Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
Guardare con speranza il mondo che cambia
Nella natura è inscritta la legge della ciclicità: si nasce, si cresce e si muore. Anche il tempo è sottoposto a questa legge; ne sono testimoni il sole, che sorge, cresce fino a mezzogiorno, poi declina fino a tramontare, la luna con le sue fasi e le stelle. Similmente le cose dell’uomo iniziano, diventano grandi e poi sono destinate a finire. Tuttavia, l’uomo, a differenza delle altre creature, non ha solo la capacità di percepire questa costante e la consapevolezza che anche il suo corpo è sottoposto alla stessa legge naturale, ma ha soprattutto l’intelligenza di osservare e cogliere il senso di ciò che accade. L’unica condizione è di alzare lo sguardo dal proprio io all’altro. Questo passaggio non è né facile né immediato perché richiede di lavorare sul nostro orgoglioso egoismo che induce a ragionare con la pancia piuttosto che con la mente e il cuore.
In tempo di pace e tranquillità la vita sembra scorrere tranquilla con i suoi ritmi che, sebbene serrati, rientrano nei calcoli e nelle previsioni che possiamo fare. Le crisi intervengono a scombussolare i progetti di vita pianificati a partire dai propri bisogni o desideri che spesso sono omologati a schemi culturali diffusi nel mondo che viviamo. Nelle crepe dei nostri progetti possiamo intravedere o l’abisso in cui sprofondano i sogni oppure nuovi scenari che ci aprono ad altrettante prospettive.
I drammi della vita, che si abbattono improvvisi, ci fanno rendere conto che basta poco perché una cosa finisca, ma anche che, osservando la natura, ogni fine porta con sé il germoglio di un nuovo inizio. Non solo, ci insegna anche a non avere un approccio impaziente alla vita, proprio di chi vuole bruciare i tempi, ricusa la fatica dell’attesa, non accetta rinunce e non tollera le tappe mediane che segnano il ritmo della crescita progressiva. Quanto più siamo impazienti, tanto più le prove della vita ci abbattono. La pazienza è alleata dell’osservazione e della sapienza di chi nella successione degli eventi piacevoli e spiacevoli ne coglie il senso che appartiene ad un progetto d’amore più alto del nostro, quello di Dio.
Gesù ci chiede di avere umiltà e pazienza: umiltà per considerarci creature e non creatori, pazienza nello scoprire giorno per giorno la strada verso la salvezza che Dio ha tracciato per noi e sulla quale Egli ci viene incontro.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!