Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
Seguaci della Stella
Epifania del Signore
La luce di Dio brilla in alto per tutti possano rallegrarsi alla sua vita. I Magi hanno visto un astro sorgere. Essi vengono dall’oriente e rappresentano tutti coloro che pur essendo lontani si lasciano ispirare dalla luce e si mettono in camino per cercare il Re del quale l’astro annuncia l’avvento in questo mondo e in questo tempo. I Magi, cultori del sapere, sono abituati a leggere i segni dei tempi. Il loro sguardo non si ferma all’osservazione delle leggi che regolano la natura e il mondo degli uomini. Essi esercitano l’intelligenza perché la novità che osservano li chiama ad un incontro. L’astro nascente assume per loro il valore di un annuncio che li provoca, cioè li spinge a mettersi in viaggio per fare esperienza personale di ciò che la stella indica. I Magi in quella stella hanno colto un invito personale e si sono lasciati interpellare.
La realtà che viviamo, anche se è oscura e misteriosa, è sempre portatrice di un annuncio di novità. La venuta nel mondo di Dio è per noi stella che brilla nel cielo buio. Essa ci offre un messaggio di speranza che invita a metterci in cammino lasciando ciò che farebbe di essa una semplice utopia.
La ricerca li porta a lasciare il proprio mondo e ad andare in una terra straniera conosciuta solo di nome. Essi, informandosi del neonato Re dei Giudei inconsapevolmente ne annunciano la nascita ad una città che, a partire dal suo re, viene sconvolta come turbata nel suo stato di torpore. L’annuncio fatto dai Magi inquieta, al contrario di quello colto da loro che invece hanno reagito positivamente nel vedere sorgere l’astro nel cielo. La reazione è diversa perché differente è l’animo. Il cuore dei Magi è vigilante e intelligente, mentre quello di Erode e dei sacerdoti di Gerusalemme è ottenebrato dall’avidità. La Parola di Dio rimane per loro lettera morta, mentre per i Magi fornisce un’indicazione preziosa per continuare il proprio cammino e raggiungere la meta. La conoscenza dei sacerdoti è vana sapienza perché non accende in loro il desiderio d’incontrare il Signore ma, al contrario, li inchioda ancora di più ai loro rigidi schemi mentali.
Chi ricerca mettendosi in cammino mira a raggiungere una meta oltre le proprie idee; è animato dal desiderio di conoscere e non semplicemente di sapere. La conoscenza è una scoperta continua di un bene da servire non da possedere. Sapiente non è colui che accumula saperi e competenze fino al punto di essere gonfio di sé. Saggio è quella persona che quanto più conosce tanto più desidera incontrare l’altro. La sua vera ricchezza sono le relazioni fraterne che coltiva e i rapporti umani senza pregiudizio che lo formano.
I Magi seguono la chiamata dall’Alto, Erode invece il richiamo della carne. La paura è la voce della nostra istintività che vede nemici e antagonisti dappertutto, mentre il desiderio apre prospettive sempre nuove. La speranza fa scorgere opportunità e risorse dove l’invidia vede solo limiti e pericoli, la fede fa del sogno una realtà al contrario dell’egoismo che trasforma ogni realtà in un incubo.
I Magi cercano il Bambino che vogliono servire, Erode investiga sull’avversario inerme che vuole eliminare.
Come i Magi strada facendo siamo guidati dalla stella sulla via della Carità. Essa non indica un tesoro da conquistare o un posto da occupare, ma un uomo piccolo, semplice e povero, da servire. Adorare è un atto di culto riservato solamente a Dio che ha scelto di non rimanere nascosto nell’altezze dei cieli ma di scendere in mezzo a noi indicandoci il mondo nuovo con cui rendergli omaggio. A Lui che viene per donarsi tutto a noi, offriamo l’oro della nostra fede provata al fuoco, l’incenso della nostra speranza e la carità il cui profumo si spande come quello della mirra e che contrasta il processo corruttivo della morte che il peccato ha innescato.
Auguro a tutti una serena festa dell’Epifania e vi benedico di cuore!