don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 4 Agosto 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Dio si commuove per la fede dei piccoli

Dialogando con i discepoli, dopo lo scontro avuto con le autorità giudaiche, Gesù spiega il senso della parabola con la quale chiarisce che l’uomo diventa impuro non per quello che gli entra dalla bocca ma per il male che viene dal cuore ed esce dalla sua bocca. Ciò che si mangia non può inquinare il cuore ma da un cuore malato di peccato esce un veleno capace di corrompere ogni relazione. C’è infatti un rapporto stretto tra la bocca, da cui escono le parole e il cuore, che è la sede dei desideri e dei progetti.

Isaia aveva stigmatizzato il culto falso di chi onora Dio con la bocca ma non lo desidera col cuore. C’è una preghiera falsa e inutile, quella che non nasce dal cuore aperto all’ascolto della Parola, e c’è una preghiera vera ed efficace attraverso la quale si esprime il profondo anelito di salvezza. Gli ipocriti pregano convinti si salvarsi da soli con le proprie opere meritorie, mentre chi crede veramente riconosce con umiltà la propria piccolezza e si affida unicamente alla bontà misericordiosa del Signore.

Gli apostoli avevano da poco fatto l’esperienza sconvolgente nella quale Gesù si era manifestato come Dio camminando sulle acque. Il vero senso della manifestazione non risiede nella potenza di dominare le forze della natura ma di venire incontro all’uomo incapace da solo di fronteggiare le resistenze della vita. Il tratto che contraddistingue il Dio di Gesù è il suo farsi prossimo. Questo avviene prima in un contesto di incomprensione e poi come risposta immediata alla supplica di Pietro. In entrambi si rivela il cuore di Gesù spinto dall’amore gratuito. Di contro le parole di Pietro fanno emergere la sua poca fede. La preghiera di Pietro nasce dalla paura di morire ma la paura è alimentata dalla poca fede dell’apostolo. In questo scenario si staglia la figura della Cananea che sembra ingaggiare una lotta con Gesù. Ella, infatti si trova di fronte un Gesù silenzioso, che non le rivolge neanche una parola.  

Sembra un’altra persona rispetto all’esperienza fatta sul lago. Lì Gesù va verso gli apostoli, qui invece sembra scappare dalla donna. Gli apostoli stessi non comprendono l’atteggiamento del Maestro. Il bisogno crea delle attese che non coincidono con le intenzioni degli altri. Così non c’è perfetta aderenza tra la volontà di Dio e il bisogno dell’uomo come non c’è simmetria tra la grazia divina e i meriti umani. Gesù era intervenuto prontamente al grido di aiuto di Pietro e gli apostoli assistendo alla scena lo avevano riconosciuto come Figlio di Dio. Nel caso della Cananea invece l’esaudimento non è immediato. La donna persevera nella preghiera lottando con la fede contro il silenzio e la distanza di Dio. Ella non solo segue Gesù ma gli si prostra davanti umiliandosi di fronte a lui.

La preghiera perseverante, che spera contro ogni speranza, giunge ad un faccia a faccia in cui la disparità e l’asimmetria dei soggetti viene riconosciuta dalla donna e con esse sia la grandezza della misericordia di Gesù sia la sua piccolezza. Pietro viene rimproverato la sua poca fede mentre la Cananea viene lodata per la sua grande fede perché è la fede dei piccoli, capace di una preghiera che supera le nubi e commuove il cuore di Dio.

Signore Gesù, Tu che sulla croce hai vissuto il dramma del silenzio di Dio e scendendo agli inferi hai sperimentato la sofferenza dell’assenza di Dio, sostieni la mia fede quando non trovano risposta le mie suppliche e la desolazione soffia forte sulla debole fiamma della speranza. Maestro della fede, educami al dialogo orante mosso non dalla paura ma dal desiderio di essere salvato. Fa che la mia preghiera si unisca a quella dei miei fratelli e sorelle che invocano da Dio con umiltà e fiducia il dono della pace. Donami la pazienza d’imparare dal silenzio l’arte del parlare perché dal mio cuore, purificato dalla tua Parola, possano germogliare propositi di bene e parole buone che servono per la necessaria edificazione della comunione fraterna.