don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 27 Ottobre 2020

L’amore è eloquente perché parla con gesti silenziosi

Martedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Il regno di Dio non è qualcosa di estraneo alle vicende dell’uomo, anzi è ciò che ne rivela il senso più pieno. Il regno di Dio è un fatto che accade nella vita di ogni persona quando si apre ad accoglierlo come la terra che riceve il seme e la farina che si mischia con il lievito. L’esperienza della fede è descritta come un uomo che semina e una donna che impasta; così Dio, fonte della fede, speranza e carità, avvia nella sua creatura un processo di crescita. Avviene una trasformazione, un cambiamento, per cui come dal seme si sviluppa la pianta e il lievito fermenta la massa, così la persona che incontra Cristo diviene adulto nella fede e poi lui stesso fermenta di carità la famiglia in cui vive.

Il regno di Dio non fa rumore come il granello di senape che cade nella terra e il lievito che si mescola con la farina. Anche quello che accade dopo la semina e l’impasto è avvolto dal silenzio. Solo Dio può coniugare insieme l’ordinarietà di un processo di crescita e la straordinarietà del suo atto creativo. Sì, perché quando Dio si getta a capofitto nel mondo e si coinvolge totalmente nelle vicende umane lo fa senza farsene accorgere perché l’amore non è uno scoop giornalistico, ma è la normalità della creazione che porta impressa l’immagine del suo Creatore. Dire regno di Dio significa dire azione creativa del Signore. La creazione è un fatto che accade nel presente perché Dio agisce oggi. Dio si fa piccolo come un granello di senape per unirsi ad ogni uomo, si fa lievito e si mescola in ogni situazione della vita perché essa fermenti.

Il regno di Dio esce dal silenzio e si manifesta mediante i gesti di chi accoglie e offre un riparo al forestiero e al migrante nella vita. Dio, rifugio del pellegrino, ispira la Chiesa, fecondata dal seme della Parola, a creare spazi nei quali ciascuno possa trovare ascolto e consolazione. Il lievito, che a volte è anche sinonimo dell’orgoglio che gonfia, in questo caso ha un valore positivo perché indica la responsabilità e il senso dell’autorità. Chi la esercita è chiamato a mescolarsi con la gente, come Gesù è diventato uno di noi in tutto, eccetto il peccato. Mescolarsi non significa intrufolarsi o mimetizzarsi perdendo la propria identità, ma vuol dire cercare con tutti il contatto personale attraverso il quale comunicare la forza della Carità. Infatti, Dio non è un concetto da spiegare o da far comprendere e neanche una potenza da cui proteggersi o una forza di cui potersene servire, ma è semplicemente Colui che desidera essere amato e che ciascuno di noi, incontrandolo, impara ad amare. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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