L’ombra del fico abbandonata
La fede in Gesù Cristo affonda le sue radici nella trazione popolare. Tradizione, non tradizioni, popolare. Cosa voglio intendere? Lo spiega molto bene la pagina odierna del vangelo di Giovanni ambientata in Galilea, quella regione a nord d’Israele più lontana da Gerusalemme, capitale dello Stato in cui era concentrata l’aristocrazia religiosa e politica.
La Galilea è invece l’anima popolare d’Israele dove la geografia e la storia hanno educato il popolo a non considerarsi l’ombelico del mondo ma a vederlo nella prospettiva di chi guarda orizzonti più ampi ed è aperto alla novità. Tuttavia, Galilea significa anche marginalità rispetto ai centri di potere ma, al contempo, maggiore libertà di pensiero rispetto a quello unico imposto dall’alto.
Andrea e Filippo sono i due discepoli che avviano la tradizione confidando a Pietro, prima, e poi a Natanaele la loro scoperta. Tutti i personaggi menzionati sono della Galilea, accomunati non solo dalla provenienza geografica ma anche dalla condizione di minorità. Rispetto ai giudei, infatti, i Galilei erano considerati meno affidabili. Natanaele, conoscitore della Scrittura, è vittima di questo pregiudizio che si rivela nel complesso d’inferiorità manifestato nella risposta che dà a Filippo.
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La vera scoperta che fa Natanaele è nell’essere conosciuto da Gesù nel profondo. Nella parte più interiore di sé, lì dove avverte la solitudine della povertà e dell’incolmabile abisso tra la condizione che vive e l’irraggiungibile ideale di santità. L’annuncio del Vangelo di cui si fa portavoce Filippo trova un ostacolo nelle tradizioni degli uomini che alimentano il senso di colpa e d’indegnità. L’albero di fichi mi piace interpretarlo come il simbolo della condizione dell’uomo peccatore sottomesso alla legge della carne.
Natanaele scopre di essere cercato e raggiunto da Dio nella sua povertà. Vedere è il verbo dell’amore che non possiede ma abbraccia e cura. La tradizione apostolica nasce dall’incontro con Gesù grazie al quale sono abbattuti tutti gli steccati che impediscono l’ingresso di Dio nella propria vita. La tradizione del Vangelo è la trasmissione della fede intesa come esperienza non riservata a pochi eletti ma destinata a tutti gli uomini affinché possano sentirsi e vivere da figli di Dio.
Leggi la preghiera del giorno.
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Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“