La carezza dello Spirito
Lunedì della V settimana di Quaresima (Anno A)
Nella tradizione profetica, in maniera particolare nel profeta Osea, il peccato d’idolatria è accostato a quello dell’adulterio perché entrambi segnano la rottura del rapporto di fedeltà tra i coniugi e la morte della relazione con Dio. Il libro di Osea inizia con una lite giudiziaria tra il profeta e sua moglie Gomer che rappresentano rispettivamente Dio e Israele. In questo procedimento giudiziario Dio accusa Israele di essersi dimenticato di Lui, il suo Sposo, per seguire altri dei, svendendo la propria dignità e diventando loro schiava. È vero, ci sono anche delle minacce indirizzate alla sposa ribelle e caparbia nella sua condotta malvagia, ma quando si dovrebbe passare dalle parole ai fatti, Dio rinuncia alla condanna e rilancia con una promessa di amore (Os 2-3).
Gesù è lo sposo dell’umanità, è il profeta dell’amore, quello di Dio, misericordioso, fedele ed eterno. Gli scribi e i farisei, che conducono da Gesù la donna colta in flagrante adulterio, sono invece falsi profeti perché presumono di parlare in nome di Dio ma hanno nel cuore la morte. Il Dio di Gesù Cristo, il Dio unico e vero, è il Dio della vita non della morte. Il profeta Ezechiele lo ricorda: «Com’è vero che io vivo – oracolo del Signore Dio -, io non godo della morte del malvagio, ma che il malvagio si converta dalla sua malvagità e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa! Perché volete perire, o casa d’Israele?» (Ez 33,11). La legge, la Parola di Dio dunque, non condanna ma avverte il peccatore che il suo peccato porta alla morte. La conversione è la correzione del cuore. Perché questa avvenga è necessaria la penitenza, non come condizione per essere perdonati, ma come dovere verso sé stessi per guarire dal male interiore che porta alla morte.
Gesù, pur essendo innocente, viene accusato e condannato iniquamente; Egli che avrebbe potuto invocare la vendetta invece ha supplicato il perdono e invece di lanciare maledizioni ha donato il suo Spirito. Mi piace immaginare che Gesù scriva per terra i nostri peccati, quelli che lo umiliano, ma il vento dello Spirito li cancella. È la carezza di Dio che sana dal peccato. Lo Spirito Santo è la carezza di Dio sul nostro volto sfregiato dal peccato. Dove passa la mano di Dio ogni ferita è risanata. Lo Spirito Santo soffi anche su di noi, la sua mano dolce e leggera accarezzi il nostro cuore perché cancelli da esso l’egoismo, la presunzione, l’orgoglio, l’ ambizione, l’avidità.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!