don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 7 Ottobre 2020

La preghiera è l’anima in cammino

Beata Maria Vergine del Rosario

I discepoli di Gesù lo osservano e capiscono che il segreto della sua autorità sta nella preghiera. Essi non chiedono d’imparare una tecnica per riuscire nell’impresa dell’evangelizzazione, perché abbiano più presa sulla gente o siano più capaci di fare miracoli. La preghiera di Gesù prima che essere una pratica è un modo di essere, è un’esperienza d’intimità profonda. L’insegnamento della preghiera che Gesù offre permette al discepolo di rivolgersi a Dio nello stesso modo con cui lui s’intrattiene con il Padre. Pregare con le parole di Gesù significa entrare nella stessa relazione d’amore che lo lega al Padre come Figlio. Mediante quelle parole lo Spirito parla in noi come uno strumento musicale a fiato emette il suono quando è attraversato dal soffio della bocca.

La prima parola è un’invocazione come quella di un bambino che chiama il proprio genitore per chiedere aiuto, per attirare l’attenzione, per trovare un punto d’appoggio sicuro. Invocare il nome di Dio è cosa diversa di evocarne la presenza come fosse uno strumento da possedere. La preghiera è l’anima in cammino, è una forma di esodo da sé verso il tu di Dio in cui trovare ascolto, accoglienza, comprensione, benevolenza e tenerezza, tutte cose che il nostro cuore desidera. 

Pregando si lancia un ponte verso Dio e si apre la strada attraverso la quale si compie un cammino di graduale adesione di fede alla sua volontà. Nella preghiera apriamo il cuore per accogliere con fiducia e gratitudine il dono dello Spirito Santo grazie al quale possiamo avere la forza di amare come siamo amati da Dio. Coscienti di non poterci salvare con le nostre forze supplichiamo il Signore di non cedere alle tentazioni del maligno.

Gesù non insegna una preghiera ma ci unisce alla sua perché divenga vera liturgia, azione di Cristo e della Chiesa insieme. Con Lui apprendiamo l’arte della comunicazione nella quale il soliloquio egocentrico lascia spazio al dialogo, il tu non è il destinatario del giudizio, ma del riconoscimento e in cui il soggetto non è l’io dell’individuo ma il noi della comunità. Imparare a pregare con Gesù significa imparare a vivere con gioia perché la preghiera dà alla nostra vita la forma del dono per gli altri. La preghiera edifica la famiglia che non mette semplicemente insieme i singoli individui ma persone che pregando insieme imparano ad amarsi e rispettarsi reciprocamente.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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