don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 9 Agosto 2023

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Fiamme di Carità nel buio della ragione

SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE

Dal libro del profeta Osèa Os 2,16.17.21-22

Ti farò mia sposa per sempre.

Così dice il Signore:

«Ecco, la condurrò nel deserto

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e parlerò al suo cuore.

Là mi risponderà

come nei giorni della sua giovinezza,

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come quando uscì dal paese d’Egitto.

Ti farò mia sposa per sempre,

ti farò mia sposa

nella giustizia e nel diritto,

nell’amore e nella benevolenza,

ti farò mia sposa nella fedeltà

e tu conoscerai il Signore».

Cristo ha amato la Chiesa, sua sposa, e ha dato sé stesso per lei

Il libro degli oracoli di Osea si apre con la vicenda coniugale autobiografica del profeta che diventa segno del rapporto nuziale di Dio con Israele. Il popolo, come Gomer, la sposa infedele che corre dietro ai suoi amanti nell’illusione di essere da loro gratificata, è chiamato in giudizio perché dia conto a Dio, lo sposo, del suo comportamento libertino e traditore.

Israele, infatti, non disdegna di prostituirsi, ovvero di servire gli dei stranieri, pensando di trarre maggior vantaggio da loro. In un primo momento all’atto di accusa segue la minaccia di condanna, quale diretta conseguenza del peccato. Israele insegue la ricchezza, l’abbondanza, la fecondità ma si ritrova invece a fare i conti con la miseria, l’indigenza, la sterilità. Più che di una punizione divina si tratta degli effetti di comportamenti suggeriti dall’avidità, dalla vanagloria e dalla superbia.

Dio non lascia in balia di sé stessa la sua sposa, ma per amore vuole recuperarla e farla vivere rendendola ancora più bella. Se l’ingiustizia, le devianze, la cattiveria, l’infedeltà, la solitudine hanno deturpato il volto della sposa, Dio le vuole restituire la giustizia, il diritto, l’amore e la benevolenza, la fedeltà e la conoscenza. Sono queste le virtù che fanno bella la sposa che non si acquistano dai mercanti mercenari ma si ricevono per pura grazia da Dio.

Quello dello Sposo è un sogno che, per realizzarsi, ha bisogno della collaborazione docile e fiduciosa, della sposa.

+ Dal Vangelo secondo Mt 25,1-13

Ecco lo sposo! Andategli incontro!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.

A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.

Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Fiamme di Carità nel buio della ragione

La Chiesa oggi celebra una grande santa, martirizzata nei campi di concentramento per il fatto di essere ebrea anche se era diventata cristiana e si era consacrata come monaca carmelitana. Ella è presentata come modello di vergine sapiente perché, in un frangente storico molto buio, come furono gli anni del nazional-socialismo in Germania e dei totalitarismi nel resto dell’Europa occidentale e orientale, lei seppe mantenere accesa la lampada della fede fino al momento nel quale andò incontro al suo Sposo, Gesù, partecipando con Lui intimamente alla morte e alla risurrezione.

Mentre molti, pur dicendosi cristiani, si erano lasciati attirare nella trappola delle ideologie nazionalistiche che alimentavano paure e diffidenze, altri invece avevano custodito integra la fede pagando anche di persona la fedeltà al Vangelo della carità fino a diventarne martiri. Accanto ad alcuni, paragonabili alle vergini stolte, che ostentavano segni cristiani ma in un contesto di riti pagani del culto della personalità del leader, altri, ripresentazione delle vergini sagge, annunciavano il Vangelo della croce scritto nella loro carne e lo proclamavano con i gesti feriali e silenziosi ispirati alla retta giustizia e alla misericordia.

Le ordinarie opere di misericordia sono i piccoli vasi in cui custodire l’olio che alimenta la fiamma della fede tale che i nostri occhi possano riconoscere il Signore che viene soprattutto nelle persone più povere.

La saggezza delle vergini, come santa Teresa Benedetta della Croce, consiste nel mettere a servizio della Luce l’olio delle facoltà umane che accresciamo con il nostro lavoro quotidiano.

La stoltezza o la saggezza di una persona non risiede nel grado d’intelligenza speculativa o nella capacità di comprensione di nozioni, ma nel modo con cui si prepara a vivere l’incontro decisivo della propria vita. Tutti sappiamo che moriremo e speriamo che quel momento coincida con l’ingresso nella vita eterna, tuttavia accade che non tutti si preparino adeguatamente a questo evento ma, pur sapendo qual è l’obbiettivo, si perdono per strada. Credere nella vita eterna non significa pronunciare semplicemente un articolo del credo che accenna ad una forma di vita dopo la morte.

I saggi sono quelli che coltivano ogni giorno il desiderio dell’incontro personale con Gesù, che è la vita eterna, nella preghiera e nelle opere di misericordia. Ogni qualvolta incrociamo la vita di un piccolo e ci fermiamo con lui condividendo quello che siamo, oltre che quello che abbiamo, frammenti di luce illuminano anche le tenebre della stanchezza e della paura, fino all’ora, che nessuno di noi sa, in cui verrà lo sposo e saranno spalancate per noi le porte del paradiso.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna