HomeVangelo del Giornodon Pasquale Giordano - Commento al Vangelo del 4 Gennaio 2024

don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 4 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 1, 35-42

Il discepolo, amico di Gesù – Feria propria del 4 Gennaio

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 3,7-10

Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato.

Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli [Gesù] è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.

Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.

- Pubblicità -

Generare vs produrre

C’è una differenza tra generare e produrre. Solo l’amore vero genera, mentre quello falso, tende a riprodursi. Dio genera mentre il diavolo riproduce. Si genera la vita e si riproducono oggetti. Il diavolo vorrebbe riprodursi perché punta sulla quantità, Dio invece vuole generare perché il criterio ispiratore è la qualità della vita. Il diavolo istiga ad accumulare, Dio educa a crescere. Il diavolo produce realtà precarie e finite, Dio genera figli per la vita eterna.

Chi agisce come il diavolo tende a relazionarsi con l’altro cercando di farne la copia di sé, mentre chi ama come Dio vive il rapporto con l’altro con gli stessi sentimenti di un genitore che accoglie il figlio come un dono e lo aiuta a diventare maturo fino al punto di fare delle scelte di vita che, sebbene difficili, sono feconde.

- Pubblicità -

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1,35-42

Abbiamo trovato il Messia.

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Il discepolo, amico di Gesù

Ci sono incontri che cambiano la vita e l’ora in cui avviene segna uno spartiacque nella propria storia. Così è avvenuto per i primi discepoli di Gesù nel momento in cui, spinti dal loro maestro, hanno scelto di seguirlo senza sapere dove dimorasse.

La parola del Battista ha acceso in loro un desiderio di ricerca. In fondo, il compito del profeta non era quello di creare un suo circolo di seguaci ma di preparare i suoi discepoli a frequentare la scuola del Maestro dal quale lui stesso aveva appreso la sapienza. Da loro maestro hanno acquisito la sapienza dell’umiltà per la quale essi camminano dietro colui che scelgono come loro guida.

L’umiltà è la condizione di base perché l’incontro diventi dialogo e il confronto sia un’esperienza che segna profondamente la propria vita. Umiltà, intesa come consapevolezza della propria condizione di discente, non significa passività o indolenza. Al contrario, essa è quella forza che permette di fare scelte importanti come quella di impegnarsi ad amare senza calcoli d’interesse o pretese.

Così Andrea e l’altro discepolo si lasciano guidare dalla voce interiore dell’umiltà scegliendo Gesù come la loro Guida e Maestro. Essi guardano Gesù con gli stessi occhi di Giovanni Battista e in essi nasce il desiderio di conoscerlo di più, per questo lo seguono.

Interpellati da lui i due discepoli gli esprimono il desiderio di sapere dove dimora e vengono esauditi. Non sappiamo cosa videro, ma apprendiamo dalla testimonianza di uno dei due che essi decisero di rimanere con lui, confermando quanto il cuore suggeriva loro.

Inizia così l’amicizia con Gesù. Inizia con tutta la carica di entusiasmo che caratterizza una scoperta e la consapevolezza di trovarsi davanti ad una occasione di cambiamento da non perdere. Questo racconto ci invita a riflettere sul nostro rapporto con Gesù e se possiamo definirlo di vera amicizia.

Lui ci passa accanto con la delicatezza di chi non vuole imporsi ma crea le occasioni perché possiamo accorgerci di lui e coglierle per intessere un rapporto di amicizia.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

Articoli Correlati