Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
Giovanni è l’invito, Gesù è l’evento
Gesù indica in Giovanni Battista un esempio di umanità pienamente realizzata, la cui vita è stata coronata dal martirio. Anche se agli occhi degli uomini la sua morte poteva sembrare una sconfitta e il fallimento delle speranze sue e dei suoi seguaci, in realtà è stata il segno profetico che ha sancito l’inizio della promessa di Dio.
Nella sua estrema vulnerabilità egli è diventato il più piccolo del regno dei cieli, ma nell’ordine delle cose stabilito da Dio il più piccolo, “colui che rinasce dal cielo”, risulta essere più grande dell’uomo “nato da donna”, fosse anche un sapiente o un eroe. Il più grande nel regno dei cieli è colui che si fa il più piccolo tra gli uomini perché siano salvati. Giovanni Battista è spesso raffigurato nell’atto d’indicare in Gesù colui che bisogna seguire perché è Il Messia promesso da Dio, l’unico Cristo e salvatore.
Coloro che lo guardano devono rivolgere lo sguardo a colui che indica, lui prepara, Gesù compie, lui annuncia il regno di Dio, Gesù dà inizio al regno dei cieli. Gesù invita i discepoli a riconoscere il valore della personalità del Battista alla luce della sua morte e risurrezione per non lasciarsi vincere dalla paura davanti alla persecuzione.
L’ascolto attento e profondo della Parola di Dio aiuta ad avere uno sguardo che va oltre la morte violenta, destino comune al Battista e ai profeti che hanno preceduto Gesù, ai cristiani perseguitati perché fedeli al vangelo, riconoscendo in essi la vittoria di Cristo, il Crocifisso Risorto.
La prevaricazione dei violenti è un grande ostacolo al cammino di fede perché può scoraggiare, ma Gesù è accanto a chi è indifeso in questo mondo, che sarà il più grande nel regno dei cieli se rimarrà radicato nella fede.
La Parola cambia la vita
Ancora oggi tanti cristiani vengono perseguitati e uccisi a motivo della loro fede. Il loro martirio è seme che feconda il Regno di Dio. C’è anche un martirio culturale, incruento, che mette in discussione la visione evangelica della vita e il Magistero della Chiesa. Come ci poniamo di fronte a queste sfide?
Signore Gesù, fratello nostro e primogenito dei figli di Dio, Tu che hai ricevuto il battesimo al fiume Giordano per mezzo di Giovanni Battista e hai voluto che ti precedesse non solo nell’annuncio ma anche nel martirio, ci inviti ad ascoltare la parola dei profeti che ci richiamano alla necessaria conversione per seguire Te nel regno dei cieli. Tu, che ti sei fatto il più piccolo per essere seme che feconda di salvezza l’umanità, insegnaci a non cedere alla logica dei violenti perché possedere significa perdere. La testimonianza dei profeti ci aiuti ad aderire alla volontà di Dio e ad assimilare il tuo esempio affinché possiamo crescere in santità di vita piuttosto che in grandezza umana.