HomeVangelo del Giornodon Pasquale Giordano - Commento al Vangelo del giorno - 11 Agosto...

don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 11 Agosto 2024

Domenica 11 Agosto 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 6, 41-51

Il Pane del cammino – XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) โ€“ Lectio divina

Dal primo libro dei Reย 1Re 19,4-8

Con la forza di quel cibo camminรฒ fino al monte di Dio.

In quei giorni, Elia sโ€™inoltrรฒ nel deserto una giornata di cammino e andรฒ a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: ยซOra basta, Signore! Prendi la mia vita, perchรฉ io non sono migliore dei miei padriยป. Si coricรฒ e si addormentรฒ sotto la ginestra.

Ma ecco che un angelo lo toccรฒ e gli disse: ยซร€lzati, mangia!ยป. Egli guardรฒ e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio dโ€™acqua. Mangiรฒ e bevve, quindi di nuovo si coricรฒ.

- Pubblicitร  -

Tornรฒ per la seconda volta lโ€™angelo del Signore, lo toccรฒ e gli disse: ยซร€lzati, mangia, perchรฉ รจ troppo lungo per te il camminoยป. Si alzรฒ, mangiรฒ e bevve.

Con la forza di quel cibo camminรฒ per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, lโ€™Oreb.

Il pane della speranza

- Pubblicitร  -

Elรฌa viene raggiunto dalla minaccia della regina Gezabรจle che giura vendetta per la morte dei suoi profeti sterminati per mano del Tisbรฌta. Sentendo la sua vita in pericolo, Elรฌa fugge verso il deserto per salvarsi dalla morte violenta ma, dopo appena una giornata di cammino, si arrende e si ferma attendendo la morte. Il profeta sente di non avere piรน nulla da offrire se non la sua vita che offre al Signore. Allโ€™ombra di una ginestra viene colto dal sonno perchรฉ stremato dalla fatica e dalla tristezza. Lโ€™angelo del Signore porta a Elรฌa del cibo invitandolo ad alzarsi e a mangiare. Il profeta accetta il dono di Dio ma poi torna nuovamente a rifugiarsi nel sonno, segno che la paura e la rassegnazione hanno ancora il dominio su di lui.

รˆ necessaria una seconda visita dellโ€™angelo che spiega il perchรฉ di quel cibo. Esso, infatti, non รจ dato semplicemente per accompagnarlo fino al tempo della morte ma per sostenerlo nel cammino verso il monte Oreb, dove Dio ha la sua dimora. Come Israele nel deserto, cosรฌ anche Elรฌa, รจ provato dalle difficoltร  e si ferma. Dio si fa prossimo e dona lโ€™alimento necessario per continuare il cammino incontro al Signore. Il cibo รจ segno di speranza che anticipa il fine del cammino della vita che non finisce con la morte ma con lโ€™esperienza della intimitร  familiare. Lโ€™angelo รจ immagine di Dio che non abbandona i suoi figli perchรฉ abita il loro deserto, la condizione di ariditร , scoraggiamento e mortificazione per offrire loro il pane della fraternitร  e lโ€™acqua della consolazione.

+ Dal Vangelo secondo Giovanniย Gv 6,41-51

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesรน perchรฉ aveva detto: ยซIo sono il pane disceso dal cieloยป. E dicevano: ยซCostui non รจ forse Gesรน, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque puรฒ dire: โ€œSono disceso dal cieloโ€?ยป.

Gesรน rispose loro: ยซNon mormorate tra voi. Nessuno puรฒ venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterรฒ nellโ€™ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: โ€œE tutti saranno istruiti da Dioโ€. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perchรฉ qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo รจ il pane che discende dal cielo, perchรฉ chi ne mangia non muoia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.

LECTIO

Il dialogo con i Giudei, al centro del brano evangelico di questa domenica, รจ preceduto da quello con la folla che si era messa sulle tracce di Gesรน. La pericope liturgica precedente culmina nel v. 35 quando Gesรน si rivela come ยซpane di vitaยป, che non si corrompe, come la manna del deserto, ma che รจ capace di trasformare interiormente chi si nutre di esso affinchรฉ non viva solo per lโ€™appagamento di sรฉ ma per essere capace di amore oblativo.

Nei vv. 36-40, che fungono da transizione tra le due pericopi liturgiche, Gesรน ritorna sul nesso tra vedere e credere. La folla si รจ concentrata sul gesto di Gesรน di distribuire il pane e i pesci, senza domandarsi da dove abbia preso quel cibo. Tra la gente si sparge la notizia dellโ€™evento, ma solo chi sta attorno a Gesรน ha potuto seguire tutti i passaggi e soprattutto i suoi gesti: ricevere e rendere grazie, prima di distribuire a tutti i cinque pani e i due pesci, offerti dal giovinetto. La gente cerca Gesรน per necessitร  mentre Egli vuole portarla alla consapevolezza di una fame piรน alta, di un bisogno piรน nobile, che non risponda solamente alla necessitร  fisiologica di riempire la pancia o di tirare a campare. Da qui la proposta di un itinerario di fede che conduca i discepoli a vivere una vita piena. Il dialogo con Gesรน aiuta la folla a rileggere lโ€™evento della moltiplicazione dei pani e dei pesci come ripresentazione della Pasqua ebraica e in particolare del dono della manna. Tuttavia, รจ necessario fare un ulteriore passo avanti che aiuti nel progressivo passaggio dal vedere al credere, dal sapere alla relazione personale. La gente continua ad attribuire a Gesรน un valore strumentale mentre egli, lungi dallโ€™essere ridotto alla sua competenza a risolvere i problemi, ha una peculiaritร  che consiste nellโ€™essere portatore della vera sapienza, grazie alla quale si puรฒ intessere con Dio un rapporto personale profondo e vitale, come il suo. Gesรน, che รจ in continua ricerca della volontร  del Padre, interpreta la sua missione come quella del Maestro che insegna, con la sua condotta di vita, la via della vita vera. Ciรฒ che gli Israeliti mettono in dubbio nei momenti piรน critici del tempo del cammino nel deserto รจ la benevolenza di Dio. La volontร  di Dio รจ finalizzata al bene dellโ€™uomo, ossia alla misura alta della vita. La volontร  di Dio ha un respiro universale perchรฉ tutti sono chiamati alla santitร , ovvero la condizione di vita dei risorti. A tale stato di vita conduce Gesรน alle cui cure il Padre Dio affida gli uomini che sono tutti figli suoi. Da buon educatore il Maestro esercita la sua autoritร  puntando ad innalzare (in greco il verbo resuscitare puรฒ essere tradotto letteralmente con โ€œfar alzareโ€ o โ€œinnalzareโ€) i suoi discepoli portandoli alla misura alta dellโ€™amore, cioรจ la santitร  vissuta nellโ€™amore oblativo.

La pericope รจ strutturata in una introduzione dellโ€™evangelista che presenta il pensiero dei Giudei (v. 41), a cui seguono due discorsi diretti: il primo, quello dei Giudei che criticano Gesรน (v. 42) e la sua replica (vv. 43-51). La risposta ai Giudei รจ introdotta con un imperativo negativo (v.43) a cui segue lโ€™insegnamento che potremmo distinguere in due fasi, nella prima parla del discepolo credente (vv. 44-47) e la seconda รจ caratterizzata da due auto-presentazioni ยซIo sonoยป (vv.48-51).

Al v. 41 entrano in scena i Giudei; si tratta di un personaggio collettivo, come lo era la folla. I Giudei rileggono le parole di Gesรน, con le quali si รจ presentato, accostando la sua persona alla manna donata da Dio. Essi criticano la sua pretesa di ยซvenire dal cieloยป. I Giudei rappresentano gli increduli perchรฉ vittime di sรฉ stessi e della presunzione di far coincidere la veritร  e la realtร  con il proprio punto di vista. La mormorazione รจ il giudizio che pone una distanza tra il mittente del messaggio e il suo destinatario. La questione verte ancora sullโ€™identitร  di Gesรน che determina la percezione della sua autorevolezza. Non parla piรน chi ha beneficiato dellโ€™opera di Gesรน, ma chi crede di conoscerlo piรน in profonditร  perchรฉ sa di lui particolari della vita privata che la maggior parte ignora. I Giudei che mormorano contro Gesรน sono i suoi familiari e conoscenti piรน stretti provenienti da Nazaret. Anche Natanaele (Gv 1,45-46), originario della vicina Cana di Galilea, dove Gesรน avrebbe compiuto i suoi primi due segni, aveva espresso un giudizio negativo sui Nazaretani. Nazaret, infatti, era un villaggio povero e insignificante che non avrebbe potuto offrire nulla di buono per la formazione dei suoi abitanti. Questi Giudei dimenticano che Dio si era andato a scegliere il re da una famiglia sconosciuta di Betlemme e che aveva eletto un piccolo pastorello, scartando i fratelli maggiori molto piรน prestanti di Davide. Cosa dire del disprezzo di Golia alla vista di Davide privo di qualsiasi difesa e armato solo di una fionda. In realtร , i Giudei non solo giudicano Gesรน ma anche coloro che stanno insieme con lui. Disprezzano Gesรน per distogliere lโ€™attenzione della gente e dei suoi discepoli. Essi sono i falsi pastori che si sentono insidiati nel loro potere e cercano di colpire Gesรน e di disperdere il suo gregge. Il Signore, invece, si presenta come il vero pastore con la missione di accogliere coloro che il Padre gli affida con spirito di gratitudine e di prendersi cura di loro con gesti di gratuitร  e di condivisione. Egli, dunque, si distingue da quelli che cacciano coloro che chiedono aiuto e dei quali si disinteressano, abbandonandoli a sรฉ stessi. I Giudei si comportano da non credenti perchรฉ non riconoscono in Gesรน il dono di Dio e per questo lo rifiutano e lo abbandonano. I Giudei credono di essere piรน sapienti della massa che va dietro a Gesรน e ai suoi miracoli.

La replica di Gesรน inizia con un rimprovero che denuncia il peccato della mormorazione. รˆ un peccato perchรฉ la mormorazione viene dal pensiero giudicante che deforma la realtร  inducendo allโ€™errore di valutazione e di espressione. Gesรน legge quello che sta accadendo alla luce dellโ€™opera di Dio. Chi va da lui, anche se spinto dalla fame, in realtร  sta rispondendo non solo al proprio istinto ma anche alla voce del Padre che si fa udire nelle situazioni di povertร . La fame della gente diventa lโ€™occasione perchรฉ la voce dello Spirito conduca allโ€™incontro con Gesรน. La volontร  divina รจ immischiata con quella umana. Lโ€™uomo desidera una vita lunga, senza fine, e Dio vuole per lโ€™uomo una vita bella, senza peccato. I Giudei possono conoscere il padre e la madre di Gesรน, perchรฉ vengono dallo stesso paese o addirittura dal medesimo casato, ma con il loro modo di ragionare e di parlare dimostrano di non conoscere Dio Padre e la sua volontร . La differenza tra la folla e i Giudei รจ che la prima cerca Gesรน, anche se spinta dalla fame, mentre i secondi lo rigettano perchรฉ il loro pregiudizio impedisce qualsiasi relazione. Il dialogo iniziale con la folla ha avviato un cammino di fede per diventare discepoli di Gesรน. Questo itinerario dโ€™iniziazione รจ ostacolato dalla mormorazione che cerca di screditare Gesรน e di smontare la proposta cristiana. Ai (s)ragionamenti umani il Maestro oppone il pensiero di Dio espresso nei libri profetici: ยซTutti saranno gli istruiti di Dioยป. Gesรน chiosa questa citazione, che sโ€™ispira a Is 54,13, attribuendo a Dio Padre il compito di parlare, istruire e fare discepoli. รˆ proprio quello che sta accadendo: Dio rende nota la sua presenza paterna e comunica il suo amore provvidente mediante i gesti e le parole di Gesรน. Egli, anche se non porta avanti il nome e lโ€™attivitร  di suo padre Giuseppe, fa conoscere il nome del Padre e porta avanti la sua opera mediante la missione che ha come oggetto nullโ€™altro che il compimento della benevolenza di Dio. Al contrario della convinzione dei Giudei di essere degli โ€œelettiโ€, perchรฉ possessori di informazioni sconosciute ai non appartenenti al gruppo, Gesรน rivela che la parola di Dio รจ un appello rivolto a tutti gli uomini perchรฉ facciano propria la Sapienza, ovvero il modo di ragionare che si traduce nellโ€™imitare il suo stile di vita. Gesรน invita innanzitutto ad ascoltare per poi parlare e agire, perchรฉ solo attraverso un ascolto senza pregiudizio si puรฒ essere discepoli del Padre e collaboratori nella realizzazione del suo sogno. La sinceritร  con la quale si ricerca la volontร  di Dio diventa docilitร  nellโ€™obbedienza. In tal modo sโ€™instaura una relazione molto stretta grazie alla quale si avverte la presenza di Dio, si matura la capacitร  di fare discernimento e si acquisisce la forza di vivere secondo la Sua volontร . Gesรน รจ credibile perchรฉ la conoscenza che ha di Dio non รจ superficiale, come quella che i Giudei hanno di lui, ma molto profonda e intima. รˆ un privilegio che, se da una parte, lo colloca su un piano superiore agli altri uomini per la singolaritร  del suo rapporto con il Padre, dallโ€™altra egli non ne fa motivo di vanto esclusivo. Infatti, proprio perchรฉ Figlio รจ inviato dal Padre, affinchรฉ la familiaritร  che li unisce si allarghi per abbracciare tutti gli uomini.

Come alla folla in ricerca del pane che sfama, cosรฌ Gesรน ripete lโ€™invito a credere ai Giudei, che invece sono bloccati nel loro pregiudizio. Agli uni e agli altri viene offerta una parola di speranza e un annuncio di salvezza: credere รจ la condizione per la quale la benevolenza di Dio possa veramente compiersi. La tradizione ebraica espressa nel Libro della Sapienza afferma che ยซDio ha creato l’uomo per l’incorruttibilitร , lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte รจ entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengonoยป (Sap 2,23-24). Lโ€™incorruttibilitร , spiega il sapiente, รจ ยซstare vicini a Dioยป (Sap 6,19). Dunque, Dio ha creato ogni uomo perchรฉ viva vicino a Lui e viva di Lui. Lโ€™opera del Diavolo รจ finalizzata ad ostacolare questo progetto e a separare lโ€™uomo da Dio. Lโ€™incredulitร  รจ opera del demonio e porta alla morte che spezza i legami affettivi con Dio e rompe il rapporto di alleanza con Lui. Gli appartiene, infatti, chi, nella lotta tra Dio e Satana, parteggia per il secondo seguendo la sua logica e agendo secondo il suo esempio. Lโ€™incredulitร  รจ nei fatti la scelta di essere discepolo del demonio. Al contrario, credere significa scegliere di rispondere alla chiamata di Gesรน per stare vicino a lui diventandogli discepolo e servitore. Egli non si presenta come il messaggero di un padrone che esige offerte, sacrifici, rispetto di regole e condizioni in cambio dei quali corrispondere il suo favore, ma รจ il dono di Dio grazie al quale si puรฒ vivere da figli suoi, figli amati.

Cosa intende Gesรน per credere? Ripercorriamo brevemente le occorrenze del verbo nel dialogo con la folla. La prima volta รจ Gesรน che, rispondendo alla domanda su quali fossero le opere di Dio da compiere, esorta a credere in colui che Dio ha inviato nel mondo. La folla chiede un segno affinchรฉ possano credere in lui. Gesรน replica che egli stesso รจ il segno perchรฉ รจ ยซil pane della vitaยป. Al v. 35 credere รจ messo in parallelo con il verbo ยซvenire a meยป, dunque credere vuol dire avvicinarsi a Gesรน per stare con lui ed entrare in un rapporto di intimitร  familiare. Questa condizione si crea quando si obbedisce alla voce del Padre che parla al cuore della persona in sincera ricerca della volontร  di Dio. Nel progetto del Padre, infatti, chi si accosta al Figlio che ha inviato nel mondo viene da lui accolto e istruito. Gli occhi di chi crede riescono a riconoscere nellโ€™uomo Gesรน il Figlio di Dio inviato dal Padre per salvarlo, ovvero per ricevere da Lui quella vita che il cuore anela. Lโ€™amicizia con Gesรน alimenta la speranza dellโ€™unione con Dio. Credere, in sintesi, vuole dire intessere una relazione personale con Gesรน che introduce nellโ€™intimitร  familiare divina vissuta da commensali al banchetto del cielo.

La ripetizione dellโ€™autopresentazione ยซIo sono il pane della vitaยป (v. 35. 48) introduce un passo ulteriore del discorso di Gesรน che culmina con lโ€™autorivelazione: ยซIo sono il pane vivo disceso dal cieloยป (v. 51) che mette insieme ยซpane della vitaยป e ยซpane disceso dal cieloยป. Alla folla che richiama il segno della manna nel deserto, Gesรน spiega che non fu Mosรจ a darlo ma Dio, il quale, non ha solamente agito nel passato ma continua ad operare dando il pane, quello vero. Mangiando i pani essi si sono saziati come i loro padri nel deserto durante il cammino dellโ€™esodo. Lโ€™evento dei pani e dei pesci non รจ la semplice ripetizione di un miracolo ma รจ parte della storia nella quale Dio vuole condurre il suo popolo verso una meta piรน alta, la vita eterna. Per questo non dร  semplicemente la versione aggiornata della manna, ma nel segno del pane rivela lโ€™offerta di un dono piรน grande perchรฉ non รจ corruttibile, come la manna o il pane che sazia la fame del corpo ma non รจ capace di nutrire lo spirito.

Gesรน riprende il parallelismo con lโ€™esperienza dei padri nel deserto: essi hanno mangiato la manna, hanno sperimentato la benevolenza di Dio, ma sono morti. La morte รจ la conseguenza del peccato: prendere senza restituire. I padri hanno goduto della grazia di Dio ma non hanno corrisposto al suo amore. Infatti, il peccato dโ€™Israele consiste nella mormorazione contro Dio, nellโ€™ingratitudine che si traduce in aviditร  ed egoismo che sono alla base dellโ€™ingiustizia sociale. Il peccato e la conseguente morte dei padri rivela la reale consistenza della manna. Il miracolo รจ un segno che appella la coscienza alla conversione, ovvero a orientare la propria vita verso Dio. La manna nella tradizione ebraica รจ associata alla Legge. Le opere della Legge, sia quelle cultuali che sociali, non danno la salvezza. I profeti spesso stigmatizzano la falsitร  della fede di coloro che confidano in sรฉ stessi e nellโ€™opera delle proprie mani. Il pane vero si distingue dal falso perchรฉ รจ lโ€™unico capace di fare veritร , ovvero di realizzare la volontร  di Dio. Nelle parole di Gesรน il verbo mangiare non fa riferimento allโ€™azione con la quale la persona individualmente si nutre per vivere ma evoca la bellezza della condivisione del pasto in cui si creano e si rafforzano i legami di alleanza tra le persone. Gesรน aveva dato ordine agli apostoli di far accomodare la folla per poi passare lui stesso tra i commensali per servirli (Gv 6,11). Ora, dice Gesรน, egli รจ la vera mamma dal cielo, il dono di Dio dato per ricevere la vita del Padre. In Gesรน si rivela lโ€™amore fedele di Dio che non si arrende davanti alle infedeltร  del popolo, che non si vendica per i tradimenti, ma che persevera nel giuramento di fedeltร . Dio รจ amore eterno, per questo in sรฉ ha la vita eterna. Vita dellโ€™eterno, amore eterno, vita eterna sono sinonimi. Chi si lascia nutrire da Gesรน e di Gesรน partecipa alla relazione dโ€™amore che unisce il Padre e il Figlio. Essa รจ come una sorgente dโ€™acqua viva (Gv 4). Mangiare e bere sono gesti con i quali lโ€™uomo introduce in sรฉ qualcosa che gli manca. Lโ€™uomo non รจ capace di darsi la vita, nรฉ di amare fino a dare la propria vita. Raggiunge la misura alta dellโ€™amore e la pienezza della vita chi si lascia nutrire da Dio e accoglie il dono che lo trasforma in Colui che si dona per amore.

MEDITATIO

Ascolta “don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 11 Agosto 2024” su Spreaker.

Il Pane del cammino

Elia fugge dalla regina Gezabele che vuole ucciderlo. Il profeta, stanco del cammino, vorrebbe morire piuttosto che cadere nelle mani degli uomini. Si ferma deciso a lasciarsi andare lentamente alla morte ma lโ€™angelo del Signore gli offre il nutrimento di cui ha bisogno. Egli pensa che sia il sostentamento necessario in attesa dellโ€™arrivo del Signore ma in realtร  il secondo intervento dellโ€™angelo gli spiega che Dio gli manda il pane del cammino, che รจ ancora molto lungo, affinchรฉ giunga alla santa montagna.

Questa pagina dellโ€™Antico Testamento fa da sfondo a quella del Vangelo nella quale รจ messo a tema lโ€™identitร  di Gesรน e la sua missione. Di lui la gente mormora perchรฉ conoscono le sue origini e non accettano che lui si presenti come lโ€™inviato di Dio. In veritร , Gesรน non รจ solamente un angelo che offre il pane di Dio, ma egli stesso รจ il Pane della vita che il Padre dona ai suoi figli perchรฉ il loro cammino giunga a compimento e non si perdano per strada.

Dio aveva mandato i profeti a istruire tutti sul suo progetto dโ€™amore grazie al quale la vita, anche se appare come un vicolo cieco o un deserto arido e senza senso, diventa un vero pellegrinaggio verso la ยซsanta montagnaยป. Meta del cammino di Elia รจ il monte di Dio e termine del pellegrinaggio di Gesรน e di coloro che lo seguono รจ la risurrezione. Il culmine del cammino รจ il sacrificio della propria vita che inaugura la vita eterna e la totale comunione con il Signore.

Dalla storia di Abramo in poi siamo consapevoli che, come dice la lettera agli Ebrei, non abbiamo qui una dimora fissa, ma siamo pellegrini sulla terra verso il Cielo. La risurrezione di cui parla Gesรน non รจ un evento puntuale ma un dinamismo attraverso il quale si diventa figli di Dio.ย Lโ€™Eucaristia ci apre un orizzonte di luce mentre percorriamo sentieri spesso bui e impervi dei quali non intravediamo la conclusione. Nellโ€™Eucaristia Dio discende dal cielo per farsi nostro nutrimento e sostegno nel cammino della vita. La via dellโ€™uomo diviene la via di Dio perchรฉ la Sua vita diventi la nostra. In questo modo il pellegrinaggio terreno della vita diventa un cammino ยซnella caritร ยป che punta direttamente al Cielo.ย 

Nella tradizione biblica lโ€™immagine della via o del cammino รจ associata alla Legge. I comandamenti garantiscono una condotta di vita retta. Ma questo non basta. Anche Elia, profeta integerrimo, ha sperimentato il dramma della malattia dellโ€™anima che porta a desiderare la morte piuttosto che la vita. Gesรน non รจ solo la ยซviaยป che conduce al Padre ma anche il ยซpane della vitaยป che ci permette di progredire nella caritร  superando tutti gli ostacoli e le prove che incontriamo lungo il cammino.

Non รจ sufficiente sapere cosa sia il bene e come farlo ma รจ necessario anche volerlo realizzare e perseverare nella caritร . La fede mi fa conoscere la meta, la speranza mi sostiene nel cammino, la caritร  mi fa progredire nella santitร  e mi fa amare ยซnel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odoreยป.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

Articoli Correlati