VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 1,39-56
Dal libro del profeta Sofonìa Sof 3,14-18
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te.
Rallégrati, figlia di Sion,
- Pubblicità -
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
- Pubblicità -
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
Annuncio del vangelo del regno
Gli oracoli del profeta Sofonia si concludono con un salmo gioioso nel quale s’invitano gli abitanti di Gerusalemme a gioire perché il Signore ha finalmente scelto di abitare nella città santa per farne la sua dimora. La capitale d’Israele non è più alla mercè dei popoli stranieri che l’hanno spogliata e disonorata.
Il Signore è lo sposo che ama la sua sposa per renderla sempre più bella. La presenza di Dio non solo è garanzia di protezione dalle minacce esterne ma è soprattutto principio di un rinnovamento interiore e della conversione del cuore. L’annuncio profetico è il cuore del vangelo, la bella notizia che Gesù ha proclamato e ha realizzato.
Beato è dunque colui che credendo a questo annuncio apre il suo cuore ad accogliere la parola di Dio per metterla in pratica. In tal modo egli diventa il tempio del Dio vivente, luce per le genti e segno gioioso della carità divina.
✝ Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,39-56
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Dio fa grandi cose solo con persone umili
L’incontro tra le due madri si trasforma in una festa della fede in cui risuonano parole di lode cariche di riconoscenza e meraviglia. La voce di Maria risulta essere musica alle orecchie del bambino che danza nel grembo di Elisabetta. La giovane di Nazaret, accogliendo nel suo cuore la Parola di Dio e mettendosi al suo servizio, si è fatta strumento dello Spirito Santo che la spinge a mettersi in viaggio e ad andare a trovare la sua anziana parente inaspettatamente incinta.
Lo Spirito Santo suggerisce iniziative di prossimità e di carità, come quella che Maria mette in campo, anche se con non pochi rischi. La sua voce non è solo quella di una giovane parente, ma Elisabetta, immensamente riconoscente al Signore per il dono della maternità così tanto desiderata, riconosce in essa l’inconfondibile timbro di Dio stesso. Maria ed Elisabetta sono due profetesse della misericordia perché nei loro corpi è custodita e comunicata la promessa di Dio che si compie nei rispettivi figli.
Entrambe hanno accolto l’annuncio della parola angelica e con umiltà si sono messe a disposizione del progetto divino. Ciascuna madre trasmette al proprio figlio la gioia di servire Dio con umiltà e purezza di spirito. Non è ancora il tempo in cui il Battista e il Cristo facciano udire la loro voce, ma le rispettive madri anticipano la loro missione e ne diventano quasi le ispiratrici. Elisabetta benedice Maria perché riconosce in lei la presenza del Signore che ne ha fatto la sua prima dimora tra gli uomini.
Maria a sua volta benedice Dio perché riconosce sé stessa di essere strumento nelle mani di Dio per realizzare il suo progetto rivoluzionario di salvezza. Dio non si serve di personaggi illustri e titolati, ma di creature umili e semplici perché, essendo tali, sono meglio disposti a realizzare la sua volontà.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“