don Pasquale Giordano โ€“ Commento al Vangelo del 8 Maggio 2022

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Commento a cura di
don Pasquale Giordano
Fonte โ€“ Mater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโ€™Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร  ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร โ€ฆ [Continua sul sito]

Per leggere โ€ฆ quello che mi dice lโ€™evangelista

Nel Vangelo di Giovanni al cap. 10 sono riportati degli insegnamenti di Gesรน che vertono attorno alla figura del pastore sviluppati in tre diversi interventi (10, 1-6. 7-18.25-30). Il contesto nel quale inizia il discorso di Gesรน, in cui usa la metafora del pastore e del gregge, รจ la disputa con i Giudei allโ€™indomani della guarigione del cieco nato e la sua ยซscomunicaยป dopo aver reso testimonianza a Gesรน. Si creano due schieramenti: da una parte chi lo accusa e fomenta la gente contro di lui accusandolo di essere un impostore, e dallโ€™altra chi invece riconosce dai segni compiuti da Gesรน che egli viene da Dio. Nel primo insegnamento viene posto un paragone tra il ยซpastore delle pecoreยป che entra dalla porta del recinto, e il ladro/brigante che invece scavalca. La differenza tra i due personaggi evocati nella similitudine sta nella bontร  delicata e rispettosa. Il pastore chiede permesso al guardiano cosรฌ come Dio interloquisce non noi usando il massimo rispetto della nostra libertร . Nel Libro dellโ€™Apocalisse Gesรน dice di essere come colui che sta alla porta e bussa.

Chi gli apre la porta lo accoglierร  in sรฉ e potrร  cenare con Lui (Ap 3, 20). La parola di Dio รจ innanzitutto un invito ad aprirgli il cuore. Lโ€™umiltร  e la delicatezza rispettosa con cui Gesรน si rapporta con gli uomini รจ il segno di riconoscimento dellโ€™autenticitร  dei suoi sentimenti nei loro confronti. La sua รจ una voce familiare che suscita fiducia e attiva la determinazione a seguirlo. Al contrario di ciรฒ che accade con la voce dellโ€™estraneo che invece incute paura e che fa scattare una reazione di fuga (cf. Gv 10, 1-6). Il secondo insegnamento รจ la spiegazione alla parabola il cui significato sembra sfuggire ai suoi interlocutori. Viene istituito un doppio confronto tra la porta/il pastore e il ladro/mercenario. Il ladro viene per rubare, uccidere e distruggere e il mercenario, che non gli importa delle pecore, scappa davanti al lupo rendendole facile preda dei lupi. Al contrario, il pastore รจ colui che si prende cura delle pecore conducendole al pascolo e riconducendole nellโ€™ovile dove sono protette. Gesรน si rivela come il Buon/Bel Pastore perchรฉ dร  la propria vita per le pecore per nutrirle e difenderle. I segni che Gesรน compie rendono manifesto lโ€™amore del Padre che si prende cura degli uomini con i quali sโ€™instaura il medesimo rapporto di amore familiare che lega il Padre e il Figlio suo Gesรน. Santโ€™Agostino indica nel Padre lโ€™Amante, nel Figlio lโ€™Amato e nello Spirito Santo lโ€™Amore. La vita di cui parla Gesรน รจ propriamente lโ€™Amore che unisce il Padre e il Figlio e, al contempo, il dono che fa Gesรน a chi crede in lui per coinvolgerli nella familiaritร  divina.

Sullo sfondo del terzo insegnamento di Gesรน (Gv 10, 25-30) cโ€™รจ la festa della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme. Dopo la sua profanazione ad opera di Lisia, legato del re Antioco IV Epifane, nel II secolo a. C., i Maccabei organizzarono la ricostruzione e la nuova dedicazione del tempio. Per gli ebrei quello era il luogo della permanente presenza di Dio in mezzo al suo popolo e spazio di incontro con il Signore nel segno dei sacrifici. Gesรน annuncia che รจ lui la vera e definitiva via per incontrare Dio ed entrare in comunione con lui. La tradizione profetica, in maniera particolare Ezechiele, usa la metafora pastorale del pastore per indicare le guide del popolo, visualizzato simbolicamente nellโ€™immagine del gregge. La metafora attinge direttamente alla tradizione dโ€™Israele delle sue origini pastorali. La fase storica nella quale Israele รจ un popolo nomade a economia prevalentemente pastorale, il pastore assume il valore di guida, sostegno e protezione. I capi, responsabili del popolo, sono chiamati pastori, ma quando essi tradiscono il loro mandato, Dio stesso si incarica di guidare il suo popolo e di inviare pastori in sintonia con il suo cuore, cioรจ con i suoi progetti di pace (Ez 34,1s.; Ger 23,1s.).

Gesรน applica a sรฉ le profezie che annunciano un intervento diretto di Dio per prendersi cura del suo gregge sbandato a causa del tradimento dei โ€œfalsiโ€ pastori. Gesรน afferma di essere in Buon/Bel Pastore e i suoi discepoli sono quelli che chiama le ยซmie pecoreยป. Nei primi due insegnamenti Gesรน ha offerto i criteri per riconoscere i pastori ยซsecondo il cuore di Dioยป e i falsi pastori, mercenari e briganti. Nel terzo insegnamento lโ€™accento รจ posto sulla figura del gregge, ovvero sui discepoli. La relazione che si instaura tra Gesรน-pastore e i discepoli-gregge corre sul filo dellโ€™ascolto. Nei versetti precedenti a quelli che compongono la pericope liturgica, alcuni giudei chiedono che Gesรน dica espressamente se รจ il Cristo. Egli risponde che lo ha affermato giร  apertamente ma essi, rifiutandosi di credere non lo ascoltano perchรฉ non sono del suo gregge. La caratteristica di appartenere al gregge di Gesรน รจ proprio quella di ascoltarlo e seguirlo. Tra lโ€™ascolto e la sequela delle pecore cโ€™รจ lโ€™esperienza della conoscenza del pastore, sinonimo di amore e premura per il gregge. La voce del pastore comunica il sentimento profondo che unisce Gesรน ai suoi discepoli. Il maestro vuole il bene dei suoi discepoli, non esige nulla, al contrario egli รจ disposto a dare tutto, tutto sรฉ stesso, per la loro vita. Lโ€™intimitร  che il pastore ricerca e dona alle pecore rende credibile e attraente la sua voce, tale che esse lo seguono in piena fiducia.

Lโ€™amore di Gesรน tocca non solo le orecchie ma il cuore di chi lo incontra e si lascia attrarre nel cammino della vita vera. La voce di Gesรน comunica la misericordia di Dio. Solo lโ€™amore di Dio appaga pienamente il desiderio dellโ€™uomo, che cosรฌ si lascia condurre. Nellโ€™ascolto si compie la vocazione dellโ€™uomo che รจ fatto per aprirsi allโ€™altro, per entrare in relazione e in essa trovare la sua pienezza. Ogni persona raggiunge la sua propria dignitร  e libertร  quando si apre allโ€™ascolto di Dio. Ascoltare non significa solo udire, ma accogliere con intelligenza, aderire nel cuore e mettere in pratica. La Lettera di Giacomo invita a non essere ascoltatori smemorati come chi passa davanti allo specchio per poi dimenticare la sua immagine subito dopo. Bisogna essere ascoltatori che mettono in pratica la parola di Gesรน in modo da comprenderne il senso, ovvero fare esperienza dโ€™intima comunione con Dio (Gc 1,19-25). รˆ esperienza di vocazione quella in cui si riconosce la voce di chi ti ama e perciรฒ ti chiama per nome. La voce dellโ€™amore comunica la veritร  fondamentale della vita: chi mi ama mi conosce e al tempo stesso mi rende nota la mia vocazione, la mia identitร , il senso della mia esistenza e la mia missione.

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Lโ€™obbedienza rivela la feconditร  e la vitalitร  della relazione personale che unisce Dio e la sua creatura umana, che Gesรน chiama โ€œvita eternaโ€. Solo Gesรน puรฒ darla perchรฉ solo lui puรฒ introdurci e farci partecipi della sua relazione filiale col Padre, fonte della vita. Gesรน รจ concorde con noi perchรฉ ci offre il suo cuore, il suo rapporto filiale col Padre celeste. Chi rimane unito a Gesรน aderendo alla sua vita, accoglie in sรฉ lo Spirito Santo, la stessa forza vitale che spinge Gesรน ad amare il Padre e i suoi fratelli fino a dare la propria vita. 

Di fronte alle intemperie della fede e della vita possiamo confidare in una mano forte che ci protegge. Gesรน, nelle cui mani il Padre ci ha affidato, ci custodisce perchรฉ nulla possa compromettere la nostra relazione fiduciosa con Dio. La fedeltร  di Dio si traduce nella custodia e promozione alla vita di tutti coloro che si rifugiano in Lui. Davanti alla fedeltร  di Dio non cโ€™รจ pericolo che le forze del male possano avere il sopravvento definitivo. Nessuno con la violenza puรฒ sottrarre la creatura dallโ€™amore di Dio. Nessuno potrร  mai separarci dallโ€™amore di Dio! (Cf Rm 8, 35-37) Chi sta nelle mani di Cristo, perchรฉ a lui vuole appartenere, sa che ogni tentativo violento cade inefficace difronte al piรน robusto amore del pastore che custodisce quanto ha ricevuto dal Padre. Gesรน consegna le sue pecore nelle mani del Padre, Colui che gliele ha date e che รจ โ€œpiรน grande di tuttiโ€ tanto che nessuna potenza gli รจ superiore da sottrargli quello che gli appartiene. La sicurezza delle creature risiede nella unione che abbraccia Gesรน e il Padre in un unico legame tanto da essere โ€œunoโ€. In tale unitร -comunione trova spazio ogni uomo che si lascia inglobare in questo abbraccio dโ€™amore. Lรฌ trova sicurezza, vita, libertร .

Per meditare โ€ฆ quello che Dio dice alla mia vita 

Custodi della comunione

Il vangelo di domenica scorsa si concludeva con lโ€™affidamento a Simon Pietro di pascere il gregge di Cristo. La missione dellโ€™apostolo consiste nel prendersi cura della Chiesa con gli stessi sentimenti di Gesรน che il libro dellโ€™Apocalisse presenta come lโ€™Agnello โ€“ Pastore. Il Risorto custodisce e guida la Chiesa mediante lโ€™azione pastorale di coloro che, da ยซsue pecoreยป che ascoltano la voce del Buon Pastore e lo seguono, diventano a loro volta pastori dei loro fratelli. Gesรน non nasconde ai suoi discepoli il pericolo che viene dai ladri e dai briganti, per i quali ciรฒ che conta รจ fare bottino, o dai mercenari, i quali non curano altro interesse che il proprio. Il dramma sarebbe essere vittime della logica dellโ€™aviditร  egoistica che trasforma la docilitร  delle pecore in aggressivitร  dei lupi e la mitezza degli agnelli nella violenza dei rapaci. Non lโ€™intuito ma lโ€™ascolto della Parola di Dio aiuta a cogliere la presenza di Dio e lโ€™opportunitร  che ci viene offerta di crescere nella libertร  e nella responsabilitร . Questo avviene nelle crisi quando, da una parte sperimentiamo quanto sia facile essere ingannati dalle voci suadenti di coloro che vorrebbero servirsi di noi per i loro interessi, e dallโ€™altro possiamo scoprire la nostra vocazione di essere a servizio di tutti quelli verso i quali il Signore ci invia. Lโ€™esperienza di Paolo e Barnaba รจ significativa in questo senso. Proprio quando subiscono gli affronti piรน duri dalle persone che si ritenevano piรน vicine e affini, essi comprendono di essere a servizio di un progetto molto piรน ampio dellโ€™orizzonte che essi avevano immaginato. I ladri e i briganti si presentano in vesti di pastori, difensori della loro veritร .

Tuttavia, del Pastore hanno solo lโ€™apparenza ma non i veri sentimenti perchรฉ essi non parlano al cuore ma alla pancia. Fanno leva sulla diffidenza, alimentando dissidi e divisioni, e promettono un mondo che รจ solo il prodotto della fantasia malata. Essi chiedono subito di dare loro qualcosa in cambio della realizzazione della promessa. Gesรน, invece, il vero Pastore, prima di fare promesse seducenti, lui stesso realizza la promessa del Padre e dona la vita. Lโ€™amorevolezza del Pastore, che conosce le sue pecore perchรฉ le ha a cuore, รจ percepibile dal tono delicato della sua parola con la quale chiede permesso. Bussando con rispetto alla porta del nostro cuore resta in paziente e fiduciosa attesa di essere accolto e ascoltato. Ascoltare dunque significa aprire il cuore a Dio per accoglierlo e lasciarsi conoscere da Lui come, spalancando la finestra di una stanza permettiamo alla luce di entrare e allโ€™aria fresca di rigenerare lโ€™ambiente. Gesรน sulla croce ha steso le braccia per consegnarsi come dono nelle nostre mani.

Nellโ€™eucaristia ascoltiamo la voce di Dio; accogliendolo nelle nostre mani e dentro di noi, lo conosciamo veramente come nostro Signore. Dio viene a noi, non per prendere, ma per donare la vita. Egli ci dona lo Spirito Santo! รˆ la mano di Dio che prende la nostra come quella di un genitore che guida e accompagna il suo figliolo sulla via della vita. La mano puรฒ chiudersi a pugno e colpire per distruggere e uccidere oppure afferrare e strappare per rubare. Dio si consegna nelle nostre mani per amore perchรฉ impariamo da Lui a tenerle sempre aperte per accogliere i fratelli come dono suo, nello stesso modo con il quale Gesรน ci considera dono ricevuto dalle mani del Padre. Se le mani si chiudono lo fanno solo per stringere quelle dei fratelli piรน deboli per comunicare loro la forza necessaria affinchรฉ si creino legami di autentica comunione fraterna. 

Per pregare โ€ฆ quello che io dico a Dio

Signore Gesรน, mite Agnello immolato per noi, Tu sei il Pastore secondo il cuore di Dio. Ti ringraziamo perchรฉ ci ami per quello che siamo, gregge tante volte disperso e confuso, frastornato e disorientato dagli scandali e dalle voci illusorie dei falsi pastori. Abbi pietร  di noi e aiutaci donandoci fratelli che si facciano eco della tua voce, strumento della tua immensa caritร . Fa che le prove della vita, con lโ€™aiuto del tuo Spirito, ci educhino a saper discernere la tua volontร  e ad essere docili alla tua Parola. Assistiti dalla Sapienza, la nostra coscienza possa uscire temprata dalle crisi per essere piรน comprensivi, pazienti e amorevoli con i nostri fratelli. Quando le nostre braccia sono fiaccate dalla stanchezza tendi ancora la tua mano e sollevaci per trovare in Te la forza di camminare insieme sui sentieri della storia prendendoci per mano. Donaci la gioia di appartenerti ed essere a servizio della tua Chiesa con cuore libero e grato.