don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 5 Gennaio 2022

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Abbandonare l’ombra del fico

La fede in Gesù Cristo affonda le sue radici nella trazione popolare. Tradizione, non tradizioni, popolare. Cosa voglio intendere? Lo spiega molto bene la pagina odierna del vangelo di Giovanni ambientata in Galilea, quella regione a nord d’Israele più lontana da Gerusalemme, capitale dello Stato in cui era concentrata l’aristocrazia religiosa e politica. La Galilea è invece l’anima popolare d’Israele, dove la geografia e la storia hanno educato il popolo a non considerarsi l’ombelico del mondo ma a vederlo nella prospettiva di guarda orizzonti più ampi ed è aperto alla novità.

Tuttavia, Galilea significa anche marginalità rispetto ai centri di potere ma, al contempo, maggiore libertà di pensiero unico imposto dall’alto. Andrea e Filippo sono i due discepoli che avviano la tradizione confidando a Pietro, prima, e poi a Natanaele la loro scoperta. Tutti i personaggi menzionati dono della Galilea, accomunati non solo dalla provenienza geografica ma anche dalla condizione di minorità. Rispetto ai giudei, infatti, i Galilei erano considerati meno affidabili. Natanaele, conoscitore della Scrittura, è vittima di questo pregiudizio che si rivela nel complesso d’inferiorità manifestato nella risposta che dà a Filippo.

La vera scoperta che fa Natanaele è nell’essere conosciuto da Gesù nel profondo. Nella parte più interiore di sé, lì dove avverte la solitudine della povertà e dell’incolmabile abisso tra la condizione che vive e l’irraggiungibile ideale di santità. L’annuncio del Vangelo di cui si fa portavoce Filippo trova un ostacolo nelle tradizioni degli uomini che alimentano il senso di colpa e d’indegnità. L’albero di fichi mi piace interpretarlo come il simbolo della condizione dell’uomo peccatore sottomesso alla legge della carne. Natanaele scopre di essere cercato e raggiunto da Dio nella sua povertà.

Vedere è il verbo dell’amore che non possiede ma abbraccia e cura. La tradizione apostolica nasce dall’incontro con Gesù grazie al quale sono abbattuti tutti gli steccati che impediscono l’ingresso di Dio nella propria vita. La tradizione del Vangelo è la trasmissione della fede intesa come esperienza non riservata a pochi eletti ma destinata a tutti gli uomini affinché possano sentirsi e vivere da figli di Dio.   

Signore Gesù, fratello e amico dei lontani, prediligi gli ultimi e gli emarginati invitandoli a percorrere le strade degli uomini insieme con te per conquistare la vera libertà dei figli di Dio e per portare loro la luce della speranza che brilla sul tuo volto. Insegnaci a usare il linguaggio della fraternità e dell’amicizia per abbattere i muri del pregiudizio e dei sensi di colpa perché nessuno si senta inferiore ad alcuno ma servo della sua gioia.

Facci assaporare il gusto del «primo amore» quando ci arrendiamo all’idea che il nostro limite è più determinante della tua grazia, la povertà dei nostri meriti è più forte della ricchezza della tua provvidenza. L’incontro con Te ci dia il coraggio di non nasconderci dietro paure e sensi di colpa ma di misurare il valore della nostra vita in base al criterio della croce che rivela il tuo infinito ed eterno amore per noi.