La paura blocca, la gioia anima il coraggio e la creativitร – Sabato della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corรฌnziย 1Cor 1,26-31
Dio ha scelto quello che รจ debole per il mondo.
Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, nรฉ molti potenti, nรฉ molti nobili.
Ma quello che รจ stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che รจ debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che รจ ignobile e disprezzato per il mondo, quello che รจ nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perchรฉ nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.
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Grazie a lui voi siete in Cristo Gesรน, il quale per noi รจ diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perchรฉ, come sta scritto, โchi si vanta, si vanti nel Signoreโ.
La folle sapienza della Croce
La sapienza della croce in Paolo non propugna il valore educativo della sofferenza che rende maturi e adulti nella fede, non perchรฉ lo neghi, ma perchรฉ lo presuppone o lo supera. Bisogna ricordare che per lโApostolo lโunica croce che conta รจ quella di Cristo; quando parla della sapienza della croce fa riferimento non a quella del cristiano paziente che sopporta la sofferenza, ma alla sapienza di Dio rivelatasi nella croce di Cristo. Le croci non insegnano la sapienza di Dio, per cui il cristiano non deve tanto ripiegarsi su sรฉ stesso e cercare un senso nel suo dolore, ma deve alzare lo sguardo da sรฉ per rivolgerlo verso la croce di Cristo per contemplare nel Crocifisso condannato, umiliato, abbandonato, trafitto, lโimmenso, incommensurabile amore di Dio.
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La sapienza cristiana consiste nel rendersi conto, cercare e approfondire fino a che punto sia giunto lโamore di Dio: alla follia. Essa segna il limite della ragionevolezza umana che viene travalicata dalla sapienza divina. Volutamente Paolo usa lโossimoro, che รจ la forma estrema del paradosso, parlando della follia (della croce di Cristo) quale manifestazione piena della sapienza di Dio. La follia della croce di Cristo รจ il punto di rottura della sapienza umana che si apre alla sapienza di Dio. La croce di Cristo rivela che la sapienza di Dio e totalmente altro dalla sapienza umana, anche se non la esclude ma la presuppone. Proprio perchรฉ la croce di Cristo non entra negli schemi mentali dellโuomo, anzi li destabilizza, egli la chiama stoltezza, pazzia, follia. La sapienza cristiana non puรฒ essere una versione razionale della sapienza divina o non puรฒ pretendere di razionalizzarla. La sapienza cristiana รจ tale nella misura in cui si lascia assimilare a quella divina.
La sapienza del mondo รจ contraria alla sapienza di Dio perchรฉ la logica mondana cerca di inquadrare, incasellare, chiudere in schemi umani, mentre Dio sfugge a questo tentativo; ed รจ per questo che lโumano punto di vista identifica la Croce come stoltezza e follia.
+ Dal Vangelo secondo Matteoย Mt 25,14-30
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola:
ยซAvverrร come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamรฒ i suoi servi e consegnรฒ loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacitร di ciascuno; poi partรฌ.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andรฒ a impiegarli, e ne guadagnรฒ altri cinque. Cosรฌ anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnรฒ altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andรฒ a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornรฒ e volle regolare i conti con loro.
Si presentรฒ colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portรฒ altri cinque, dicendo: โSignore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinqueโ. โBene, servo buono e fedele โ gli disse il suo padrone โ, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneโ.
Si presentรฒ poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: โSignore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri dueโ. โBene, servo buono e fedele โ gli disse il suo padrone โ, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneโ.
Si presentรฒ infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: โSignore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciรฒ che รจ tuoโ.
Il padrone gli rispose: โServo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e cosรฌ, ritornando, avrei ritirato il mio con lโinteresse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perchรฉ a chiunque ha, verrร dato e sarร nellโabbondanza; ma a chi non ha, verrร tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; lร sarร pianto e stridore di dentiโยป.
La paura blocca, la gioia anima il coraggio e la creativitร
La parabola mette in luce il fatto che ognuno di noi รจ diverso dallโaltro ma la vera differenza non consiste nella quantitร dei doni ricevuti o nella misura della propria capacitร ma dal modo con cui investiamo le risorse che abbiamo.
Tutti possediamo una ricchezza da amministrare e, cosรฌ facendo, esercitiamo un servizio. I servi buoni e fedeli sono coloro che agiscono cercando dโinterpretare con creativitร la volontร del padrone. Non fanno tanti ragionamenti e soprattutto non pretendono di giudicarlo. I servi sono riconosciuti fedeli perchรฉ hanno fatto fruttificare il poco ricevuto.
Non si sono persi nel confrontarsi tra loro e nel vantarsi per aver ricevuto piรน degli altri o nel deprimersi se gli รจ stato dato di meno. Non si sono lasciati distrarre dalla ricerca del criterio di distribuzione dei beni, ma hanno colto subito il senso della fiducia riposta in loro e lโhanno tradotta in servizio fruttuoso. In fondo รจ la gioia di essere chiamati al servizio che spinge i due servi buoni e fedeli a rischiare.
La gioia spinge ad osare e chi ha il coraggio di rischiare innanzitutto vince sulla paura che invece blocca il terzo servo. Ciรฒ che sa lโultimo servo รจ nientโaltro che il pregiudizio verso il padrone, in cui sono compendiate tutte le sue insicurezze e le malvagitร che conserva nel cuore, e verso il quale prova sentimenti di diffidenza e timore. Nel servo malvagio prevale la rabbia per aver ricevuto di meno sulla riconoscenza e la gratitudine per lโincarico affidatogli.
La sua capacitร รจ inferiore rispetto a quella degli altri perchรฉ il suo cuore รจ pieno di risentimento e complessi dโinferioritร . La paura รจ lo strumento che lโIngannatore usa per indurci al peccato di omissione. La paura, infatti, รจ allโorigine della rinuncia a fare il bene.
Al contrario, la gioia pervade il cuore della persona che fa spazio dentro di sรฉ a Dio perchรฉ possa compiersi la sua volontร . La gioia di Dio si moltiplica e si diffonde diventando in chi lโaccoglie la forza propulsiva che permette di superare ogni dubbio e resistenza, interiore ed esteriore.ย ย
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“