Dalla fine al fine della vita passando per il suo principio
31 Dicembre – VII giorno fra l’ottava di Natale
Potrebbe sembrare un paradosso che quando stiamo per dire la parola fine ad un anno siamo richiamati dal prologo del vangelo di Giovanni alla prima parola, o meglio diremmo alla parola prima, quella che sgorga dalla relazione tra il Padre e il Figlio. Giovanni, quasi a conclusione della sua vita redige il vangelo che ha il sapore di una testimonianza e di un testamento della propria vita. Ma quando la narrazione è terminata sente il bisogno di ricapitolarla facendo precedere il racconto da un inno attraverso il quale si compie un viaggio dal principio all’oggi. Il principio non è un inizio lontano nel tempo, ma è ciò che fa scaturire, come una sorgente, il mio presente. Dio oggi si racconta a noi attraverso le parole e le azioni di Gesù che ci permette di “vedere” il Padre. Il cammino che ogni pagina di vangelo ci fa fare è quello che va dalla fine al principio, ovvero all’origine di tutto. In quel principio fuori del tempo e dello spazio risiede la chiave di lettura del senso di tutto ciò che esiste.
All’origine c’è il dialogo, una parola donata reciprocamente, meglio diremmo che nel dialogo ci si dona reciprocamente l’uno all’altro. La relazione che unisce le persone che compongono la Trinità è caratterizzata dal fatto che essi comunicano e si comunicano l’amore. La comunicazione non è semplice scambio di informazioni o idee, ma ciò che fa di essi una vera comunione e una autentica comunità.
Il cosmo è il riflesso di questa comunione tra realtà diverse che, armonizzandosi, fanno vivere. L’ecosistema e ogni forma di società autenticamente umana sono espressioni di vita paragonabile ad una sinfonia o meglio ancora ad un corpo nel quale ogni membro ha la sua specificità che è a servizio del bene generale, il bene comune.
Se lo sguardo sapiente sulla creazione fa comprendere il posto che è stato assegnato a ciascuno e l’ascolto della Legge rende coscienti delle proprie responsabilità nei confronti degli altri, l’adesione a Gesù Cristo rivela il senso finale della vita. Essa è un dono che educa a farsi dono a Dio e ai fratelli. Gesù, narrando con la vita il Padre, condivide con chi lo ascolta nel suo stesso sguardo di figlio di Dio e lo coinvolge nel dialogo intimo e sublime tra Lui e il Padre.
La preghiera è il modo col quale entrare in questo circolo in cui nessuno si sente escluso, ma tutti sono avvolti dal vincolo della carità che colma le valli del pessimismo e abbassa le montagne dell’orgoglio.
Alla fine di ogni cosa possono emergere i sensi di colpa o gli scrupoli che però altro non sono che l’altra faccia dell’orgoglio. Gesù ci richiama al principio di tutto e da qui ripartire per raggiungere il fine della vita che è vivere pienamente con Gesù da figli di Dio.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
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Il Verbo si fece carne.