La fede degli umili fa traboccare d’amore il cuore di Dio
Mercoledì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Dopo lo scontro avuto con la delegazione dei farisei e degli scribi venuta da Gerusalemme circa la pratica delle norme di purità, Gesù, che si era spinto oltre i confini d’Israele, incontra una donna Cananea. Ella lo seguiva gridando. La sua è una supplica accorata e insistente affinché Gesù, chiamato dalla Cananea figlio di Davide, possa liberare sua figlia dal demonio che la tormenta. Stranamente Gesù rimane in silenzio. Lui che poco prima aveva avuto compassione per le folle e aveva guarito gli infermi e sfamato più di cinquemila persone, perché non si ferma davanti al grido supplice di questa donna? Il silenzio di Gesù ci spinge ad interrogarci.
Replicando ai farisei e agli scribi Gesù ha parlato dell’impurità che esce dal di dentro dell’uomo, cioè dalla disposizione del cuore inquinato dalle ispirazioni del Maligno. La donna, sebbene Cananea, prega perché sua figlia sia purificata e liberata dal demonio. Dalla supplica trapela la convinzione della donna che la purificazione non può essere operata dall’uomo attraverso dei riti, ma deve intervenire Dio. Il silenzio di Gesù non è indifferenza ma rispetto e ascolto, è lo spazio nel quale trova espressione la fede della donna.
Gli apostoli, che avrebbero dovuto lasciarsi coinvolgere da quel grido di aiuto, fraintendono il silenzio di Gesù e invece di cogliere l’occasione per entrare nella logica di Dio, si rivolgono a lui perché mandi via la donna per essere loro stessi liberati da quella Cananea petulante. Così avevano fatto anche con la folla qualche giorno prima. La replica di Gesù ai discepoli definisce nuovamente i confini della missione. La sua attenzione è rivolta particolarmente alla casa d’Israele che non è da intendere come la comunità dei perfetti e dei puri ma è quella a cui appartengono tutti coloro che hanno smarrito la strada verso Dio, persi nei ragionamenti del loro cuore deviati dalle ispirazioni del Maligno.
La preghiera della donna Cananea ha la stessa forma di quella di Pietro che stava affondando nelle acque a causa della sua incredulità. La donna riconosce che senza l’aiuto di Dio la rovina è inevitabile. La preghiera della donna non è un grido contro Gesù, ma verso di Lui dal profondo della sua disperazione. Come Pietro si aggrappa alla mano di Gesù, così la donna attende, come i cagnolini sotto la mensa, che la mano del padrone faccia cadere le briciole del pane.
Ciò che è avanzato dei pani e dei pesci moltiplicati per i cinquemila, non va perduto, ma va ancora distribuito. La donna chiede di essere nutrita di ciò che sovrabbonda dal cuore di Dio. È dunque questa la fede grande lodata da Gesù! La donna Cananea è arrivata prima degli apostoli. Per essi, e per noi, diventa un modello di preghiera, di perseveranza e di fede!
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]