Previdenti o improvvisati? – Venerdรฌ della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corรฌnziย 1Cor 1,17-25
Noi annunciamo Cristo crocifisso: scandalo e stoltezza per gli uomini; ma per coloro che sono chiamati, potenza e sapienza di Dio.
Fratelli, Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perchรฉ non venga resa vana la croce di Cristo.
La parola della croce infatti รจ stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, รจ potenza di Dio. Sta scritto infatti:
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ยซDistruggerรฒ la sapienza dei sapienti
e annullerรฒ lโintelligenza degli intelligentiยป.
Dovโรจ il sapiente? Dovโรจ il dotto? Dovโรจ il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poichรฉ infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, รจ piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
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Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo รจ potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciรฒ che รจ stoltezza di Dio รจ piรน sapiente degli uomini, e ciรฒ che รจ debolezza di Dio รจ piรน forte degli uomini.
Lo scandaloso amore folle di Dio
Nel testo paolino si mettono a confronto le due sapienze che si illuminano e si rivelano reciprocamente. La sapienza del mondo, sia essa saggezza dei pagani o degli ebrei, nasce dallโoriginaria consapevolezza di non sapere e di non poter sapere tutto. Perciรฒ, la sapienza umana o cerca costruzioni razionali armoniche che soddisfino il suo bisogno di spiegazione logica (causa ed effetto) della realtร oppure cerca manifestazioni di potenza che lo rassicurano nelle paure originate dalla consapevolezza della propria insufficienza.
I greci, cultori della filosofia, ambiscono ad affermare il trionfo della ragione; i Giudei, esigendo i segni, puntano ad affermare un potere che riesca ad avere della forza divina e di incanalare la potenza divina nella direzione della propria volontร . Lโaffermazione di potenza del sรฉ si traduce in volontร di avere il controllo del sapere e della forza operativa.
Nella Croce di Cristo non cโรจ nรฉ la chiave di accesso agli enigmi dellโesistenza nรฉ il segreto che rende possibile ogni cosa: infatti, la Sapienza della Croce non risponde alle istanze del mondo e non alimenta le speranze umane. ร per questo che la sapienza umana davanti alla croce si scandalizza etichettandola come stoltezza e follia.
Ma quando lโuomo che si pone davanti alla Croce si piega riconoscendo la propria limitatezza e impotenza e ammette che gli orizzonti ai quali ispira le sue speranze sono ristretti e le aspirazioni sono di basso profilo, allora egli si pone in quella condizione di umiltร , spesso giudicata male dagli altri, che perรฒ gli garantisce il possesso della vera sapienza e della vera potenza.
Davanti alla croce gli sforzi umani messi in campo per raggiungere la felicitร appaiono in tutto il loro fallimento e le pretese intellettualistiche naufragano miseramente come dice 1Cor 1,19-20 citando Is 19,14. In questo Paolo si ispira al pessimismo del Qoelet che reputa inutile e fallimentare ogni faticoso tentativo dellโuomo di comprendere la veritร e di raggiungere un successo definitivo.
La Croce di Cristo suggerisce il modo con il quale Dio ha scelto di rivelare il suo volto. Non si tratta tanto di una tattica che mira a spiazzare lโuomo, ma di una scelta libera e consapevole di rivelare nel volto sfigurato di Gesรน tutto intero il suo volto. Rifacendosi alla pagina di Es 33, che narra la richiesta di Mosรจ di conoscere il volto di Dio, Lutero afferma che nella croce di Cristo Dio si rivela, ma nel modo opposto a quello che lโuomo vorrebbe.
Dio non ci volta le spalle ma nella Croce si rivela la potenza di Dio che รจ capace di mortificare la falsa idea che i benpensanti fanno di Dio, pretendendo di crearlo a sua immagine e somiglianza, per comunicare la vera sapienza, quella che solo i poveri e i piccoli possono comprendere e assimilare. La croce di Cristo viene a sovvertire i criteri di valutazione: ยซNon ha apparenza nรฉ bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto; disprezzato e reietto, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stimaยป (Is 53,2-3). Ebbene, quellโuomo disprezzato dagli altri uomini Dio lo ha considerato degno di stima al punto da risuscitarlo e da glorificarlo. Questa รจ la sapienza di Dio: considerare degno di massima venerazione ciรฒ che non sembra meritare nessuna stima.
Questa sapienza divina viene comunicata a tutti gli uomini mediante la croce e la risurrezione di Cristo perchรฉ ยซquello che occhio non vide e orecchio non udรฌ nรฉ mai salรฌ nel cuore dellโuomo (fino allโora della Croce), questo Dio ha preparato (e dato) a coloro che lo amanoยป (1Cor 2,9). Questa รจ la rivelazione della sapienza divina, รจ la novitร di Dio che non รจ paragonabile a nessuna scoperta o invenzione umana. Queste ultime possono migliorare le condizioni di vita ma solo la sapienza di Dio puรฒ rendere una persona creatura nuova.
Ascolta “don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 30 Agosto 2024” su Spreaker.+ Dal Vangelo secondo Matteoย Mt 25,1-13
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola:
ยซIl regno dei cieli sarร simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sรฉ lโolio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche lโolio in piccoli vasi. Poichรฉ lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzรฒ un grido: โEcco lo sposo! Andategli incontro!โ. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: โDateci un poโ del vostro olio, perchรฉ le nostre lampade si spengonoโ. Le sagge risposero: โNo, perchรฉ non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e comprateveneโ.
Ora, mentre quelle andavano a comprare lโolio, arrivรฒ lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Piรน tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: โSignore, signore, aprici!โ. Ma egli rispose: โIn veritร io vi dico: non vi conoscoโ.
Vegliate dunque, perchรฉ non sapete nรฉ il giorno nรฉ lโoraยป.
Le dieci ragazze sono accomunate dal fatto di uscire tutte incontro allo sposo, ciascuna con la sua lampada, e di addormentarsi per lโattesa prolungata. Cโรจ solo un particolare che contraddistingue cinque di esse dalle altre: il fatto che le sagge fanno scorta di olio in piccoli vasi mentre le stolte non sono previdenti come le compagne piรน avvedute.
Le cinque vergini sagge sono tali perchรฉ non si preparano solamente allโincontro con lo sposo ma anche allโimprevisto; infatti, nessuna di loro conosce quanto lungo sarร il tempo dellโattesa. Proprio perchรฉ nessuno di noi conosce il numero dei suoi giorni la vita non si puรฒ improvvisare. Lโimprovvisazione รจ invece la caratteristica delle vergini stolte che credono di affrontare il tempo dellโattesa facendosi bastare quello che hanno o pretendendo di poggiarsi sullโaiuto degli altri.
La crisi arriva per tutti ma essa ha un termine che coincide con lโingresso nella festa per le sagge e lโesclusione delle stolte. La crisi diventa unโopportunitร di crescita se ci si prepara prima che arrivi, altrimenti essa ci travolge. Fare scorta di olio significa conservare e fare tesoro delle piccole cose nelle quali รจ custodita la grazia di Dio.
Attraverso parole e gesti di gratitudine a Dio, che chiamiamo eucaristia e caritร fraterna, accumuliamo ciรฒ che sul momento potrebbe apparirci anche inutile, ma che al tempo opportuno invece fa la differenza tra chi supera la crisi e chi invece ne rimane vittima. La vita รจ il tempo nel quale fare scorta di โgraziaโ attraverso lโordinaria caritร che non connota di straordinarietร eventi sporadici e occasionali ma caratterizza la ferialitร della vita cristiana.
In tal modo la caritร diventa abitudine e, come tale, permette di attraversare anche la notte oscura della prova per essere introdotti nella vita eterna e partecipare per sempre alla gioia del Signore.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“