Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
Maria, la Chiesa col volto di Madre
La festa della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa sembra essere un prolungamento della Pentecoste in cui si registra l’atto di nascita della Chiesa. Luca negli Atti degli Apostoli legge la discesa dello Spirito Santo in controluce alla Pentecoste ebraica che celebrava il dono del decalogo al monte Sinai e la stipula dell’alleanza nuziale con il popolo d’Israele.
Giovanni sottolinea il fatto che la Chiesa nasce dal sacrificio di Cristo sulla croce. La Chiesa, simboleggiata dalla madre di Gesù, nell’ora della sua morte viene costituita madre dei credenti. La Chiesa non può assumere altra fisionomia che quella di Cristo grazie al dono della Parola, dello Spirito e dei Sacramenti, in particolare il battesimo e l’eucaristia. Gesù è l’Adamo nuovo da cui è tratta la nuova Eva, la madre dei viventi. Dalla Croce Gesù affida a Maria, e quindi alla Chiesa tutta di ogni tempo e di ogni luogo, un dono e una missione. Lo Spirito, come bacio sul capo della madre, e l’acqua unita al sangue, che è versato su di lei dal costato aperto, sono doni il cui fine è espresso nella parola: «Donna, ecco tuo figlio!», «ecco tua madre!».
Come il discepolo amato, anche noi siamo chiamati a celebrare i sacramenti e ad accogliere lo Spirito Santo con l’animo del figlio che accoglie Maria, ovvero la Chiesa, come madre. La nostra fede sarebbe incompleta se non riconoscessimo in Maria, e dunque anche nella Chiesa di cui Ella è la rappresentante più significativa, la madre dalla quale riceviamo la vita. Il discepolo contempla Maria e la compagnia femminile sotto la croce che testimoniano la fedeltà. Gli apostoli nell’ora della prova hanno lasciato Gesù solo, ma quelle donne stanno a ricordare la presenza materna di Dio che non abbandona nessuno dei suoi figli.
Lo affermava già il profeta Isaia: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,15). La compassione, sentimento proprio della madre, ci fa essere accanto alle persone per sostenerle nella sofferenza, ma ci permette anche di accoglierle, come fa il discepolo amato con la madre di Gesù. Per poter essere veramente credenti e salvati dobbiamo lasciarci ispirare dalla parola di Gesù e tradurla in gesti di amorevole tenerezza.
Signore Gesù, morendo sulla croce, hai affidato i tuoi discepoli a Maria tua madre e lei a noi. Un dono d’amore offerto in mezzo a dolori e umiliazioni, come le sofferenze del parto, compiuto nella gioia della comunione. Aiutami a riconoscere nella Chiesa il volto della Madre, ad appartenere a Lei accogliendola con misericordia, ad assimilare i suoi insegnamenti e a metterli in pratica, a godere delle sue cure e tradurle in gesti di carità fraterna, ad accettare i suoi castighi e imparare ad educarmi all’amore fedele.