Uomini illuminati dalla fede e cristiani luminosi di caritร – Lunedรฌ della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – San Pio da Pietrelcina
Dal libro dei Proverbiย Pr 3,27-34
Il Signore ha in orrore il perverso.
Figlio mio:
non negare un bene a chi ne ha il diritto,
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se hai la possibilitร di farlo.
Non dire al tuo prossimo:
ยซVaโ, ripassa, te lo darรฒ domaniยป,
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se tu possiedi ciรฒ che ti chiede.
Non tramare il male contro il tuo prossimo,
mentre egli dimora fiducioso presso di te.
Non litigare senza motivo con nessuno,
se non ti ha fatto nulla di male.
Non invidiare lโuomo violento
e non irritarti per tutti i suoi successi,
perchรฉ il Signore ha in orrore il perverso,
mentre la sua amicizia รจ per i giusti.
La maledizione del Signore รจ sulla casa del malvagio,
mentre egli benedice la dimora dei giusti.
Dei beffardi egli si fa beffe
e agli umili concede la sua benevolenza.
Beato lโuomo custode delle relazioni fraterne
La tradizione sapienziale dโIsraele si รจ dedicata molto alla formazione umana dei governanti a cui spetta il delicato compito del discernimento e della cura del bene comune. La ricerca del sapiente si orienta sempre meglio a cogliere la volontร di Dio per attuarla. Di quale volontร si parla?
Non certamente di un freddo destino spietato e freddo, ma di una volontร tutta desiderosa di vivere in pace con gli uomini sue creature. Il sapiente non รจ nรฉ un freddo calcolatore, nรฉ un distante osservatore giudicante. Invece, Dio si immerge nelle vicende umane mosso dalla compassione che lo spinge a rinunciare alle proprie prerogative per soccorrere i piรน deboli.
I comandamenti negativi non vanno intesi come una semplice limitazione della libertร personale ma uno strumento pedagogico per limitare la tendenza al peccato che rovina le relazioni fraterne. Il sapiente offre dei criteri di verifica per misurare la fede e la giustizia di chi si assume la responsabilitร verso gli altri. Il prossimo non รจ piรน solo il compagno, lโamico, il commensale, cioรจ gli uomini con i quali si intrattengono delle relazioni, ma รจ piรน genericamente lโaltro diverso da me, finanche il mio nemico.
Nelle relazioni il primato va dato alla persona prima ancora che alla sua condizione sociale e morale o al suo comportamento. Se ci identifichiamo con il prossimo piรน facilmente si comprenderร che tutti possono sbagliare ma si puรฒ crescere solamente se si trovano persone si fanno prossime per offrire un aiuto concreto e non giudizi e sentenze.
+ Dal Vangelo secondo Lucaย Lc 8,16-18
La lampada si pone su un candelabro, perchรฉ chi entra veda la luce.
In quel tempo, Gesรน disse alla folla:
ยซNessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perchรฉ chi entra veda la luce.
Non cโรจ nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perchรฉ a chi ha, sarร dato, ma a chi non ha, sarร tolto anche ciรฒ che crede di avereยป.
Uomini illuminati dalla fede e cristiani luminosi di caritร
La logica pone le azioni in maniera correlata tra loro affinchรฉ insieme concorrano a realizzare il fine per il quale sono fatte. Quando si agisce in maniera meccanica, cioรจ senza pensare, venendo a mancare la logica, le azioni possono essere contrastanti tra loro al punto da vanificare il loro effetto. Per questo Gesรน dice che nessuno che riflette su quello che fa e agisce perchรฉ pensa puรฒ, per esempio, accendere la lampada e poi coprirla con un vaso o metterla sotto un letto.
Al contrario, allโaccensione della lampada segue il gesto di metterla sul candelabro. Se si accende una lampada lo si fa perchรฉ chiunque entra in una stanza possa vedere la luce. Non avere un fine per cui vivere significa essere privi di quel pensiero che guida e mette in ordine le nostre azioni legandole ad un senso.
La parola di Dio ascoltata e accolta nel cuore non solo permette di scoprire la logica sottesa agli eventi della vita, soprattutto quelli piรน dolorosi e oscuri, ma permette anche di dare un senso ai gesti che si compiono e alle parole che si pronunciano. La sofferenza e la morte di Gesรน sono ordinati alla sua risurrezione.
Nella Pasqua di Cristo il ยซsegreto di Dioยป, ovvero il suo pensiero, il suo progetto, il Mistero del suo amore, viene manifestato perchรฉ tutti possano vedere e conoscere il volto del Padre, sperimentare il calore della sua misericordia e gioire per la luminositร della sua gloria. Ascoltare la Parola di Dio non significa solo ammirare la luce ma anche imitare Colui che ha detto di sรฉ di essere la ยซluce del mondoยป.
Gesรน ci chiede di monitorare la nostra capacitร di ascoltare perchรฉ riusciamo ad assimilare la medesima logica di Dio per non cadere negli automatismi tipici di chi rinuncia a pensare o semplicisticamente fa suo il pensiero di altri, quello che lo gratifica di piรน. La fede รจ ricerca, approfondimento, riflessione, ricordo. Tutto questo ci fa crescere in libertร perchรฉ ci rende piรน consapevoli.
Lโascolto della Parola di Dio accende in noi il desiderio di conoscere Dio e di diventare partecipi della sua luminosa caritร .
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“