don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 25 Ottobre 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Rialzare la fronte

La malattia fisica a volte è anche segno visibile di un’infermità psichica e spirituale. Il caso della donna guarita da Gesù ne è un esempio. Si può vivere la sofferenza con rassegnazione facendoci ripiegare su noi stessi e rendendoci incapaci di una relazione frontale con gli altri. Quella donna per diciotto lunghi anni ha subito la sua condizione fisica non trovando alcun conforto fino a quando l’incontro con Gesù segna la sua rinascita.

Lo sguardo di Gesù, pieno di compassione, coglie ciò che gli uomini non vedono e interviene facendo ciò che gli uomini da soli non possono fare. Con l’imposizione delle mani Gesù le comunica il suo Spirito che drizza ciò che è sviato. Lo Spirito della libertà è il solo che può vincere quello della schiavitù. La paura, la vergogna o i sensi di colpa sono pesi che ci piegano fino a incurvarci. Lo Spirito Santo ci libera per renderci capaci di attingere con fiducia all’abbondante sorgente della misericordia.  

La reazione sdegnata del capo della sinagoga fa riflettere sulla responsabilità che ciascuno ha nei confronti degli altri fratelli e sorelle. Forse anche noi, come quel tale, siamo più attaccati alle norme e alle cose piuttosto che avere cura dei più deboli; siamo più pignoli nel giudicare il comportamento degli altri piuttosto che essere attenti ai loro reali bisogni. Gesù ci ricorda che Dio cede, per così dire, il primato al povero bisognoso di salvezza.

Dio ha dato la legge non per imporci il giogo della schiavitù, ma per renderci liberi. Gesù, infatti, è venuto a liberarci dal peso del peccato che ci rende tristi. Egli è il padrone e noi il suo bue o il suo asino slegati dalla mangiatoia per andare ad abbeverarci alla sorgente della vita.

Signore Gesù, Tu solo puoi ridonare la dignità di uomini ai figli di Dio, e tuoi fratelli, che hanno perduta la libertà a causa del peccato e che si sono ripiegati nel loro dolore. Insegnaci a guardaci con tenerezza e compassione per farci carico della povertà di ogni uomo e di ogni donna e aiutarli a rialzare la fronte.

Donaci il tuo Spirito perché possiamo preferire il canto di lode alla sterile litania delle lamentele, pronunciare parole di speranza invece che inutili prediche moralistiche, gesti di solidarietà piuttosto che indici puntati contro gli altri.