don Pasquale Giordano โ€“ Commento al Vangelo del 7 Agosto 2022

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Lectio divina

Dopo la parabola del ricco stolto, la cui ereditร  rischia di andare in fumo a causa della sua aviditร , lโ€™evangelista pone sulla bocca di Gesรน un discorso rivolto principalmente ai discepoli nel quale li esorta a non lasciarsi dominare dalle paure inutili ma a confidare nella provvidenza di Dio e a cercare la sua volontร . Il discorso di Gesรน รจ di carattere sapienziale e teologico perchรฉ tratta della relazione che si instaura tra Dio e il mondo, del quale lโ€™uomo รจ parte, anzi il vertice. Dio racconta la sua bontร  prendendosi cura del mondo. Basta osservare la natura per comprendere che il mondo รจ mosso dalla forza misteriosa e potente dellโ€™amore di Dio che dร  esistenza ad ogni creatura e valore alla vita dellโ€™uomo. Ogni realtร  creata porta impressa la sua vocazione di manifestare lโ€™amore di Dio, ma allโ€™uomo รจ data anche la vocazione piรน alta di collaborare allโ€™edificazione del Regno di Dio amando. Il successo dellโ€™uomo non si misura sulla quantitร  delle cose che fa o che ottiene, ma dipende dalla qualitร  del suo operato e dagli effetti che produce.

Lโ€™uomo, povero di meriti personali e ricco della grazia di Dio, รจ chiamato a trasformare la misericordia che riceve dalle mani del Signore in elemosina posta in quelle dei fratelli. Situato in questo contesto si comprende meglio lโ€™esortazione che Gesรน rivolge ai suoi discepoli che, da una parte, devono stare bene attenti alla cupidigia, dallโ€™altra, devono imparare ad abitare il tempo dellโ€™attesa. Gesรน รจ in cammino verso Gerusalemme lรฌ dove celebrerร  la Pasqua insieme ai suoi discepoli. Non si tratta di un semplice rito ma di un evento fondamentale perchรฉ segna un passaggio cruciale nella vita di Gesรน e di coloro che lo seguono. Il momento della morte rappresenta una svolta perchรฉ coincide con il giudizio che determina la salvezza o la dannazione, il successo o il fallimento della vita. Sulla croce Gesรน rivela la provvidenza del Padre-pastore, ben diverso invece dai padri-padroni accecati dallโ€™aviditร  e che lasciano come ereditร  la violenza e il sopruso. Non bisogna temere la morte perchรฉ, come rivela la sua risurrezione, essa รจ un punto di passaggio verso quel destino che dipende da quale ereditร  abbiamo fatta nostra. Dalla croce Gesรน, lo sposo dellโ€™umanitร , ci dona il suo Regno e ci fa coeredi insieme con lui della vita eterna (In veritร  ti dico, oggi sarai in Paradiso con me Lc 23,43). 

Come vivere il tempo dellโ€™attesa della nostra Pasqua? Gesรน invita a guardare a lui per imparare a vivere lโ€™attesa in maniera gioiosa e non ansiosa, attiva e non rassegnata, oblativa e non possessiva. Alla tendenza ad accumulare e ad arricchirsi Gesรน contrappone lโ€™atteggiamento del distacco affettivo dai beni terreni per utilizzarli come strumento di caritร  e comunione. Quanto piรน il cuore รจ separato dalle cose passeggere di questo mondo tanto piรน puรฒ essere donato interamente alle persone legandosi ad esse con un amore vero ed eterno. รˆ questo il vero tesoro al quale tende il nostro desiderio.

Se una preoccupazione deve assillare non รจ la quantitร  di ricchezza che si possiede ma la capacitร  del cuore ad accogliere la grazia di Dio per farla diventare caritร  donata ai fratelli. Nella logica della convenienza i ricchi sono guardati come modelli e i poveri sono ignorati con indifferenza o sono oggetto di speculazione. Invece i poveri sono i primi destinatari della nostra responsabilitร  nei confronti di Dio che ci ha ricolmato di ogni bene e ci propone di essere suoi servi collaboratori. In questo senso, come il Padre-pastore guarda con attenzione il suo piccolo gregge e lo pasce con premura materna, cosรฌ anche i discepoli si considerano tra loro fratelli e non subalterni, la cui buona fede diventa motivo di ingiusta prevaricazione.

Con la Pasqua di Gesรน, in cui Egli si distacca di ogni cosa per donare la sua vita a noi poveri, riceviamo la caparra della sua ereditร . Nella sua morte e risurrezione ci viene svelato il progetto di Dio che vuole riunire tutti gli uomini nella gioia della comunione. Nellโ€™ultima cena Gesรน รจ il Padrone di casa che sta in mezzo ai suoi amici come colui che serve. La parabola anticipa gli eventi della Pasqua nella quale Gesรน morendo si allontana dai suoi, ma risorgendo si fa nuovamente presente, come il padrone che dopo lโ€™assenza delle nozze fa ritorno a casa sua.

La morte rappresenta il momento del distacco ma la presenza viva rimane nella memoria della promessa, anima dellโ€™attesa del ritorno, che inaugura il tempo della festa. La beatitudine dei servi inizia sin dal momento in cui devono misurarsi con lโ€™assenza del padrone. La cintura ai fianchi e la lampada accesa sono immagini che richiamano lโ€™abbigliamento e lโ€™equipaggiamento del popolo dโ€™Israele nella notte dellโ€™Esodo. Similmente i discepoli si identificano con gli Israeliti che attraversano in fretta il Mar Rosso (Es 11; Sap 18) e poi il Fiume Giordano (Gs 3, 14s.) per approdare al Monte Sinai e nella Terra promessa.

La santitร  (beatitudine dei servi) si gioca nel tempo dellโ€™attesa che รจ anche tempo in cui la fede รจ messa alla prova. La santitร  non consiste nellโ€™accumulare meriti grazie ai quali si ottiene il premio, ma รจ la ordinaria condizione di vita del discepolo di Cristo che รจ in cammino dietro di Lui verso la Pasqua, passaggio alla Gerusalemme del Cielo e alla Comunione dei Santi. La prontezza richiesta da Gesรน sta nel servizio quale risposta alla vocazione di Dio e ai bisogni reali della gente. La veste cinta ai fianchi รจ lโ€™abito proprio del servo che si prepara al suo lavoro togliendo tutto quello che gli puรฒ essere dโ€™impaccio nei movimenti. La vanitร  delle ambizioni e dei desideri rende incoscienti e indifferenti, lenti o bloccati nei movimenti.

La sobrietร  agevola a esercitare il ministero con libertร  di spirito e speranza, ovvero il desiderio dโ€™incontrare Dio, prima ancora di ricevere da lui il premio o la punizione. Il servo sveglio e intelligente รจ colui che si sente corresponsabile della casa nella quale esercita il ministero. Serve non con sentimenti di schiavo ma con la medesima attenzione del padrone a cui sta a cuore lโ€™integritร  e la sicurezza della casa contro i ladri che vengono per rapire, uccidere e distruggere (Gv 10,10). La vigilanza del servo trae ispirazione da quella del padrone che non si lascia trovare impreparato allโ€™arrivo del ladro anche se non sa quale sia il momento nel quale si presenterร . Non conoscere lโ€™ora della morte e dellโ€™arrivo del Figlio di Dio non puรฒ essere un alibi per ignorarlo con indifferenza. Se cosรฌ fosse vivremmo da ladri che si intrufolano nella casa per scassinarla e appropriarci di un tesoro che non ci appartiene. Questo accade allorquando ci serviamo della Chiesa, con i suoi spazi, i suoi riti, i suoi aiuti ma senza entrare nello spirito del servizio che la distingue da ogni altra comunitร .

La terza parabola si concentra sulla fedeltร  richiesta al servo al quale viene affidata lโ€™amministrazione dei suoi beni affinchรฉ i servi come lui possano ricevere il necessario per vivere. Il santo รจ il servo della Provvidenza divina. Egli funge da mediatore di quella cura che ha come unica origine Dio, il Padre-pastore. Chi segue Gesรน ha la consapevolezza di essere corresponsabile della vita dei suoi compagni e non puรฒ pensare solo a sรฉ disinteressandosi degli altri o addirittura servirsi di loro. 

Il discorso si conclude con un ammonimento. Tutti possiamo sbagliare, ma chi pur conoscendo la volontร  di Dio e pur professandosi cristiano, agisce in contraddizione con lโ€™incarico ricevuto, va incontro ad una correzione piรน dura, mentre chi ha sbagliato inconsapevolmente sarร  trattato meno duramente.

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Dio Creatore dร  la vita e lโ€™esistenza a tutte le creature. Ciascuna di esse ha un compito specifico nel mondo. Ognuno nel suo piccolo ha il suo valore che non รจ dato da ciรฒ che accumula o produce ma dal contributo che offre al bene comune. Allโ€™uomo, non viene solo dato qualcosa per la sua sussistenza perchรฉ egli non รจ solo un elemento del ciclo della natura, ma a lui รจ affidato il compito di custodire il mondo. Dio affida allโ€™uomo il potere regale del servizio mediante il quale si viene costituiti ministri della Provvidenza di Dio. Gesรน anticipa il criterio che deve essere usato nel giudizio, soprattutto quello che ognuno รจ chiamato a fare sulla propria coscienza. La croce diventa la misura del giudizio. La prova si supera se si tende alla misura alta dellโ€™amore, altrimenti si fallisce lโ€™impresa piรน importante della vita, quella di diventare santi.

Provocati dallโ€™amore di Dio e protesi verso i bisogni dei poveri 

Il padre-padrone non pensa che a sรฉ e ciรฒ che lascia diventa oggetto di contesa tra i suoi figli. Gesรน, invece, ci rivela che Dio รจ Padre-pastore che ci dona suo Figlio perchรฉ, credendo in Lui, ereditiamo la sua vita. La fede, come quella dei testimoni citati dalla Lettera agli Ebrei, non si riduce a sapere che Dio ci ama ma รจ fondamentalmente unโ€™esperienza di preghiera nella quale, lasciandoci illuminare dalla Parola e confortare dal nutrimento dellโ€™Eucaristia, scopriamo la novitร  che dร  gioia e speranza al nostro cuore, soprattutto nei momenti piรน bui. Sappiamo che lโ€™attesa, a lungo andare, mette alla prova la nostra tenuta psicologica e lโ€™equilibrio spirituale. Gesรน invita a leggere la nostra vita terrena come tempo dellโ€™attesa nella quale bisogna esercitarsi nelle virtรน (cingere la veste ai fianchi) guidati dalla Parola di Dio (tenere le lampade accese). Per il discepolo di Cristo la Pasqua รจ la chiave di volta e il punto di svolta della propria vita.

La Pasqua di Cristo anticipa la Pasqua di ciascuno di noi. La risurrezione di Gesรน rivela che la morte รจ vinta e da abisso in cui precipitare inesorabilmente รจ diventata ponte verso il Paradiso, meta ultima del nostro pellegrinaggio. Siamo un popolo in cammino verso la Pasqua. Non ci รจ dato sapere quanto lungo sia il tempo dellโ€™attesa e del nostro cammino sulla terra, se alcuni giorni oppure anni; ma รจ in nostro potere vivere preparandoci allโ€™incontro con Dio, il Signore della vita. Perchรฉ lโ€™attesa sia gioiosa e non ansiosa, attiva e non passiva, oblativa e non possessiva, รจ necessario guardare e ispirarsi a Gesรน, servo di Dio e dellโ€™umanitร . Egli ยซha venduto e dato in elemosina ai poveriยป tutto sรฉ stesso. Non ha amato per convenienza e a tempo, ma ha dato il suo cuore al Padre per la nostra salvezza. Noi siamo quei poveri per i quali il Signore si รจ fatto servo, garantendo a ciascuno il nutrimento per la vita eterna.

Nei passaggi cruciali della vita e nella notte della fede la preghiera รจ il vero servizio sacerdotale che possiamo offrire come Gesรน ha fatto nellโ€™orto degli ulivi e sulla croce. Senza la compagnia di Gesรน nella preghiera lโ€™indecisione diventa indifferenza e lโ€™attivismo, scambiato per ministero, cede il posto allโ€™apatia e allโ€™accidia da cui provengono soprusi e ingiustizie. Solo la preghiera, e in particolare lโ€™Eucaristia vissuta con gioia e desiderio per lโ€™incontro con Dio, ci permette di mantenere nel tempo lโ€™attenzione e il rispetto per le persone, a partire da quelle a noi piรน vicine. La fede non รจ nรฉ un analgesico per non sentire dolore, nรฉ un energizzante per tenerci su di morale. La fede รจ stile di vita di chi, custodendo nel cuore il desiderio dellโ€™incontro con Dio, come gli innamorati, e scoprendo giorno per giorno di essere amato da Lui, avverte il bisogno interiore di restituire lโ€™amore che riceve con gesti concreti di servizio per il bene della comunitร  in cui vive.

Signore Gesรน, Tu che nei momenti cruciali della tua vita hai cercato e trovato nella preghiera luce, conforto, veritร , svegliaci dal torpore di una routine che non regala gioia ma a malapena ci fa vivacchiare giorno per giorno. Liberaci dal dramma della rassegnazione che ci rende miopi, dallโ€™accidia che ci fa degli eterni insoddisfatti, dalla superficialitร  egoistica che alimenta la lamentela e il giudizio contro gli altri. Il tuo Spirito accenda in noi il desiderio dโ€™incontrarti come Tu ti fai prossimo a ciascuno di noi per aiutarlo a diventare piรน maturo nella fede e maggiormente responsabile nel servizio ai fratelli. Fa che possiamo uscire dalla preghiera rafforzati nelle intenzioni delle buone opere, incoraggiati dal tuo perdono, carichi di gioia per lasciare il profumo della santitร  in ogni persona con la quale incrociamo gli sguardi e la cui anima รจ accarezzata dallโ€™attenzione e rispetto nei suoi confronti. 

Commento a cura di
don Pasquale Giordano
Fonte โ€“ Mater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโ€™Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร  ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร โ€ฆ [Continua sul sito]