Chi cerca Dio ritrova sé stesso
Mediante la parabola Gesù insegna che la fede è esperienza d’incontro con Dio, nascosto nella nostra vita come il tesoro nel campo. L’uomo che incontra Dio trova sé stesso, scopre la bellezza nascosta nella sua esistenza che in apparenza sembra monotona e sterile, ma che invece è ricca perché abitata dalla Grazia.
L’uomo che fa una tale scoperta mette in sicurezza il tesoro nascondendolo perché altri non se ne approprino. La scoperta è l’apertura degli occhi che vedono la realtà in maniera diversa. Con Dio vediamo il nostro corpo come il modo attraverso il quale custodire il tesoro delle relazioni. Le persone ci appaiono preziose non in base ad una valutazione effettuata secondo il criterio dell’utile, ma perché custodi esse stesse della ricchezza di Dio.
La fede ispira atteggiamenti di cura che custodiscono e proteggono le relazioni personali dai pericoli. Al contrario, il giudizio, la distanza affettiva, il non volersi coinvolgere nelle relazioni e il non voler investire in esse, porta a deteriorarle fino ad annullarsi. L’amore si corrompe se non viene custodito e protetto. Chi ha incontrato Dio e lo ha scoperto dentro di sé, perché Lui ne ha fatto la sua dimora, non può separare il tesoro dal campo, il Santo dal consacrato, la Parola dal profeta ma rinuncia a ogni cosa che fino a quel momento costituiva la sua unica certezza per puntare tutto sull’acquisto del campo.
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Non si può amare, dando tutto noi stessi, se non abbiamo la piena padronanza della nostra vita. Per raggiungere questo punto è necessario rinunciare a tutto ciò che, messo a paragone con l’amore, è riconosciuto nulla. Vendere tutto non significa rinunciare alla libertà ma vuol dire raggiungere il suo livello più alto perché è quando si dona tutta la vita per Dio che la si riceve centuplicata da Lui.
Signore Gesù, Tu che silenziosamente abiti nelle pieghe della mia vita, che a volte appare monotona e banale, guidami alla scoperta del tuo volto nel segreto del mio cuore indurito dalle prove e ferito dalle tentazioni. Tu che conosci i miei turbamenti e i miei aneliti, fa del mio cammino un pellegrinaggio di ricerca di Te perché ritrovi me stesso. Le difficoltà non mi confondano e non mi distraggano ma il desiderio di cercarti e di conoscerti mi aiuti ad accettarmi con i miei pregi e i miei limiti. Donami il coraggio di lasciare il mondo che ho costruito attorno a me per lasciarmi conquistare dall’amore che mi rigenera e mi spinge a donare la mia vita per i fratelli.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]