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don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 24 Novembre 2024

Domenica 24 Novembre 2024NOSTRO SIGNORE GESร™ CRISTO RE DELL'UNIVERSO โ€“ ANNO B โ€“ SOLENNITร€
Commento al brano del Vangelo di: Gv 18,33-37

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Nostro Signore Gesรน Cristo Re dell’Universo โ€“ Lectio divina

Dal libro del profeta Danieleย (Dn 7,13-14)

Il suo potere รจ un potere eterno

Guardando nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio dโ€™uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere รจ un potere eterno, che non finirร  mai, e il suo regno non sarร  mai distrutto.

Il nostro aiuto viene dal Signore

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Il capitolo dal quale sono tratti i due versetti della lettura si apre con una drammatica visione notturna. Dallโ€™oceano che, nellโ€™antico Medio Oriente, era il simbolo del mondo ostile e del caos, emergono quattro enormi belve: un leone, un orso, un leopardo e una quarta bestia spaventosa, terribile, dalla forza eccezionale; stritola ogni cosa con i suoi denti di ferro (Dn 7,2-8). Il simbolismo delle quattro fiere รจ spiegato dallโ€™autore stesso (Dn 7,17-27).

Rappresentano i quattro grandi imperi che si sono succeduti e che hanno oppresso il popolo di Dio. La storia dโ€™Israele รจ stata un susseguirsi di regni crudeli e impietosi con i deboli. Hanno violato i diritti dei popoli e si sono imposti con la violenza e la sopraffazione, si sono comportati da bestie. Il veggente contempla unโ€™altra scena grandiosa: in cielo vengono collocati dei troni e un vegliardo, che rappresenta lo stesso Dio, si asside per il giudizio e pronuncia la sentenza: alle bestie viene tolto il potere e lโ€™ultima viene uccisa, fatta a pezzi e gettata nel fuoco (Dn 7,9-12).

รˆ a questo punto che si inserisce il brano della nostra lettura. Daniele continua la sua rivelazione: ยซGuardando nelle visioni notturne, ecco apparire, con le nubi del cielo, uno simile ad un figlio dโ€™uomoยป al quale il vegliardo, Dio, affida il potere, la gloria ed il regno. Figlio dโ€™uomo รจ unโ€™espressione ebraica che significa semplicemente uomo. Dopo tante bestie, ecco finalmente comparire un uomo. Lโ€™uomo รจ immagine di Dio e la sua vocazione รจ quella di dominare gli animali (Gn 1,28; Sal 8,7-9).

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Non viene dal mare come i quattro mostri, ma dal cielo, cioรจ da Dio. Raccontavano i rabbini che, in una notte oscura, un uomo accese una lampada, ma il vento la spense. La accese una seconda volta e poi una terza, ma di nuovo fu spenta. Allora disse: aspetterรฒ che sorga il sole. Allo stesso modo Israele fu salvato dallโ€™Egitto, ma la sua libertร  fu spenta dai babilonesi; venne salvato di nuovo, ma fu subito oppresso dai medi, dai persiani e dai greci.

Allora disse: attenderรฒ il sole, il regno del messia. La profezia si รจ compiuta solo con lโ€™avvento di Gesรน, il โ€œfiglio dโ€™uomoโ€ che ha dato inizio al regno dei santi dellโ€™Altissimo (Mc 14,62). Tutti i regni che si sono susseguiti prima di lui si sono ispirati al medesimo brutale principio: la competizione. Il forte ha soggiogato il debole, il ricco si รจ imposto al povero, il piรน capace ha asservito il meno dotato.

Nuovi dominatori si sono installati al posto dei loro predecessori, senza rendere piรน umana la convivenza dei popoli, anzi peggiorandola, perchรฉ pensieri e sentimenti rimanevano identici: voracitร , crudeltร  e sopraffazione. Gesรน ha interrotto per sempre il susseguirsi di questi imperi feroci, ha capovolto i valori ponendo al vertice non il potere, ma il servizio. Ha introdotto un criterio nuovo, quello del cuore dโ€™uomo, che รจ lโ€™opposto del cuore crudele delle belve.

La โ€œforzaโ€ che รจ nelle mie parole e nelle mie azioni favorisce le relazioni umane di fraternitร ? Il potere che esercito nellโ€™ambito della mia vita aiuta a sviluppare il potenziale di bene presente in me e nel mio fratello/sorella?

Dal libro dellโ€™Apocalisse di san Giovanni apostoloย (Ap 1,5-8)

Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.

Gesรน Cristo รจ il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrร , anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribรน della terra si batteranno il petto. Sรฌ, Amen! Dice il Signore Dio: Io sono lโ€™Alfa e lโ€™Omรจga, Colui che รจ, che era e che viene, lโ€™Onnipotente!

Regno di sacerdoti

Da Patmos, una minuscola isola dellโ€™Egeo, un cristiano esiliato โ€œa causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesรน Cristoโ€ (Ap 1,9) scrive a sette chiese dellโ€™Asia Minore, scosse dalla persecuzione scatenata da Domiziano, per esortarle alla perseveranza nella fede. Il nostro brano, tolto dal prologo delle sette lettere che costituiscono la prima parte del libro dellโ€™Apocalisse, esordisce con un riferimento a Gesรน cui sono attribuiti quattro titoli significativi: Cristo, testimone fedele, primogenito dei morti, principe dei re della terra (v. 5).

Lโ€™ultimo, principe dei re della terra, aiuta a valutare con occhi nuovi la storia del mondo. Tutti guardavano allโ€™imperatore di Roma come allโ€™arbitro dei destini dei popoli, allโ€™uomo onnipotente che si spacciava per dio e riempiva delle sue statue tutto lโ€™impero. Invece non era lui a reggere le sorti del mondo: egli era sottoposto a un sovrano superiore, a Cristo cui il Padre aveva consegnato il regno che nessuno mai potrร  distruggere.

La potenza di un impero si valuta anzitutto dalle dimensioni del territorio su cui si estende. Il regno di Cristo non occupa alcuno spazio geografico, non si basa su dimostrazioni di forza e non consiste nel dominio. I membri di questo regno non sono nรฉ soldati, nรฉ schiavi, nรฉ sudditi, ma sacerdoti (v. 6) chiamati a offrire, con la loro vita, sacrifici graditi a Dio, cioรจ opere di amore. รˆ questo lโ€™unico ordine che ricevono dal loro re. Ogni gesto di generositร  che compiono รจ un esercizio del loro sacerdozio.

Quando sono perseguitati a causa della loro fedeltร  al vangelo, offrono a Dio il piรน gradito dei sacrifici: lโ€™amore eroico verso quegli stessi carnefici che li fanno ingiustamente soffrire e li mettono a morte. Lโ€™autore invita le comunitร  cristiane dellโ€™Asia Minore, inclini a scoraggiarsi a causa della persecuzione, a puntare lo sguardo verso il Signore che viene (v. 7). La sua vittoria รจ assicurata e ognuno la vedrร , anche se il suo trionfo non sarร  di quelli che gli uomini si attendono: non umilierร  i suoi nemici, non condannerร  coloro che lo hanno trafitto, ma li vincerร  convertendo il loro cuore.

Tutti riconosceranno il loro peccato e si convertiranno al suo amore. รˆ questa lโ€™unica vittoria che le comunitร  cristiane devono attendersi. Alla fine del brano (v. 8) Dio appone la sua firma alle affermazioni del veggente dellโ€™Apocalisse, presentandosi come lโ€™Alfa e lโ€™Omega, la prima e lโ€™ultima lettera dellโ€™alfabeto greco, conferma dellโ€™affermazione biblica: ยซIo sono il primo e lโ€™ultimo; fuori di me non vi sono dรจiยป (Is 44, 6). La storia del mondo รจ una vicenda intermedia: tutto parte da Dio e tutto ritorna a lui. Ai suoi occhi il potere degli imperatori di Roma รจ un breve interludio, anche se ai cristiani pare tanto doloroso e interminabile.

Nelle esperienze di mortificazione e umiliazione contemplo il Crocifisso e chiedo al Signore di farmi partecipe della sua regalitร , di offrire insieme con Lui il mio dolore per la riconciliazione e la pace?

+ Dal Vangelo secondo Giovanniย (Gv 18,33b-37)

Tu lo dici: io sono re.

In quel tempo, Pilato disse a Gesรน: ยซSei tu il re dei Giudei?ยป. Gesรน rispose: ยซDici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?ยป. Pilato disse: ยซSono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?ยป. Rispose Gesรน: ยซIl mio regno non รจ di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perchรฉ non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non รจ di quaggiรนยป. Allora Pilato gli disse: ยซDunque tu sei re?ยป. Rispose Gesรน: ยซTu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla veritร . Chiunque รจ dalla veritร , ascolta la mia voceยป.

LECTIO

Contesto

Il processo davanti a Pilato costituisce, a livello strutturale, lโ€™elemento centrale di tutto il racconto della passione; questa centralitร  รจ finalizzata a evidenziare il tema della regalitร  di Gesรน. Il rifiuto dei capi dei giudei di entrare nel palazzo di Pilato, per non contaminarsi e poter cosรฌ festeggiare la Pasqua, costringe Pilato ad uscire ed entrare facendo la spola tra lo spazio esterno allโ€™edificio occupato dai giudei e lโ€™ambiente interno del pretorio dove si trova Gesรน. La narrazione del processo si sviluppa in sette scene, alternate tra lโ€™esterno e lโ€™interno del pretorio, che formano una struttura a parallelismo concentrico imperniata sulla scena della flagellazione e coronazione di spine:

a) esterno. Pilato e i giudei (18, 28-32)
b) interno. Pilato e Gesรน (18, 33-38a)
c) esterno. Pilato e i giudei (18, 38b-40)
d) coronazione di spine (19, 1-3)
c1ย ) esterno. Pilato presenta Gesรน ai giudei (19, 4-7)
b1) interno. Pilato e Gesรน (19, 8-12)
a1) esterno. Pilato, Gesรน e i giudei (19, 13-16a)

Testo

A differenza del procedimento giudiziario giudaico, che prevedeva lโ€™audizione dei testimoni, il processo romano si fondava quasi esclusivamente sullโ€™interrogatorio dellโ€™imputato. Il processo diventa un dibattito teologico tra il pagano Pilato e Gesรน perchรฉ il tema della regalitร  da questione politica assume la forma di testimonianza di una veritร  piรน alta traghettando il discorso verso il piano trascendente della volontร  divina. Il dialogo della pericope liturgica consta di tre domande di Pilato e altrettante risposte di Gesรน.

La domanda del procuratore โ€“ Tu sei il re dei giudei? โ€“ mira a puntualizzare lโ€™accusa e rivela la perplessitร  di Pilato che si ritrova davanti un uomo solo, disarmato, senza soldati che lo possano difendere, che รจ stato abbandonato dai suoi stessi amici e schiaffeggiato da un servo di Anna. Non pare proprio il tipo capace di mettere in pericolo il potere di Roma. Che il tema della regalitร  sia centrale nel racconto della passione lo si deduce anche dalla numerosa ricorrenza del termine ยซreยป (dodici volte).

Nei precedenti capitoli lโ€™appellativo era comparso solo altre quattro volte (1,49; 6,15; 12, 13.15). Dalle testimonianze antiche sembra che il titolo di ยซre dei giudeiยป fosse riservato ai sovrani asmonei e ad Erode il grande e ricorre sulla bocca dei non ebrei. I giudei, invece, preferivano il termine ยซre dโ€™Israeleยป. Il titolo ยซre dei giudeiยป assume significati diversi in base a chi lo usa. Pilato lo intendeva come un rivoluzionario, uno del partito dei zeloti, che aspirava a mettersi a capo del popolo e a sostituirsi alle autoritร  costituite.

Le autoritร  giudaiche, invece, avrebbero potuto identificare il ยซre dei giudeiยป con il messia davidico atteso nel tempo escatologico. Essi, tuttavia, sono preoccupati dei risvolti politici di una possibile reazione dellโ€™autoritร  romana dinanzi ad una pretesa di riscatto il cui desiderio albergava diffusamente nel cuore della gente ferita da profonde crisi sociali ed economiche.

Per Gesรน il titolo ha una valenza teologica e non teocratica perchรฉ il suo senso non รจ da ricercare nelle attese e negli schemi mondani, ma nella parola di Dio che rivela il suo desiderio di salvare lโ€™uomo dal peccato e dalla morte e restituirgli la dignitร  di figlio. Gesรน risponde con una contro-domanda, per costringere il procuratore a prendersi le sue responsabilitร : hai qualche ragione per ritenermi un sedizioso, oppure stai dando retta a chiacchiere? Non ti รจ stata riferita la mia reazione al tentativo di un mio discepolo di mettere mano alla spada (Gv 18,10-11)?

La replica di Pilato รจ quasi risentita: io sono un funzionario romano e amministro la giustizia in modo autonomo. Poi continua: โ€œLa tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?โ€ (v. 35). A Pilato, servitore dello stato, interessa conoscere dalla voce di Gesรน cosa abbia commesso. Dalle parole del procuratore emerge che la responsabilitร  dellโ€™accusa รจ da attribuire ai capi dei sacerdoti che hanno preteso di parlare a nome e per il bene del popolo perchรฉ ritenevano Gesรน pericoloso per la sussistenza della nazione (cf. 11,50).

A questo punto il tema della regalitร  di Cristo entra nel vivo. Gesรน cerca di aiutare il procuratore a capire: โ€œIl mio regno non รจ di questo mondoโ€ (v. 36). Gesรน ha lโ€™opportunitร  di difendersi dalle accuse e di chiarire il senso della sua regalitร . Infatti, lascia cadere la seconda domanda di Pilato per rispondere alla prima. La questione passa dal titolo ยซre dei giudeiยป alla regalitร . Il termine ยซregnoยป รจ poco frequente nel quarto vangelo che ne fa menzione solo nel dialogo con Nicodemo (3, 3.5) e in quello con Pilato.

Pilato ha in mente le caratteristiche ben definite dei regni di questo mondo: sono portati avanti da uomini mossi dallโ€™ambizione, si basano sullโ€™uso della forza e del denaro, vanno difesi con le armi, il forte si impone e comanda e i sudditi devono stare sottomessi e obbedire. Quello di Gesรน non ha nulla in comune con questi regni. Egli non uccide nessuno, va lui a morire; non comanda sugli altri, obbedisce; non si allea con i grandi e i potenti, si mette dalla parte degli ultimi, di coloro che non contano nulla.

Per gli uomini possedere, conquistare, sterminare sono segni di forza, per Gesรน sono indici di debolezza e di sconfitta. Per lui grande รจ colui che serve. Gesรน ha sempre reagito con durezza con chi ha tentato di farlo aderire a una regalitร  di questo mondo; fin dallโ€™inizio lโ€™ha considerata una proposta diabolica (Mt 4,8-10). Ha deluso le attese messianiche dei suoi discepoli, รจ fuggito quando il popolo lo voleva proclamare re (Gv 6,15).

A Pilato sfuggono le sottigliezze linguistiche e teologiche del suo interlocutore e lo riporta alla domanda iniziale, senza perรฒ far riferimento a nessun titolo ma alla dignitร : ยซTu sei re?ยป. Gesรน, ora che รจ sconfitto e ha le ore contate, ora che non cโ€™รจ piรน alcuna possibilitร  di equivoco, di fronte al rappresentante del mondo pagano che gli domanda se fosse re, proclama solennemente: โ€œSรฌ, sono reโ€. Tuttavia, lo dice non per affermare la veritร  della sua dignitร  personale, ma rivelare la sua origine ultramondana e la sua missione che non ha nulla a che fare con la veritร  che vuole fare Pilato. Il regno di Gesรน non รจ un luogo fisico, nรฉ nei cieli nรฉ sulla terra, ma non รจ neanche fuori dal mondo; lโ€™ambito dellโ€™esercizio della regalitร  รจ lโ€™esistenza di quanti ascoltano la sua voce e accolgono la veritร  da lui testimoniata.

Poi spiega: โ€œSono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla veritร โ€ (v. 37). Non per insegnare delle veritร , come facevano i saggi, ma per testimoniare la veritร . Nella Bibbia veritร  รจ fedeltร  alla parola data, รจ stabilitร  e perseveranza, รจ ciรฒ o รจ colui di cui ci si puรฒ fidare. Dio รจ veritร  perchรฉ non si smentisce mai, mantiene le promesse fatte, รจ animato da un amore che nulla e nessuno riuscirร  mai a incrinare (Es 34,6).

Per un ebreo la veritร  non รจ qualcosa di logico, ma di concreto, รจ ciรฒ che avviene nella storia. Veritร  sono i disegni di amore del Signore; conoscere la veritร  significa capire questi disegni e lasciarsi coinvolgere nella loro realizzazione. Gesรน รจ venuto a rendere testimonianza alla veritร , perchรฉ incarna il progetto di Dio, lo porta a compimento, per questo รจ la veritร  (Gv 14,6). Con la sua presenza nel mondo, con tutta la sua vita spesa per amore, dimostra la fedeltร  del Signore al suo patto con lโ€™uomo.

Gesรน conclude la spiegazione sul suo regno dichiarando: โ€œChiunque รจ dalla veritร , ascolta la mia voceโ€ (v. 37) e Pilato, che capisce sempre meno, gli risponde: โ€œCosโ€™รจ questa storia della veritร ?โ€. Al procuratore non interessa la persona di Gesรน, ma sapere se costituisce o no una minaccia per il potere di Roma. รˆ refrattario al progetto di Dio, pensa al regno di questo mondo, non alla veritร . Insensibile alla voce di Gesรน e stanco di udire parole per lui senza senso, interrompe il dialogo. รˆ il simbolo del mondo incredulo che si rifiuta di ascoltare la parola di veritร : non trova in essa alcun motivo di condanna, ma non ha il coraggio di prendere posizione e finisce per cedere a scelte di morte.

Nei giorni precedenti alla Pasqua Gesรน, usando il linguaggio apocalittico, aveva annunciato la fine delle potenze mondane e il trionfo del regno di Dio. รˆ una promessa che inizia a realizzarsi con la sua morte e la risurrezione perchรฉ nella Pasqua da Dio Padre viene consacrato Re e Sacerdote. Il processo davanti a Pilato diventa unโ€™occasione per testimoniare la veritร , ovvero lโ€™amore eterno e fedele di Dio per gli uomini, ai quali Egli dona suo Figlio. Gesรน dice di sรฉ di essere il regalo di Dio agli uomini. Con il sacrificio di Gesรน sulla croce, Dio sposo sโ€™impegna con la Chiesa, sua sposa, per un patto di alleanza che rimane per sempre.

Il tratto contraddistintivo del regno di Dio รจ la fedeltร  nellโ€™amore e tocca il suo punto piรน alto nel dono della propria vita. Quanto sia differente il regno di Dio da quelli umani รจ testimoniato dal fatto che Gesรน non combatte contro i suoi traditori ma consegna la sua vita al Padre come agnello pasquale sacrificato per il perdono dei peccati. Il suo regno non sโ€™impone con la forza ma si realizza attraverso lโ€™esercizio del sacerdozio dellโ€™amore, il dono di sรฉ al Padre, perchรฉ gli uomini abbiano la vita in abbondanza e non la condanna per i loro peccati.

Chi accoglie Gesรน nella sua vita, lo riconosce come Signore e si consacra al suo servizio, viene trasformato interiormente ed entra a far parte del regno di Dio nel quale piรน che la legge del piรน forte vige quella di chi punta ad amare sempre di piรน fino a dare, come Cristo, la sua vita per gli altri.

MEDITATIO

Gesรน Cristo, Re dei cuori

Nel pretorio si consuma il faccia a faccia tra Pilato e Gesรน o quello che potremmo chiamare un incidente probatorio. Il primo รจ un servitore del potere umano che si piega alla logica del calcolo politico e il secondo dice di sรฉ di essere testimone della Veritร  che sโ€™inginocchia davanti agli uomini per amarli servendoli e dando loro la propria vita.

Le autoritร  ebraiche avevano interrogato Giovanni Battista chiedendo chi fosse e lui aveva confessato negando di essere il Cristo o il Profeta, ma affermando di essere ยซvoceยป della Parola. Infatti, lui, che รจ chiamato lโ€™amico dello Sposo, rende testimonianza alla Luce che viene nel mondo. Lo fa indicando in Gesรน lโ€™Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Cosa dice di sรฉ Gesรน?

Rispondendo a Pilato che gli chiede se fosse re, egli replica affermativamente ma specificando che la regalitร  a cui allude lโ€™accusa รจ ben diversa da quella esercitata da lui. La regalitร  di Gesรน si manifesta in tutto il suo splendore sulla croce dove, spogliato di tutto viene โ€œrivestitoโ€ della potenza dello Spirito Santo. Questa รจ la maestร  e la forza di cui parla il Salmo 92.

Lo Spirito Santo consacra Gesรน quale Cristo Re il cui regno รจ eterno e indistruttibile perchรฉ il suo potere รจ alimentato dallโ€™amore che non si esaurisce e non della ricchezza o delle armi che invece conducono alla distruzione. Sulla croce Gesรน viene consacrato Re, Sposo dellโ€™umanitร  e Sommo Sacerdote. La regalitร  di Gesรน รจ esercitata sul cuore dellโ€™uomo nel quale รจ riversato lo Spirito Santo. Egli ci libera dal peccato e, unendo la nostra vita alla sua, ci mette in grado di compiere il comandamento dellโ€™amore fraterno. Gesรน non รจ re dei castelli arroccati ma dei cuori in festa! I primi discepoli di Gesรน, indotti dalla testimonianza del Battista, iniziano a seguirlo e accolgono il suo invito ad andare con lui per vedere dove abita.

Nel cammino del discepolato non mancano le crisi e la tentazione di volgersi indietro. Ogni volta Gesรน chiede di fare una scelta di responsabilitร . Pietro, portavoce dei discepoli che rimangono con il Maestro, riconosce che solo Gesรน ha parole di vita eterna. La comunione con Cristo ci permette di far aderire sempre di piรน il nostro cuore al suo per appartenere al suo regno ed esercitare la caritร  fraterna.

Essa, infatti, รจ la via che ci riconcilia con il Padre e ci fa essere unโ€™unica famiglia, la veritร  che sostiene la nostra speranza e infonde coraggio per compiere la volontร  di Dio, la vita che vince la morte e ci rende credibili testimoni della risurrezione. Partecipare alla regalitร  di Cristo significa essere testimoni della Veritร , servi dei fratelli e custodi del creato. Un saluto usuale tra i cristiani di un tempo รจ: Cristo Regni.

Lo puรฒ fare se gli offriamo la nostra vita e ci mettiamo al suo servizio. La regalitร  di Cristo si manifesta nella solaritร  del sorriso di chi accoglie e ascolta i fratelli, nellโ€™amabilitร  con la quale si parla con gli altri, nella delicatezza con cui si curano le ferite degli infermi, nella semplice profonditร  con la quale si condivide la fede, nella gioia con cui si partecipa alla felicitร  altrui, nella compassione con la quale si piange con chi รจ nel lutto, nellโ€™intimitร  spirituale che si crea quando due o piรน sono uniti in preghiera.

Nel contesto di un processo, nel quale Pilato funge da giudice per dirimere la controversia tra i capi dei Giudei e Gesรน, emerge la necessitร  di fare veritร . Pilato pone delle domande a Gesรน partendo dal capo dโ€™imputazione mosso dai Giudei con i quali condivide lโ€™idea di giustizia come forma di potere di controllo e di gestione delle persone, esercitato attraverso il giudizio di assoluzione o di condanna. Gesรน si presenta libero da questo potere, solo, ma non isolato, perchรฉ, sebbene non abbia il suo esercito come supporto e protezione, Egli รจ saldo perchรฉ crede, รจ radicato fermamente sulla veritร , la roccia, dellโ€™amore fedele del Padre.

Gesรน cerca la veritร  perchรฉ risponde al richiamo del suo cuore di cercare il volto di Dio, la relazione di amore col Padre che mai viene meno, perchรฉ รจ vero, รจ fedele allโ€™impegno che ha preso con se stesso di darci la vita. Chi ricerca la veritร , il volto di Dio nei volti degli uomini, riconosce e ascolta la voce del Pastore bello, quello che dร  la sua vita per il gregge, non come il mercenario che fugge davanti alle sue responsabilitร  per mettere in salvo il suo potere.

Chi sceglie di essere dalla parte della Veritร , dalla parte di Dio, chi vuole appartenere al suo Regno, ascolta, ricerca la veritร  come chi vuole giungere alla sorgente dellโ€™acqua, lรฌ dove cโ€™รจ purezza e vita vera.

Lโ€™invito di Gesรน a Pilato, ai Giudei e a tutti noi รจ quello che non fermarci a quello che gli uomini dicono e danno perchรฉ sarebbe come bere lโ€™acqua da un torrente che sta per finire nel mare e porta con sรฉ ogni tipo di agente inquinante. Bisogna risalire alla sorgente, alla veritร , che รจ Dio che ama gratuitamente e fedelmente. Nei processi della vita, spesso piena di punti di vista e interessi contrastanti, la regalitร  del cristiano รจ esercitata nel risalire dalla foce inquinata dalle parole e dalle azioni sbagliate, alla sorgente dโ€™amore che รจ posta nel cuore di ciascuno. Allora ognuno, con Cristo, diventa testimone fedele della veritร  e principe della pace!

  • I dubbi e le domande che porto con me nascono dal desiderio di conoscere e amare lโ€™altro o dal pregiudizio alimentato dalla paura?
  • I principi che ispirano i miei pensieri, le mie parole e le mie azioni me li suggerisce il mondo o Dio?
  • Cosa significa essere fedele a Dio nella mia esperienza di vita?

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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