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don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 22 Settembre 2024

Domenica 22 Settembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 9,30-37

Servi dei fratelli esperti di umanitร  – XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) โ€“ LECTIO DIVINA

Dal libro della Sapienzaย Sap 2,12.17-20

Condanniamo il giusto a una morte infamante.

[Dissero gli empi:]

ยซTendiamo insidie al giusto, che per noi รจ dโ€™incomodo

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e si oppone alle nostre azioni;

ci rimprovera le colpe contro la legge

e ci rinfaccia le trasgressioni contro lโ€™educazione ricevuta.

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Vediamo se le sue parole sono vere,

consideriamo ciรฒ che gli accadrร  alla fine.

Se infatti il giusto รจ figlio di Dio, egli verrร  in suo aiuto

e lo libererร  dalle mani dei suoi avversari.

Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,

per conoscere la sua mitezza

e saggiare il suo spirito di sopportazione.

Condanniamolo a una morte infamante,

perchรฉ, secondo le sue parole, il soccorso gli verrร ยป.

Dalla parte giusta

Il giusto viene descritto con gli occhi degli empi i quali, accecati dalla malizia, non riconoscono il valore della persona contro cui si accaniscono. La descrizione che gli empi fanno del giusto coincide con quella del sapiente che ha composto il Salmo 1. Infatti, il giusto non si fa connivente con i malvagi ma ne prende le distanze stigmatizzando i loro comportamento ipocrita.

Gli empi sono atei di fatto e religiosi in apparenza. Pur praticando i riti, hanno il cuore attaccato alle loro tradizioni e al guadagno. Gli empi rivestono il ruolo del Satan, il tentatore e lโ€™avversario. Non tollera la mancata omologazione e la sottomissione alle sue regole.

Questo scatena la ritorsione. Il giusto sembra subire in silenzio lโ€™ingiustizia e lโ€™oltraggio perpetrato contro di lui. La fede, mite e forte, del giusto, unita alla sua parresรฌa nel denunciare il male sono una testimonianza vivente dellโ€™agire di Dio che non abbandona i suoi eletti che confidano in Lui, ma li salva dalla morte. Il giudizio arriva per tutti e rivela da che parte si รจ scelto di stare. La vittoria si consegue stando vicino a Dio perchรฉ quando le sorti si capovolgono con la morte si possa stare dalla parte dei beati e dei vincenti.

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+ Dal Vangelo secondo Marcoย (Mc 9,30-37)

Il Figlio dell’uomo viene consegnatoโ€ฆ Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

In quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: ยซIl Figlio dellโ€™uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร ยป. Essi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Giunsero a Cafร rnao. Quando fu in casa, chiese loro: ยซDi che cosa stavate discutendo per la strada?ยป. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse piรน grande. Sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: ยซSe uno vuole essere il primo, sia lโ€™ultimo di tutti e il servitore di tuttiยป.

E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: ยซChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป.

LECTIO

Lโ€™insegnamento sulla sequela e le sue esigenze, che segue il primo annuncio della passione e la reazione scomposta di Pietro, si chiude con un annuncio enigmatico riguardo alla manifestazione del Regno in tutta la sua potenza la cui visione sarร  riservata solo ad alcuni (8,34-9,1). La narrazione continua effettivamente con il racconto dellโ€™evento della trasfigurazione (9, 2-13) contemplato solo da tre dei suoi apostoli. In questa pericope ritorna ancora il tema della identitร  di Gesรน e la reazione di Pietro. Nella triplice tradizione sinottica (cioรจ comune a tutti e tre i vangeli Sinottici) allโ€™episodio della trasfigurazione segue quello della guarigione di un ragazzo posseduto da uno spirito impuro che agisce sul suo sistema neurologico. Protagonista di questo episodio รจ il papร  del giovane che si era rivolto prima agli apostoli e poi, data la loro incapacitร  di sanarlo, a Gesรน. Il tema รจ la fede che nel caso del papร  subisce una trasformazione grazie alla quale Gesรน puรฒ operare la liberazione e restituire al padre il suo figliolo sano e salvo (9, 14-29).

La pericope liturgica รจ divisa in due parti, tanti quanti sono gli insegnamenti di Gesรน: il primo lungo la strada della Galilea che dalle pendici del Monte Ermon scende fino alle sponde del lago di Tiberiade, il secondo in casa a Cafarnao. Il cammino segue lโ€™itinerario del fiume Giordano che significa ยซColui che scendeยป. Il verbo consegnare sottolinea il passaggio del Figlio dellโ€™uomo nelle mani degli uomini. Nellโ€™evento della ยซconsegnaยป sโ€™intrecciano tre azioni: quella di Dio che attua il suo disegno di salvezza, quella degli uomini che trova concretezza nel tradimento di Giuda, e lโ€™azione di Cristo che si dona al Padre lasciandosi afferrare dalle mani degli uomini perchรฉ il progetto salvifico di Dio si compia. Chi ha dimestichezza con la Scrittura riconosce nelle parole di Gesรน lโ€™eco di due testi profetici che evocano il servo Dio sofferente (Is 53,6.12) e il ยซFiglio dellโ€™uomoยป che venendo dal cielo pone fine alle tribolazioni dei giusti causate da regni malvagi per instaurare il Regno di Dio universale ed eterno (Dn 7,25). Gli uomini, la cui logica ispira la reazione ribelle di Pietro al primo annuncio della passione, sono gli stessi che rifiuteranno e scarteranno colui che Dio ha scelto perchรฉ sia il principio generatore di una nuova umanitร  e di una generazione rinnovata nello Spirito. Il riferimento ai testi anticotestamentari sottolineano la paradossalitร  del progetto di Dio che, nel momento in cui sembra arrendersi alle logiche delle potenze mondane, manifesta tutta la sua forza nel capovolgimento della situazione. Lโ€™espressione ยซil terzo giornoยป richiama Os 6,2 e Es 19, 11.16 in cui lโ€™intervento di Dio pone un limite allโ€™azione mortifera degli uomini per inaugurare il tempo della salvezza e del suo regnare senza limiti di tempo e selezione di destinatari.

La reazione dei discepoli, se non arriva allโ€™istintivitร  di Pietro che tenta di deviare il cammino di Gesรน, รจ tuttavia caratterizzata dalla paura che blocca. Pietro aveva avuto il coraggio di esprimere il suo pensiero mentre, dopo il secondo annuncio, si chiudono nel mutismo e si rifiutano di interloquire con lui. Il verbo tradotto con ยซnon capivanoยป puรฒ anche significare che i discepoli, rifiutando lโ€™annuncio di Gesรน rinunciano anche ad approfondire e cercare ci cogliere il senso piรน profondo delle sue affermazioni. Il rischio dei discepoli, nel momento in cui rifiutano di affrontare il mistero della morte di Gesรน e di scendere piรน in profonditร  nel senso della volontร  di Dio, รจ quello di non lasciarsi neanche raggiungere dalla speranza della promessa della risurrezione.

La seconda parte della pericope liturgica รจ inaugurata dal cambiamento di ambientazione; si passa dalla strada alla casa. Si tratta della casa di Pietro che lโ€™aveva accolto allโ€™inizio del suo ministero. Quella casa era diventata il punto di riferimento di tanta gente che desiderava essere guarita. Proprio lรฌ Gesรน libera la suocera di Pietro dalla febbre che la bloccava a letto e lei, guarita, aveva iniziato a servire. Da quella casa Gesรน era ripartito per andare oltre i confini delle attese umane invitando i primi discepoli a lasciare le loro sicurezze per seguirlo. Il silenzio con il quale i Dodici avevano accolto il secondo annuncio della Pasqua li assimila allโ€™uomo posseduto da uno ยซspirito mutoยป (9,17) che Gesรน chiama anche ยซspirito muto e sordoยป (9,25). Infatti, essi si chiudono alla comprensione della sapienza di Gesรน escludendolo dalle loro relazioni. La sua domanda รจ una richiesta di accoglienza e partecipazione dei loro discorsi.

Ma i discepoli oppongono ancora una volta il silenzio perchรฉ oltre la paura li vince alla vergogna. Essi hanno colto lโ€™altezza del livello della proposta di Gesรน e la profonditร  della sapienza che lo anima, ma essi preferiscono rimanere sul piano dei ragionamenti umani e debitori delle loro ยซmanie di grandezzaยป. Facile immaginare che la discussione sia stata accesa perchรฉ ognuno ha voluto mettere in evidenza i meriti o i presunti privilegi per avallare la sua candidatura come successore di Gesรน. I discepoli dopo il primo e il secondo annuncio della fine di Gesรน vedono oltre e cercano di organizzare il futuro stabilendo una gerarchia di autoritร , dal primo allโ€™ultimo. Dunque, smascherati nel loro intento i discepoli rimangono senza parole. In questo contesto Gesรน vuole guarire i suoi dallo spirito impuro dellโ€™ambizione con il suo insegnamento che trova prima attuazione nel suo esempio di vita. Gesรน si siede per assumere la postura del maestro poi chiama i Dodici. La chiamata ha una valenza simbolica e vuole indicare una seconda vocazione, o meglio la conferma della scelta di eleggerli come suoi discepoli e collaboratori nella sua missione.

La chiamata indica la volontร  di Dio di perseverare nella scelta di amore verso lโ€™uomo, anche quando si chiude alla sapienza e rifiuta la grazia del perdono. Cโ€™รจ un capovolgimento di atteggiamento che รจ il riflesso del capovolgimento del destino di Gesรน. Egli, consegnato alla morte da parte degli uomini, sarร  risuscitato da Dio, relegato allโ€™ultimo posto tra gli uomini dagli uomini stessi, per opera dello Spirito diventa ย il primo dei fratelli, capostipiti di un nuovo popolo. Come lโ€™effetto del gesto tenero di Gesรน di alzare (verbo della risurrezione) dal letto la suocera di Pietro fu la diaconia della mensa festiva, cosรฌ la conseguenza della sua risurrezione sarร  la partecipazione della condizione gloriosa nellโ€™esercizio del servizio a tutti i fratelli, non solamente quelli della propria casa. Alla parola Gesรน associa il gesto di accogliere il piรน piccolo di casa e metterlo in mezzo. Il sostantivo usato per indicare un bambino รจ impiegato anche per un giovane servo o schiavo. Gesรน abbraccia il bambino perchรฉ sโ€™identifica con lo schiavo che egli rappresenta. Ultimo nella scala sociale diventa il modello principale della vita vissuta cristianamente.

Chi assume Gesรน crocifisso, che si รจ fatto il piรน piccolo tra gli uomini, come punto di riferimento della propria vita, si lascia trasformare da lui partecipando alla sua missione e alla sua gloria di Figlio di Dio. ย 

MEDITATIO

Servi dei fratelli esperti di umanitร 

Nel racconto di Marco a Cesarea di Filippo avviene una svolta nella missione di Gesรน perchรฉ cambia il contenuto del suo insegnamento che si concentra su ciรฒ che sarebbe accaduto a Gerusalemme dove il Figlio dellโ€™uomo avrebbe subito lโ€™umiliazione e la morte per poi risorgere il terzo giorno. Questo discorso Gesรน lo fa ai Dodici i quali perรฒ non colgono il senso delle sue parole. Pietro, che percepisce la portata profetica dellโ€™annuncio, vi si oppone preso dalla paura. Si guadagna da Gesรน un severo rimprovero e un forte invito a seguirlo.

Se vuole continuare ad essere suo discepolo deve ricollocarsi dietro e non davanti a lui, con la pretesa dโ€™influenzare le sue scelte ispirandosi ad una logica, che รจ quella di Satana, estranea alla volontร  di Dio. Da Cesarea di Filippo, dove nasce il fiume Giordano, alle pendici del Monte Hermon, i discepoli scendono fino a Cafarnao, attraversando la Galilea. Giordano significa ยซColui che scendeยป perchรฉ nel suo percorso il fiume scende sotto il livello del mare.

Cafarnao si trova sulle sponde del lago di Tiberiade che รจ giร  a duecento metri sotto il livello del mare. Esso รจ alimentato dal fiume Giordano che uscendo dal lago continua la sua corsa fino a raggiungere il mar Morto presso cui sorgeva Gerico, la cittร  situata nel punto piรน basso della terra, e che รจ lโ€™ultima tappa del pellegrinaggio prima di salire a Gerusalemme. Lโ€™annuncio di Gesรน traccia il percorso del pellegrinaggio la cui mappa non disegna solo la geografia del territorio, ma soprattutto quella della vita. Senza che se ne accorgano i discepoli stanno vivendo le medesime situazioni a cui alludeva la parabola del seme.

La parola di Gesรน trova una forte resistenza in chi ha il cuore indurito dalla logica tipicamente mondana che ricerca il successo e la ricchezza. La Parola di Dio ยซrimbalzaยป in un atteggiamento di sfida. Avviene anche che il seme della Parola cada su un terreno sassoso. Lโ€™insegnamento di Gesรน viene ascoltato, ma non approfondito perchรฉ appare fuori della portata della propria comprensione e dei propri progetti. Emerge drammaticamente evidente la distanza che si crea tra il Maestro e i discepoli e la loro difficoltร  a vivere la fede come ascolto della Parola di Dio e discernimento della sua volontร . Quanto piรน egli si avvicina a loro, tanto piรน essi sembrano chiudersi in un cupo silenzio.

Camminare con Gesรน e stare con lui significa mettere la sua Parola al centro dei nostri pensieri. Fin quando Egli non รจ in mezzo a noi, al centro della rete delle nostre relazioni, fulcro e perno delle nostre scelte Gesรน rimarrร  una sorta di distintivo o, peggio ancora, una divisa dietro cui nascondere i reali interessi sui quali giocare la propria vita. Il silenzio imbarazzato dei discepoli รจ rotto dalla domanda di Gesรน. Si sono invertiti i ruoli. Prima erano i discepoli che chiedevano lumi sul senso della parabola, mentre ora รจ Gesรน che interroga i suoi sullโ€™argomento della loro discussione lungo la strada. La reticenza nei confronti di Gesรน cela la diatriba nella quale i discepoli si sono contesi il primato. Facile immaginare come nella discussione si siano creati schieramenti contrapposti, si sia colta lโ€™occasione per togliersi qualche sassolino dal sandalo accusando o colpevolizzando qualcun altro, oppure si siano millantati meriti per accreditarsi agli occhi degli altri e incontrare il loro favore.

La lettera di Giacomo chiaramente esprime la logica sottesa alle numerose quanto inutili discussioni che occupano molto del nostro tempo: ยซDa dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perchรฉ non chiedete; chiedete e non ottenete perchรฉ chiedete male, per soddisfare cioรจ le vostre passioniยป. Gesรน non stigmatizzaย tout courtย il confronto dei discepoli ma, apprezzando il fatto che parlino tra loro, anche con toni accesi, insegna a rimodulare i propri obbiettivi secondo lโ€™ottica di Dio che dona ยซla sapienza che viene dallโ€™altoยป, Gesรน Cristo. Il Maestro, infatti, si presenta ai suoi discepoli come quellโ€™uomo giusto di cui parla il Libro della Sapienza, la cui fede รจ scomoda, soprattutto per gli empi, perchรฉ contraddice le loro abitudini mentali e comportamentali.

La fede non viene proclamata a parole ma confessata con la vita. Nellโ€™evento della Pasqua appare chiaro che Gesรน รจ veramente il Giusto e il primo dei risorti. La risurrezione il terzo giorno รจ il vertice del cammino esistenziale di Gesรน e dei suoi discepoli. Lโ€™approdo alla risurrezione passa attraverso un itinerario di discesa, piรน faticosa della salita. Farsi piccolo รจ piรน difficile che farsi grande. Il giusto incarna la sapienza di Dio che รจ ยซรจ pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sinceraยป. Gesรน si identifica con il bambino perchรฉ nella sua ยซinutilitร ยป, vulnerabilitร , innocenza, semplicitร , mitezza si lascia abbracciare e trova rifugio nellโ€™abbraccio. Solo assumendo Gesรน, che si รจ fatto piccolo, indifeso e inutile come un bambino, quale modello di vita e la sua parola come cuore pulsante delle nostre scelte, permettiamo a Dio di farci crescere umanamente e maturare nella santitร .

Lโ€™abbraccio del bambino rivela quello del Padre nei confronti di suo figlio Gesรน sulla croce. Egli รจ veramente figlio perchรฉ si abbandona fiducioso in questo abbraccio, sicuro di essere liberato dalla stretta della morte per diventare il primogenito dei suoi fratelli nella fede. Farsi piccoli significa diventare docili come i bambini che si lasciano abbracciare, avvolgere dallโ€™amore e sollevare alle altezze della vita eterna. Diventare grandi vuol dire essere responsabili della vita altrui, come fa il Padre con il Figlio, ed accoglienti come fa il Figlio nei confronti del Padre.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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