiale รจ lo scopo per cui gli uomini si sono messi in viaggio. In fondo questa รจ una veritร storica per i popoli nomadi: il fine del cammino รจ la ricerca di un luogo da dove poter trarre nutrimento. Il flusso migratorio รจ determinato dalle prospettive di vita. ร interessante ritornare al dialogo tra Gesรน e i discepoli, subito dopo quello con la donna Samaritana (4, 31-38). I discepoli erano andati in cittร ad acquistare cibo mentre Gesรน aspettava seduto al pozzo. Ritornando si erano stupiti che il Maestro stesse parlando con la donna ma non indagano; piuttosto lo invitano a prendere cibo ma egli replica: ยซIo devo mangiare un cibo che voi non conosceteยป e poi chiarisce, ยซIl mio cibo รจ fare la volontร di colui che mi ha mandato e portare a compimento la sua operaยป (4, 32.34). I discepoli offrono a Gesรน un ยซcibo che deperisceยป mentre rivela che egli desidera mangiare un cibo che essi non possono comprare e che solo Dio gli da: la sua parola/volontร . Il Maestro rivela che lo scopo della sua vita รจ mettere in pratica la volontร di Dio. Come senza cibo lโuomo non vive, cosรฌ senza la parola di Dio lโapostolo non puรฒ portare avanti la missione e compiere la volontร di Colui che lo ha inviato. Cโรจ, dunque, una vita carnale che si sostiene con il cibo materiale, entrambi vincolati alla legge della precarietร e del deperimento, e un cibo spirituale che alimenta ยซla vita eternaยป. La vita carnale, propria dellโuomo, รจ caratterizzata dal limite temporale, rappresentato dalla morte, e da quello della povertร che dร la misura della sua insufficienza. Lโuomo interpreta il suo cammino esistenziale come lo sforzo a spostare sempre piรน in avanti il proprio limite con lโillusione di superarlo definitivamente, senza mai riuscirci con le sue forze.
La gente si รจ industriata sul come raggiungere Gesรน nella speranza di ricevere da lui ancora pane. Ora egli viene incontro al loro desiderio rivelando, perรฒ, che essi sono fatti per un cibo diverso da quello a cui sono abituati e che lui, in quanto ยซFiglio dellโuomoยป, puรฒ dare perchรฉ proprio per questo ha ricevuto la missione da Dio Padre. Gesรน, come Mosรจ, si presenta come fratello, figlio dello stesso Padre, ma al contempo rivela la loro vocazione della quale lui รจ a servizio perchรฉ ha ricevuto da Dio il sigillo, ovvero lโautoritร di mettere in pratica la sua volontร . La moltiplicazione dei pani e dei pesci รจ il segno che accredita Gesรน come il Messia. Egli, perรฒ, corregge il tiro rispetto alle attese politiche della gente; la sua missione รจ di unโaltra natura, che supera anche quella di Mosรจ. In altri termini, Gesรน invita a non vivere per sรฉ stessi ma a cercare la volontร di Dio operando il bene, ovvero facendo le opere di Dio come le ha fatte lui, che ha riconosciuto nel giovinetto e nella sua offerta la via che Dio gli indicava per servire la moltitudine dei fratelli.
La domanda della gente mostra che stanno seguendo Gesรน nel discorso: ยซCosa dobbiamo fare per compiere come te le opere di Dio?ยป Forse da Gesรน, a cui attribuiscono la stessa autoritร e funzione di Mosรจ, si aspettano un altro decalogo, un codice di comportamento. Essi identificano ยซle opere di Dioยป con la Legge declinata in comandamenti, norme e precetti. Gesรน replica correggendo ancora una volta il tiro. Egli non รจ il profeta-sapiente capace di interpretare la volontร di Dio e di comunicarla perchรฉ la si attui in maniera meccanica. Lโobbedienza a Dio non รจ mera esecuzione di precetti. Dalle ยซopere di Dioยป si passa allโยซopera di Dioยป. Essa รจ la creazione e la redenzione in vista della santificazione. Come la creazione, anche la redenzione รจ in funzione della vita dellโuomo. Tutto, sia la creazione che la storia, รจ annuncio della volontร di Dio. Lโuomo cosa puรฒ fare nella sua povertร ? Credere in colui che Dio Padre ha inviato (donato). Prima del fare, viene lโessere. Credere in qualcuno significa instaurare una relazione che perรฒ non si fonda sullโinteresse utilitaristico ma sullโamore. Credere in qualcuno significa progredire nellโitinerario di maturazione umana ritmato dalle tappe dellโaffettivitร : dallโutilitร , allโaffinitร per giungere allโoblativitร . Il mio essere in relazione allโaltro รจ dato dalla conoscenza che ho di lui e dal valore che gli attribuisco: strumentale e funzionale, corrispondente e somigliante, come dono da accogliere e curare per far crescere.
La gente comprende che Gesรน, parlando di sรฉ, si sta ponendo su un piano superiore a quello dei profeti dโIsraele, e di Mosรจ stesso, accreditandosi unโautoritร divina per essere messaggero di un annuncio e di una proposta di vita che supera le umane aspettative. Il pane ricevuto รจ un segno che rivela il dono di Dio e il fatto che Dio stesso si fa dono. Il pane, dunque, rivela e comunica la vita di Dio. Mosรจ รจ stato per gli Israeliti un intermediario perchรฉ per suo mezzo essi hanno ricevuto da Dio la Legge e il nutrimento necessario per sopravvivere nel deserto. Tuttavia, Mosรจ รจ anche il legislatore perchรฉ ha dato al popolo i cinque libri della Torร e due comandamenti da cui dipende tutta la tradizione dโIsraele. Mosรจ, in obbedienza alla parola di Dio, ha compiuto dei segni la cui funzione era anche quella di accrescere nel popolo la fiducia nel suo inviato. La gente chiede un segno che permetta loro di riconoscerlo come uomo di Dio e che li renda capaci di riporre in lui fiducia sufficiente per essere suoi discepoli. La fede non nasce in maniera spontanea ma รจ generata dal segno. La citazione a senso di Es 16,4 รจ il richiamo allโevento pasquale che non si riduce al solo passaggio del Mar Rosso ma che abbraccia tutto il cammino fatto nel deserto fino alla terra promessa. Israele ha potuto attraversare il deserto e giungere alla meta perchรฉ รจ stato nutrito con la manna. La gente conosce la Scrittura, ma la interpreta secondo i criteri umani che tendono a mettere al centro il proprio io. Sullo fondo del dialogo tra Gesรน e la folla cโรจ lโidea della giustizia retributiva secondo la quale la salvezza, che Dio opera, in qualche modo va meritata. ร come se lโopera di Dio dovesse seguire come conseguenza a quella dellโuomo. Similmente la gente chiede un segno da Gesรน per meritarsi la sua fiducia. La terza risposta del Maestro รจ introdotta nello stesso modo della prima. In quel caso Gesรน parla come una persona che conosce veramente lโuomo perchรฉ il suo sguardo si fissa sul cuore, ora il Maestro parla come colui che conosce il vero senso delle Scritture perchรฉ conosce veramente il cuore di Dio, che ne รจ la fonte. Giร il Deuteronomio accostava il pane alla Parola (Dt 8,3). La manna e la Parola vengono dal cielo perchรฉ sono un dono di Dio che si prende cura di tutti gli uomini e di tutto lโuomo con i bisogni del corpo e i desideri dello spirito. Nel linguaggio biblico la veritร non รจ un concetto astratto ma รจ una realtร concreta perchรฉ รจ generativa. Per questo il simbolo della veritร รจ la roccia che richiama la stabilitร e la fedeltร . Il deserto che Israele ha attraversato nellโesodo รจ roccioso, ma proprio dalla roccia scaturรฌ lโacqua che dissetรฒ il popolo. Nellโesperienza del deserto, dove Israele sperimentรฒ la sua strutturale insufficienza e povertร , Dio si rivelรฒ come lโunico vero Dio, roccia e sorgente, colui che ama di un amore fedele e generativo. Gesรน allora interpreta il passo della Torah come la rivelazione di Dio che ama di amore vero. Il dire di Gesรน risente del linguaggio sapienziale che personalizza le immagini, come quella del pane, che rischiano di rimanere ingabbiate nellโambito simbolico e ideale. Lโoperazione di Gesรน, da vero Maestro e Sapiente, รจ quella di portare sul piano della relazione personale attuale la veritร storica dei fatti che potrebbe rimanere intrappolata negli schemi teologici tradizionali e lontana dalla realtร concreta. La Sapienza di Dio, ovvero il suo amore per gli uomini, non รจ un concetto astratto o un ricordo storico lontano, ma รจ una persona donata dal Cielo per donare la vita. Gesรน nellโomelia sul passo della Torah, citato dai suoi interlocutori attraverso il Salmo 78,24, traccia una linea che dallโesodo, nel quale Dio ยซcreaยป il suo popolo con la Parola-Sapienza, giunge fino allโoggi in cui si compie la sua opera mandando nel mondo suo Figlio. Mosรจ si รจ fatto mediatore del dono della Parola/Sapienza/Pane (Legge e manna) che oggi trova il suo pieno compimento in Gesรน.
Come la Samaritana che chiede a Gesรน lโacqua viva per non andare piรน ad attingerla al pozzo, cosรฌ la gente chiede il pane di cui parla per risolvere una volta per tutte il problema della fame e del modo con cui soddisfarla. Nel racconto delle origini il lavoro รจ legato alla schiavitรน perchรฉ รจ lo strumento con cui con fatica ยซci si guadagna la vitaยป. Lโuomo sperimenta quanto sia insufficiente il suo sforzo e la sua opera per vivere e quanto sia decisivo lโaiuto di Dio. Per questo la gente prega Gesรน, chiamandolo con lโappellativo divino di Signore, per chiedergli non piรน la manna, il pane dal cielo, ma il pane del cielo. La sua risposta suona come una risposta allโappello della gente: ยซEccomi โฆ io sono il pane della vitaยป. Riecheggiando alcuni testi sapienziali (Pr 9, 1-6, Sir 24,18-21, Is 55,1-3) nei quali la Sapienza invita ad accogliere lโinvito al banchetto festoso preparato da lei e nel quale essa stessa si offre come cibo, Gesรน si identifica con la Sapienza, espressa nellโimmagine del ยซpane della vitaยป. Chi accoglie lโinvito e si accosta alla mensa della Sapienza diventa suo discepolo. Tuttavia, le parole di Gesรน si differenziano da Sir 24,21 in cui la Sapienza, che fa lโelogio di sรฉ e si definisce ยซla madre del bellโamore e del timore, della conoscenza e della santa speranzaยป (v.18), afferma: ยซQuanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me avranno ancora seteยป. Il Libro del Siracide vuole affermare che chi ha incontrato il Signore non lo abbandona piรน perchรฉ la relazione con Lui attiva un dinamismo in cui รจ mantenuto sempre vivo il desiderio che non puรฒ dirsi mai del tutto soddisfatto. Gesรน non contraddice il Siracide ma vuole affermare che la relazione con lui cambia la vita del discepolo che non รจ spinto ad agire per bisogno o per dovere ma dalla forza dellโamore che gli conferisce il pane della vita di cui si nutre. La Parola, Sapienza di Dio, pane della vita, che รจ Gesรน, possiede una forza creatrice. Dio ha creato tutto con la Parola e grazie ad essa tutto sussiste. Gesรน รจ il pane della vita perchรฉ รจ la Sapienza di Dio creatrice ed รจ la Parola grazie alla quale lโuomo vive perchรฉ non vive piรน solo per sรฉ stesso ma fa della sua vita un dono, come il Pane della vita.
MEDITATIO
Il marchio dโinfamia e il sigillo di autenticitร
La pagina evangelica si apre con la ricerca di Gesรน condotta dalla gente che il giorno prima era stata saziata. Una volta trovato gli rivolgono una domanda perchรฉ non capiscono cosa sia accaduto durante la notte. Anche nella prima lettura gli Israeliti, liberati dalla schiavitรน egiziana, mormorano contro Mosรจ perchรฉ, presi dalla rabbia per la mancanza di cibo nel deserto, non comprendono cosa stia accadendo e nostalgicamente pensano a ciรฒ che hanno lasciato.
Come Dio ascolta la mormorazione della gente e le parla rivolgendosi a Mosรจ, cosรฌ Gesรน interloquisce con la folla. Il nutrimento che Dio aveva promesso come risposta alla lamentela del popolo si รจ riproposto nellโevento della moltiplicazione dei cinque pani e due pesci che hanno saziato una moltitudine di persone. Tuttavia, giร il Signore aveva detto a Mosรจ che il cibo ยซpiovuto dal cieloยป aveva nelle sue intenzioni una finalitร educativa. Infatti, la Sua parola e la Sua opera sciolgono le contraddizioni apparenti, che gettano Israele nella confusione, perchรฉ rivelano un Dio che si prende cura del suo popolo e vuole educarlo alla vera libertร . Dio รจ allโopera perchรฉ, nutrendo il suo popolo, non solo risponde al suo bisogno, ma lo educa allโobbedienza della fede, ovvero a quel dialogo attraverso il quale trovano risposta gli interrogativi sul significato degli eventi della vita. Dio non risponde solo alla domanda di cibo, ma, donando il nutrimento necessario, suscita la domanda grazie alla quale si scopre un significato ulteriore del cibo ricevuto. Lโopera di Dio funge da modello per quella dellโuomo. Lโopera dellโuomo รจ dunque finalizzata non solo a soddisfare il bisogno ma ad essere un uomo nuovo che, come dice Paolo agli Efesini, non si corrompe. Darsi da fare per il cibo che non perisce ma che dura per la vita eterna significa essere non come la manna del deserto, che dopo un giorno si corrompeva, ma come Gesรน che รจ il pane donato da Dio perchรฉ chi ne mangia non si lasci snaturare dal peccato e guidare dallโistinto.
Ciรฒ che fa della fede un cammino di vita รจ la motivazione per cui lo si intraprende. Da qui lโinvito a non ricorrere a Dio solo nel momento del bisogno, spinti dalla disperazione, ma a cogliere lโoccasione che ci viene offerta di lasciarci trasformare in Cristo mediante il cibo che Lui ci dona. Quando celebriamo i sacramenti, lโeucaristia in maniera particolare, andiamo da Dio per nutrirci della sua Parola e del suo Corpo. Domandandoci, come gli Israeliti: ยซChe cosa รจ?ยป ci apriamo ad accogliere nel segno del pane e del vino consacrati Dio stesso che ci fa figli suoi e ci dona la sua vita affinchรฉ possiamo amare come Lui ci ama.
Il pane dal cielo รจ gratuito e non si puรฒ comprare, lo si riceve con gratitudine e non lo si puรฒ accumulare con aviditร , lo si deve condividere e non rivendere. Queste caratteristiche rivelano la novitร operata da Dio e che lโuomo assume come impegno. Chi ha sperimentato la provvidenza di Dio che ha saziato il corpo deve compiere un passaggio per cercare e ricevere il nutrimento che garantisce la vita eterna. Dire ยซvita eternaยป significa dire la vita stessa di Dio che supera la dimensione biologica e non sโidentifica con il benessere psichico ma che si rivela nella vita rinnovata dallโamore di Dio.
Il marchio dโinfamia segna la nostra condizione di schiavi del maligno e, come tali, siamo indotti a ragionare secondo la logica egoistica, materialistica ed utilitaristica. Lโincontro con Gesรน, e il partecipare alla sua mensa, invece trasforma il segno della nostra schiavitรน in sigillo di autenticitร che attesta, con le opere di misericordia, che siamo veramente figli di Dio.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“