Dal conflitto interiore al combattimento della buona battaglia
Lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Giunto Gesù con i suoi apostoli sulla riva del lago di Tiberiade, abitato da pagani, incontra un indemoniato. Più che un incontro è un vero e proprio scontro tra «Legione» e Gesù. Il nome rivelato dall’indemoniato alla domanda di Gesù è indice del fatto che il povero uomo vive in sé stesso una guerra i cui effetti si notano nei suoi atteggiamenti aggressivi e autolesionisti. Nel combattimento interiore le forze del male, che spingono verso la morte, si scontrano con un profondo desiderio di libertà e di vita, che lo indice ad andare incontro a Gesù e gridare. Tale conflittualità interiore non trova un rimedio efficace in norme giuridiche o in pratiche ascetiche imposte da altri. Colui che deve svincolarsi dai lacci del maligno non può essere ulteriormente costretto da una rigida disciplina. Non è la morale o un ascetismo sganciato da una vera esperienza di fede che guarisce l’uomo dalle sue profonde lacerazioni interiori.
Fondamentale risulta invece il contatto con la parola di Gesù e il dialogo con lui nel quale vengono alla luce le vere cause dello squilibrio interiore e degli atteggiamenti fuori del normale.
Il dialogo terapeutico con Gesù non è calmo e pacato, soprattutto all’inizio. Al contrario, l’incontro con Gesù può causare una reazione di rifiuto e disgusto, perché la parola di Dio fa sentire l’amarezza e il dolore del peccato. La cura non è indolore ed è naturale che istintivamente attiviamo meccanismi di rigetto. Tuttavia, la pedagogia di Gesù prevede anche dei «permessi» o «licenze» che hanno lo scopo di restituire all’uomo libertà e dignità. Acconsentire ad una richiesta del maligno non significa esserne complici, ma indirizzare il male verso il suo approdo naturale che è la distruzione.
Come Gesù acconsente alla richiesta dei demoni di andare nei porci pur di liberare l’uomo dalla loro influenza, così acconsente alla richiesta degli abitanti di quella regione di andarsene affinché l’uomo liberato dal demonio possa diventare annunciatore del Vangelo della misericordia. Se è vero che i demoni non sono stati cacciati dal paese, è altrettanto vero che è compito dell’uomo sanato da Gesù portare avanti la battaglia, non con le armi della violenza e dello scontro armato, ma con la spada della parola che annuncia il vangelo della misericordia.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
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Esci, spirito impuro, da quest’uomo!