Puntare in alto … verso la vetta dell’Amore
L’evangelista Luca ha una concezione teologica del tempo per la quale i giorni non sono disposti su una linea retta ma come punti di una parabola che tende verso l’alto. L’elevazione a cui accenna il narratore è la gloria che si manifesterà sulla croce e con la risurrezione.
Il punto più alto che raggiunge il cammino di Gesù e dei suoi discepoli è il perdono dei peccati che egli ottiene per noi dal Padre salendo in croce sulla quale offre la sua vita. Gesù decide di intraprendere il pellegrinaggio verso Gerusalemme per celebrare la Pasqua, non come si attendevano i suoi apostoli ma come il Padre gli aveva chiesto. Il cammino della croce inizia già da questo momento nel quale il rifiuto dei Samaritani rivela in anticipo quello di chi, dopo averlo accolto come re, lo caccia dalla città perché ritenuto degno di essere crocifisso come i malfattori.
I messaggeri sono inviati a preparare il suo passaggio dicendo chiaramente la direzione del viaggio. Ancora oggi Gesù chiede a noi di essere suoi messaggeri e preparare l’incontro con lui. Essi non devono offrire un messaggio che renda Gesù accettabile perché rispondente alle proprie idee. Il coraggio di andare controcorrente sostiene la missione dei messaggeri il cui fine è propriamente quello di dire la verità: Dio ama l’uomo anche se lo rifiuta.
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Non si tratta di un temerario perché Gesù non impone con la forza il vangelo e il suo amore ma lo propone esponendosi anche al pericolo di essere rifiutato ma determinato a rispettare la libertà dell’uomo ed esercitare fino in fondo la sua. Egli, infatti, liberamente si consegna nelle mani di Dio e in quelle degli uomini perché per Gesù l’amore oblativo e il perdono è la forma più alta di libertà.
È sempre in nome della libertà di amare, che non crea legami di dipendenza ma di responsabilità, che Gesù rimprovera coloro che reagiscono all’ingiustizia con l’aggressività perché essa è l’arma più forte che distrugge la libertà e sradica ogni germoglio di giustizia.
Signore Gesù, insegnami a contare i miei giorni perché il cuore riconosca nello scorrere del tempo i segni del compimento della tua Pasqua nella storia. Guida i miei passi verso la Gerusalemme del cielo dove pienamente compiuta sarà la comunione fraterna e perfetto l’amore che ci unisce alla Trinità. Tu, che mi invii sulle vie del mondo per precederti al fine di preparare gli uomini all’incontro con Te, aiutami a cercare sempre la verità senza la pretesa di possederla e di imporla con violenza e metodi coercitivi. Quando il rifiuto ferisce l’entusiasmo, generando rabbia e frustrazione, e la delusione mortifica la fiducia in Te, suggerendomi di tornare indietro, incoraggiami a non lasciare il sentiero tracciato da Te, che conduce alla vera felicità, lì dove non ci sono nemici da cui guardarsi ma fratelli da abbracciare.
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Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]