don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 31 Marzo 2022

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

La Verità è incontrare, conoscere e amare Dio

Giovedì della IV settimana di Quaresima

Quante volte capita nella vita di cercare una cosa e non rendersi conto che è proprio sotto i nostri occhi o di accorgerci solo dopo molto tempo, e quasi per caso, di avere qualcosa di valore. Gesù sta dicendo una cosa simile: Dio ti ama, accoglilo! Dio ti parla, ascoltalo! Dio ti perdona, lasciati guarire! Ora! Attraverso Gesù Dio ama, parla e perdona. 

La fede non è creduloneria ma è l’atto della nostra ragione che riconosce la credibilità di Gesù. Gesù è credibile perché non è autoreferenziale ma riceve la testimonianza concorde di più fonti che attestano il fatto che è il Figlio di Dio attraverso il quale il Signore si fa prossimo all’uomo e lo ama.

Tra questi testimoni ci sono Giovanni Battista e Mosè che rappresentano tutta la Scrittura, la Legge e i Profeti, la cui parola è l’eco dell’amore di Dio che in Gesù diviene carne. La Parola di Dio da voce profetica e legge scritta diventa persona concreta in Gesù le cui opere testimoniano che viene dal Padre. 

Perché facciamo tanta fatica a riconoscere la verità di essere amati? Perché ci diamo da fare in tante cose ma sentiamo un senso di vuoto e insoddisfazione la cui colpa puntualmente imputiamo agli altri? La risposta è da rintracciare nell’ostinata ricerca di emozioni facili che non si traducono in sentimento e nella facilità con la quale facciamo scorrere parole e immagini davanti ai nostri occhi come se la vita più che coinvolgerci in esperienze che ci formano offra una serie di spettacoli a cui assistere.

Gesù sembra dirci che credere è fondamentale nella vita affinchè essa non si perda nei vicoli ciechi dell’ambizione e della vanagloria. Incaponirsi nel fare tutto da sè stessi, chiudersi al dialogo e al confronto con chi porta una idea diversa dalla propria, limitarsi a cercare «persone-specchio» dalle quali aspettarsi conferme, significa rinchiudersi in celle carcerarie illudendosi di essere liberi.

La fede, perché sia un percorso di ricerca che approdi ad incontrare il Signore, a conoscerlo e ad amarlo, richiede una coraggiosa opera di purificazione che inizia col prendere le nostre convinzioni con il beneficio del dubbio perché l’errore si nasconde nella presunzione di possedere la verità.

Signore Gesù, volto, bocca e mano di Dio, ti ringrazio perché con infinita pazienza mi parli invitandomi a fermarmi e a riflettere per discernere nella mia vita ciò che è urgente e ciò che è necessario. Ti chiedo scusa se tante volte ti passo davanti senza accorgermi di te perché ho sempre qualcosa di più importante da fare, mi chiami ma la tua voce è sovrastata dalle grida delle mie lamentele, mi accarezzi ma schivo la tua mano per non lasciarmi toccare. Ti prego di guarire la mia ansia di essere meritevole di amore e vinci la mia presunzione di non dover chiedere aiuto. Donami l’umiltà di dubitare delle verità costruite dalla mia mente e di unirmi ai miei fratelli nel comune desiderio d’incontrare, conoscere e amare il Padre.