«Signore, chi è?» … «chi sono?»
Martedì della Settimana Santa
«I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse», Gesù aveva da poco finito di compiere il gesto “scandaloso” di lavare loro i piedi come un servo al suo padrone. Lo aveva spiegato e indicato come stile di relazione tra di loro e come segno distintivo dei suoi discepoli. Il servizio è il modo con il quale continuare l’opera di Gesù nel mondo.
Quando Gesù, profondamente addolorato, annuncia il tradimento inizia la caccia al traditore e ognuno con lo sguardo cerca di capire quali sono le intenzioni di quello che gli sta accanto. Gesù all’inizio rimane nell’indeterminatezza perché non vuole puntare il dito contro nessuno ma condividere il suo turbamento interiore. Il primo servizio è ascoltare, accogliere la parola dell’altro. Il nostro pensiero e la nostra parola possono prenderci a tal punto da invadere tutto lo spazio della nostra mente e del nostro cuore da non esserci posto per ascoltare e accogliere l’altro, soprattutto nel suo dolore. Ascoltare il dolore di Gesù significa mettersi in sintonia con la sua più profonda intimità lì dove convivono lo zelo e la volontà di compiere la volontà del Padre e il senso di solitudine. Ascoltare il cuore di Gesù aiuta anche a entrare più profondamente in noi stessi superando la paura di trovarci molto diversi da quello che cerchiamo di mostrare all’esterno e quello che vorremmo essere. La vera domanda che dobbiamo porre a noi stessi è appunto questa: in cosa sto contristando il cuore di Dio, qual è il peccato che aumenta la distanza tra me e lui e la sua tristezza per la solitudine. Se Gesù mi sta comunicando il suo malessere lo sta facendo non per accusarmi, ma per entrare in una maggiore e più profonda intimità di spirito e di volontà con me. Non devo aver paura che Dio mi giudichi e mi tolga la sua benevolenza, perché, con il gesto di offrire il boccone dell’amico a Giuda, Gesù mi dice che nonostante tutto io rimango per lui sempre amico. Questa fedeltà nell’amore nessuno la può capire se non entrando in dialogo con Gesù anche se teso come quello tra Lui e Giuda. La gloria di Dio consiste nell’amare in maniera “folle” e incomprensibile, secondo gli uomini peccatori, ma pienamente coerente con la sua logica e la sua volontà di amarci.
Sembra che Gesù voglia accelerare i tempi e che dia una sorta di via libera a Giuda. Gesù non si oppone a Satana perché, cedendo alla rabbia e alla tristezza, farebbe il suo gioco. Anche se non ci piacciono, ci sono cose che devono accadere e dobbiamo accettare che accadano ma non con rassegnazione, ma con speranza. Non possiamo opporci alla storia e al mistero della libertà anche se deviata. Gesù ci insegna a saper leggere anche nei momenti più bui della nostra vita, il manifestarsi della gloria di Dio. Dobbiamo avere la consapevolezza che Gesù ci precede soprattutto nella via del dolore. Quello che appare un tunnel buio e un ponte verso la vera gioia. In tal senso sono rassicuranti le parole di Gesù a Pietro «per ora dove vado io tu non puoi venire, ma mi seguirai più tardi» e più oltre aggiunge «perché dove sono io sarete anche voi» (Gv 14,3).
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!