Solo gli imperfetti amano – Mercoledรฌ della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dal libro del Sirร cide Sir 4,12-22
Il Signore ama coloro che amano la sapienza.
La sapienza esalta i suoi figli
e si prende cura di quanti la cercano.
Chi ama la sapienza ama la vita,
chi la cerca di buon mattino sarร ricolmo di gioia.
Chi la possiede erediterร la gloria;
dovunque vada, il Signore lo benedirร .
Chi la venera rende culto a Dio, che รจ il Santo,
e il Signore ama coloro che la amano.
Chi lโascolta giudicherร le nazioni,
chi le presta attenzione vivrร tranquillo.
Chi confida in lei lโavrร in ereditร ,
i suoi discendenti ne conserveranno il possesso.
Dapprima lo condurrร per vie tortuose,
lo scruterร attentamente,
gli incuterร timore e paura,
lo tormenterร con la sua disciplina,
finchรฉ possa fidarsi di lui e lo abbia provato con i suoi decreti;
ma poi lo ricondurrร su una via diritta e lo allieterร ,
gli manifesterร i propri segreti
e lo arricchirร di scienza e di retta conoscenza.
Se egli invece batte una falsa strada, lo lascerร andare
e lo consegnerร alla sua rovina.
Figli della Madre Sapienza
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In questo brano la sapienza รจ personificata nella figura della madre che elogia i suoi figli perchรฉ la onorano e la rispettano. Lโautore del Libro del Siracide invita il lettore a identificare la sapienza con la parola di Dio. Con essa, infatti, nella misura in cui sโinstaura un rapporto familiare, cresce in pari modo anche lโintensitร del rapporto con Dio, che trasversalmente attraversa ogni ambito dellโesistenza umana.
La Parola di Dio svolge la funzione didattica di insegnare a vivere e a reagire, cercando il senso della propria vita nel progetto del Signore, soprattutto quando essa appare assurda e determinata dal caos. Chi cerca la parola di Dio riesce a mantenersi sulla via dellโonestร e della giustizia perchรฉ il Signore guida i suoi pensieri affinchรฉ la sua condotta di vita, conforme alla volontร divina, sia caratterizzata dallโamore verso lโaltro.
Amare la Sapienza non significa possedere veritร segrete o acquisire capacitร straordinarie, ma desiderare di conoscere il cuore di Dio, assimilare il suo pensiero, abitare con Lui e imitarlo nella giustizia. Lโamore che tale uomo credente riceve รจ il centuplo della speranza che il suo cuore puรฒ coltivare.
+ Dal Vangelo secondoย Marcoย (Mc 9,38-40)
Chi non รจ contro di noi รจ per noi.
In quel tempo, Giovanni disse a Gesรน: ยซMaestro, abbiamo visto uno che scacciava demรฒni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perchรฉ non ci seguivaยป.
Ma Gesรน disse: ยซNon glielo impedite, perchรฉ non cโรจ nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non รจ contro di noi รจ per noiยป.
Solo gli imperfetti amano
Giovanni riferisce a Gesรน di aver assistito a un tentativo di esorcismo da parte di una persona estranea al loro gruppo. Quella scena ha suscitato nei discepoli una certa preoccupazione fino al punto di pensare di impedirglielo, perchรฉ era a loro evidente lโabuso di potere: come si permetteva quel tale di agire in nome di Gesรน senza appartenere alla comunitร dei suoi discepoli?
Lโapostolo ricorda che i suoi compagni, qualche giorno prima, non erano riusciti a scacciare un demonio, pur avendo ricevuto da Gesรน tale potere. E questo tale chi crede di essere? Forse ancora brucia quella esperienza e suscita invidia il fatto che un altro riesca a fare ciรฒ in cui loro hanno fallito.
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Emerge una mentalitร monopolizzatrice del potere, anche quello finalizzato al bene. Il fatto che nelle parole dellโapostolo il noi sia ripetuto tre volte fa capire quale peso abbia il ruolo nella valutazione dei fatti e nel giudizio sulla persona. Loro stessi si auto-eleggono termine di paragone sul quale misurare, valutare e giudicare.
Nel ragionamento di Giovanni sโintravede la critica che spesso serpeggia nelle nostre comunitร . Non รจ forse vero che, spesso, ci permettiamo di dare o revocare patenti di dignitร nel compiere un ministero, basandoci solo sui nostri criteri di giudizio?
La risposta di Gesรน spiazza Giovanni, perchรฉ non asseconda la loro intenzione, ma invita a vedere le cose dal suo punto di vista. ร Gesรน il termine di paragone, perchรฉ รจ lui il vero criterio di discernimento delle situazioni! Da qui ne consegue che chiunque faccia del bene, lo compie sempre attraverso di Lui, che misteriosamente lo abita, anche se non รจ pienamente appartenente alla comunitร cristiana.
In altri termini, diremmo che il bene che facciamo possiamo compierlo solo attraverso lo Spirito Santo, che Gesรน dalla croce dร a tutti. Il modo con cui Gesรน vede quellโuomo e valuta il suo comportamento, giudicato male dagli apostoli, รจ il modo con cui Dio vede e valuta ciascuno di noi.
Quello che Gesรน apprezza non รจ la forma, ma il bene che possiamo fare, anche se siamo imperfetti. Corriamo il rischio di ricercare la perfezione formale, la correttezza dei modi, e non cogliamo lโessenziale: il bene che Dio opera in noi e attraverso di noi.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“