Tempo di custodire e coltivare i segni della speranza – Feria propria del 23 Dicembre
Dal libro del profeta Malachรฌaย Ml 3,1-4.23-24
Prima del giorno del Signore manderรฒ il profeta Elรฌa.
Cosรฌ dice il Signore:
ยซEcco, io manderรฒ un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerร nel suo tempio il Signore che voi cercate; e lโangelo dellโalleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
- Pubblicitร -
Chi sopporterร il giorno della sua venuta? Chi resisterร al suo apparire? Egli รจ come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederร per fondere e purificare lโargento; purificherร i figli di Levi, li affinerร come oro e argento, perchรฉ possano offrire al Signore unโofferta secondo giustizia. Allora lโofferta di Giuda e di Gerusalemme sarร gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.
Ecco, io invierรฒ il profeta Elรฌa prima che giunga
il giorno grande e terribile del Signore:
- Pubblicitร -
egli convertirร il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri,
perchรฉ io, venendo,
non colpisca
la terra con lo sterminioยป.
Elia e il nuovo esodo
Il libro del profeta Malachรฌa รจ lโultimo dellโAntico Testamento che si chiude con la promessa del ritorno di Elia. Nel testo della liturgia odierna la figura del profeta รจ associata a quella del messaggero che prepara lโavvento del Signore. Il linguaggio apocalittico, che caratterizza la parte centrale dellโoracolo profetico, descrive la visita di Dio con immagini che richiamano il giudizio finale con il quale si concluderร la storia di questo mondo per inaugurare un tempo nuovo. La missione di Elรฌa รจ assolta da Giovanni Battista, il precursore di Gesรน. Egli รจ lโangelo che guida il nuovo popolo dโIsraele nellโesodo per introdurlo nella nuova alleanza con Dio. Il sangue di Cristo sulla croce ha la forza di purificare dai peccati e riconciliare con il Signore.
+ Dal Vangelo secondo Lucaย Lc 1,57-66
Nascita di Giovanni Battista.
In quei giorni, per Elisabetta si compรฌ il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarรฌa. Ma sua madre intervenne: ยซNo, si chiamerร Giovanniยป. Le dissero: ยซNon cโรจ nessuno della tua parentela che si chiami con questo nomeยป.
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: ยซGiovanni รจ il suo nomeยป. Tutti furono meravigliati. Allโistante gli si aprรฌ la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: ยซChe sarร mai questo bambino?ยป. E davvero la mano del Signore era con lui.
Tempo di custodire e coltivare i segni della speranza
Per Elisabetta il tempo dellโattesa รจ terminato e giunge finalmente quello in cui poter contemplare negli occhi del bimbo lโinfinita misericordia di Dio. La nascita del bambino diventa motivo di gioia anche per i vicini e i parenti, i quali vorrebbero imporre al bambino il nome del padre, Zaccaria, per garantire il perpetuarsi del suo ricordo anche dopo la sua morte.
Le attenzioni sono concentrate su Zaccaria come lo erano state su Elisabetta quando si era accorta di essere in attesa di un figlio, quasi che il bambino fosse una sorta di premio di consolazione dopo le tante sofferenze e i tanti servizi offerti al tempio. Essi non hanno colto che quel bambino non รจ in funzione della felicitร dei suoi anziani genitori, ma la sua nascita รจ preludio dellโavvento del Messia, che sarebbe venuto nel mondo dopo di lui.
Elisabetta e Zaccaria sono concordi nel chiamare il bambino Giovanni, che significa โDio usa misericordiaโ. Se Zaccaria era diventato muto perchรฉ non aveva creduto alle parole dellโangelo, adesso la sua lingua si scioglie, vengono meno tutti i dubbi e le domande inutili.
Quando, mettendo da parte ogni pretestuosa scusa che cela la nostra connaturale diffidenza, con scelte concrete confermiamo la parola di Dio, le nostre parole comunicano gioia, lode e benedizione. La gioia della fede non nasce dallโaver ricevuto quello che ci si aspetta, ma dal riconoscere che non si รจ in balia del caso o di un cieco destino e che siamo sotto la potente mano di Dio che ci protegge, ci accompagna e ci guida sempre.
Se lo cerchiamo per stringerci a lui soprattutto nel tempo della prova, non rimarremo delusi. Egli, come un sapiente agricoltore, sa custodire e coltivare in noi i semi della speranza. La nascita di Giovanni รจ segno che a Dio nulla รจ impossibile e che mantiene sempre le sue promesse. Coltiviamo questa speranza e confidiamo in Lui nei momenti piรน difficili della nostra vita?
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“