NATALE DEL SIGNORE
MESSA DELLA NOTTE – IL BAMBINO SI ร FATTO PANE PER NOI
Dal libro del profeta Isaรฌaย Is 9,1-6
Ci รจ stato dato un figlio.
Il popolo che camminava nelle tenebre
- Pubblicitร -
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
- Pubblicitร -
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perchรฉ tu hai spezzato il giogo che lโopprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mร dian.
Perchรฉ ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perchรฉ un bambino รจ nato per noi,
ci รจ stato dato un figlio.
Sulle sue spalle รจ il potere
e il suo nome sarร :
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarร il suo potere
e la pace non avrร fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farร lo zelo del Signore degli eserciti.
Ci รจ nato un figlio
In questo oracolo รจ un inno di gioia per il compimento dellโannuncio dato ad Acaz della nascita del figlio al quale sarebbe stato dato il nome di Emmanuele, Dio con noi (Is 7, 14s.). La nascita del bambino non รจ solo una gioia per il re, suo padre, ma per tutto il popolo che, guidato da capi acciecati dallโaviditร e dallโorgoglio, brancola nel buio dellโincertezza e della precarietร .
Il profeta indica nel figlio del re il segno della presenza potente di Dio che opera la giustizia e costruisce la pace. La guerra e i conflitti fratricidi, generati dal peccato, cedono il posto alla pace e alla libertร . Lโimmagine del bambino con la sua innocenza, vulnerabilitร , insufficienza, povertร , debolezza, contrasta con lโimponenza della macchina militare di un esercito, con la portentosa struttura economica e sociale di uno stato, con il solenne e complicato cerimoniale di corte. Dio sorprende lโuomo capovolgendo le sue attese e le logiche del mondo.
Dalla lettera di san Paolo Apostolo a Titoย Tt 2,11-14
ร apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
Figlio mio, รจ apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare lโempietร e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietร , con giustizia e con pietร , nellโattesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesรน Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquitร e formare per sรฉ un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
In Gesรน Dio dona la salvezza
La liturgia di Natale propone due brani tratti dalla lettera Tito nei quali Paolo ricorda lโevento capitale per la fede e la vita degli uomini. A Dio รจ piaciuto rivelarsi a tutti gli uomini, mediante suo Figlio Gesรน Cristo, mostrandosi come Salvatore. Offrendosi liberamente alla morte di croce, Egli ha dato sรฉ stesso per noi affinchรฉ potessimo essere liberati dalla schiavitรน del peccato e formare una comunitร che testimonia con la propria vita la bellezza dellโamore di Dio.
Il modo con il quale Dio viene incontro allโuomo per amarlo diventa per tutti modello di vita. Egli, che ha rigettato le lusinghe delle tentazioni e ci ha amati fino al โcolmoโ รจ luce che traccia la strada attraverso la quale compiere il pellegrinaggio spirituale che ci conduce alla piena conformazione a Cristo e, conseguentemente, alla totale manifestazione in noi dellโamore di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Lucaย Lc 2,1-14
Oggi รจ nato per voi il Salvatore.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinรฒ che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria cittร .
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla cittร di Nร zaret, salรฌ in Giudea alla cittร di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perchรฉ per loro non cโera posto nellโalloggio.
Cโerano in quella regione alcuni pastori che, pernottando allโaperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentรฒ a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma lโangelo disse loro: ยซNon temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarร di tutto il popolo: oggi, nella cittร di Davide, รจ nato per voi un Salvatore, che รจ Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoiaยป.
E subito apparve con lโangelo una moltitudine dellโesercito celeste, che lodava Dio e diceva:
ยซGloria a Dio nel piรน alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli amaยป.
LECTIO
Lโepisodio della nascita di Gesรน รจ narrato in tre scene. Nella prima (vv. 1-7) viene presentato il contesto storico e geografico e i personaggi di Giuseppe, Maria e il bambino. La seconda scena (vv. 8-14) racconta lโannuncio dellโangelo ai pastori e, infine, nella terza (vv. 15-20) avviene lโincontro tra i due gruppi di personaggi presentati.
I personaggi della prima scena sono nellโordine: Cesare Augusto, la cui autoritร si estende a tutto il mondo abitato, Quirinio che governa per conto dellโimperatore la regione della Siria, Giuseppe, appartenente ad un ramo cadetto del casato di Davide, Maria, sposa di Giuseppe e, infine, il loro bambino che, appena nato, viene avvolto nelle fasce e deposto nella mangiatoia. Lo stesso movimento discendente che caratterizza lโentrata in scena dei personaggi lo si riscontra nelle annotazioni geografiche. Si passa, infatti, dallโintero mondo abitato alla grotta di solito occupata dagli animali che erano a servizio della sussistenza della famiglia.
Lโevangelista Luca insiste sul censimento. Lโimperatore lo ordina mediante un editto (letteralmente: dogma) che viene eseguito da tutti i sudditi, tra cui cโรจ anche Giuseppe, abitante di Nazaret di Galilea, ma originario di Betlemme. Giuseppe, in obbedienza allโeditto dellโimperatore, si mette in viaggio verso la cittร di Davide. Di solito con questo nome si intende Gerusalemme, ma Luca vuole sottolineare lโorigine. Davide era nato a Betlemme e lรฌ, nella sua casa paterna, era stato unto re dal profeta Samuele. Nel pellegrinaggio di Giuseppe e della sua famiglia si allude al ritorno alle origini, alle sorgenti. Anche se non ne รจ consapevole Giuseppe, mediante lโobbedienza al comando dellโimperatore, sta compiendo il progetto di Dio.
Lโinsistenza sul censimento e la sottolineatura che Giuseppe era della discendenza davidica pongono sullo sfondo la vicenda narrata in 2Sam 24 e in 1Cr 21 dove si racconta il censimento organizzato da Davide. Il re, dopo averlo indetto, fu preso dal rimorso e chiese perdono a Dio. Il censimento era considerato un peccato perchรฉ conoscere il numero della popolazione significava esercitare nei suoi confronti lโautoritร di dominio e possesso. In tal modo si pretendeva di sostituirsi a Dio misconoscendone la sua signoria. Il censimento era un modo per riscuotere una tassa e monetizzare. Il peccato sta nel ridurre il popolo a oggetto di speculazione piuttosto che destinatario del proprio servizio.
Il peccato fu punito con una pestilenza, contenuta grazie al sacrificio che Davide offrรฌ sullโaltare in una aerea sulla quale Salomone avrebbe in seguito edificato il tempio. Lโintervento di Dio salva il popolo dalla pestilenza che avrebbe distrutto tutto. Questo avviene pagando un prezzo. Davide sale sullโaltare per offrire il sacrificio nello stesso luogo nel quale la tradizione identifica il sacrificio di Isacco offerto da Abramo. Si instaura cosรฌ un parallelo tra Gerusalemme, in cui si consumerร il sacrificio pasquale di Cristo col quale verrร consacrato Signore, e Betlemme, scenario dellโunzione regale di Davide e luogo nel quale un bambino sarร deposto in una mangiatoia, profezia del Golgota.
Con Giuseppe cโรจ anche Maria, la sua sposa promessa, che รจ incinta. Mentre erano a Betlemme giunse per lei il tempo del parto dando alla luce un bambino. Di lui non si dice nulla se non che fu destinatario di cure amorevoli da parte di sua madre, la quale lo depose nella mangiatoia dopo averlo avvolto in fasce. Con la mangiatoia si identifica lโambiente piรน interno della casa nella quale Giuseppe e Maria erano stati ospitati con la nascita del bambino. Probabilmente la famiglia di Nazaret era stata accolta da parenti nella propria dimora, la quale, oltre allโambiente piรน domestico, aveva una grotta dotata di mangiatoia per alloggiare anche gli animali.
Dopo la descrizione dellโevento della nascita del bambino, lโevangelista introduce la seconda scena (vv. 8-14) del suo racconto spostando lโattenzione dalla grotta di Betlemme alle campagne circostanti dove allโaperto i pastori vegliavano di notte le loro greggi. Essi sono i destinatari del primo annuncio. La descrizione dellโapparizione angelica e la reazione dei pastori sono una chiara indicazione del fatto che il racconto appartiene al genere letterario dellโesperienze teofaniche. Lโangelo si presenta come lโevangelizzatore, colui che porta lโannuncio gioioso della nascita di un figlio. Nelle parole del messaggero divino ritroviamo lโeco degli annunci evangelici attestati nella letteratura greco-romana e nelle Scritture ebraiche. Infatti, nellโantichitร lโevangelizzatore รจ colui che porta lโannuncio gioioso della nascita dellโerede al trono e della vittoria militare del re. Nelle profezie, soprattutto quella di Isaia, il messaggero di buone notizie evangelizza annunciando la venuta del Signore (Cf Is 40, 9-11).
Il cuore della seconda scena รจ lโannuncio angelico che comunica la nascita del Salvatore, il Cristo Signore. Il titolo ยซSalvatoreยป era uno di quelli attribuiti a Cesare Augusto, mentre ยซCristo Signoreยป รจ un chiaro richiamo alla tradizione ebraica e alla promessa di Dio. Lโangelo ha la funzione di narrare lโevento il cui segno รจ il bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. Il segno indicato dallโangelo accentua la paradossalitร giร accennata nella prima scena. La deposizione nella mangiatoia era stata spiegata precedentemente col fatto che la piccola famiglia di Nazaret dovette adattarsi perchรฉ non cโera posto per tutti nellโalloggio domestico. Dunque,ย il segno legge alla luce di Dio una scelta dettata da unโesigenza pratica. Come il viaggio di Giuseppe insieme a Maria verso Betlemme era dovuto al censimento indetto dallโimperatore, cosรฌ la povertร dei mezzi aveva imposto la scelta di usare la mangiatoia come primo giaciglio per il bambino.ย
Le vicende storiche, che sembrano essere guidate dallโautoritร dei potenti o influenzate dalle condizioni economiche e dalle contingenze storiche, sono invece il luogo nel quale Dio manifesta la sua gloria e porta a compimento il suo disegno di salvezza.ย Il bambino nato nella cittร di Davide e che, avvolto in fasce, giace in una mangiatoia รจ la chiave di lettura di tutta la storia che tra le sue pieghe custodisce lโopera di Dio.ย
La visita dellโangelo ai pastori era iniziata con la manifestazione della gloria divina che li aveva avvolti con il suo splendore. Si conclude con il coinvolgimento dei pastori nellโinno di lode intonato da tutta la corte celeste. Alla rivelazione, che mira a suscitare la gioia in chi ascolta e accoglie il vangelo, segue la lode che, come un turbine, solleva in alto perย partecipare alla liturgia del cielo. In essa si confessa la gloria di Dio che, manifestandosi in mezzo agli uomini, dona loro la pace. La gloria di Dio รจ il suo amore per gli uomini che ricevono la pace dalle mani del Signore.ย Lโuomo che glorifica Dio con la sua vita รจ in pace e diventa costruttore di pace.ย La pace che Augusto aveva imposto sui territori occupati era precaria. Infatti, fu proprio il censimento della Giudea, organizzato da Quirinio per sancire il definitivo passaggio di questa regione sotto la diretta dipendenza dellโamministrazione romana, a determinare lโinsurrezione di Giuda il Galileo (Cf. At 5, 37).ย La pace รจ il dono di Dio che gli uomini ricevono quando scoprono di essere amati da Dio.ย
Il bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia รจ il segno dellโamore di Dio verso gli uomini. Egli viene incontro a noi nelle vicende della storia, soprattutto quelle che appaiono come ingiustizie perpetrate da chi detiene il potere. Giuseppe e Maria si adattano alla realtร trovando il modo, nellโobbedienza, di compiere il bene. I pastori sono coloro che vegliano di notte allโaperto vigilando sul gregge. Essi richiamano la funzione dei profeti che, come sentinelle, sono attenti ai pericoli che possono minacciare il gregge ma che scrutano lโorizzonte per cogliere i segni del sorgere nel nuovo giorno (Is 21,8). I pastori richiamano alla mente uno di loro, il piccolo Davide, chiamato da Dio non solo a pascere il proprio gregge ma il popolo dโIsraele.
MEDITATIO
Il Bambino si รจ fatto Pane per noi
Siamo un popolo che spesso sente di camminare alla cieca avvolto nelle tenebre. Oggi splende per noi la luce di Dio che, dandoci speranza ci riempie di gioia. Assaporiamo il gusto della vittoria, non quella sugli altri, ma sul male che ci separa dagli altri. Il bambino che nasce รจ il Principe della pace perchรฉ ne รจ la sorgente.
La luce รจ visibile a chi accoglie lโannuncio degli angeli: ยซoggi รจ nato per voi il Salvatore, Cristo Signoreยป; non รจ un annuncio freddo e distaccato, ma dato cantando. Siamo chiamati anche noi a far risuonare il Vangelo attraverso il canto della nostra vita. Il giubilo contenuto nella melodia รจ eco del canto celeste con il quale i santi magnificano la misericordia di Dio. Questo annuncio ci raggiunge nelle notti trascorse non al sicuro delle nostre case ma esposti alle varie intemperie di emozioni e sentimenti contrastanti. Questo annuncio รจ per me, per te, per tutti perchรฉ Gesรน รจ il ยซbambino nato per noiยป, ยซegli ha dato sรฉ stesso per noiยป, per essere per noi Salvatore. Venendo nel mondo Gesรน ci porta la salvezza. Da una parte Egli ci libera dal peccato, bruciando nel fuoco dello Spirito Santo ogni arma usata per fare il male, e dallโaltro ci educa alla sobrietร e alla giustizia per essere un popolo libero perchรฉ obbediente alla volontร di Dio.
Puรฒ riconoscere la luce chi รจ consapevole di essere nelle tenebre, puรฒ aprirsi al perdono chi confessa di essere peccatore, puรฒ ricevere il nutrimento chi sente la fame, puรฒ accettare il dono chi si fa piccolo.
Quanta povertร nella stalla dove in una mangiatoia viene adagiato il Figlio di Dio. Egli non esige nulla ma chiede solo di essere accolto con umiltร e semplicitร . In un cuore affollato di pensieri lamentosi e di paure non cโรจ posto per Gesรน. Non cโรจ spazio neanche in quelle case dove si bada alla forma e allโapparenza a discapito dellโamore fraterno e della caritร che invece ci unisce nella concordia. Il bambino nella sua disarmante innocenza ci lancia un appello a non gonfiarci di orgoglio, a non ingolfarci di pensieri cattivi, a non cercare lโacqua che disseta in pozzi vuoti o inquinati. Il Bambino ci invita a contemplarlo e a gustarlo con gli occhi perchรฉ il sapore della tenerezza e dellโamabilitร faccia nascere nel cuore il desiderio di diventare come Gesรน, mite e umile di cuore. Il Dio bambino accolto รจ fattore moltiplicatore della gioia in modo tale che essa sia per noi lโunico motivo per amare e dare noi stessi per gli altri.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“